È stata scelta l’applicazione per contact tracing, ovvero tracciamento dei contatti, di vi parlavamo qualche giorno fa. Si chiamerà Immuni e servirà per tenere traccia e mappare i contagi ma anche per usufruire del servizio di autocertificazione digitale.
Non sarà obbligatoria e dovrà essere utilizzata dal 60% degli italiani. Impresa impossibile? Forse.
Immuni, l’applicazione individuata grazie al bando
Si chiamerà Immuni l‘applicazione per tenere traccia dei contagi da Covid-19 durante la famigerata Fase 2. Individuata grazie al bando di tre giorni del Ministero dell’Innovazoine, Immuni servirà per tenere traccia e mappare i contagi ma anche per poter smettere definitivamente di stampare l’autocertificazioene per uscire di casa. Finalmente un po’ di modernità.
A rendere nota la scelta dell’applicazione “Immuni” è il commissario straordinario per l’emergenza sanitaria Domenico Arcuri il quale ha firmato ieri l’ordinanza con cui dispone la stipula del contratto di cessione gratuita della licenza d’uso sul software e di appalto di servizio gratuito con la società Bending Spoons Spa. La software house – con all’attivo oltre 20 applicazioni iOS e Android di successo – si occuperà di tenere costantemente aggiornata l’applicazione.
Triste conferma: non sarà obbligatoria
Come vi anticipavamo qualche tempo fa, il download e l’utilizzo della nuova applicazione per il contact tracing “Immuni”, che non sarà obbligatoria. Sarà – purtroppo – su base del tutto volontaria e utilizzerà la tecnologia bluetooth.
Questo accade perché si ha paura di invadere la privacy della popolazione. Peccato che i nostri smartphone Android e iOS già traccino tutti i nostri spostamenti, a meno che non abbiate disabilitato la funzionalità. Ma qui si aprirebbe una parentesi molto lunga e contorta.
Funzionerà con il Bluetooth
Sarà grazie alla tecnologia Bluetooth che Immuni potrà rilevare la vicinanza tra due smartphone entro un metro e ripercorrere a ritroso tutti gli incontri di una persona risultata positiva al Covid-19, così da poter rintracciare e isolare i potenziali contagiati. Ovviamente non basterà scaricare l’applicazione, dovrete anche tenere sempre il bluetooth acceso perché l’app “faccia effetto”.
L’app per il contact tracing inoltre conserva sullo smartphone di ciascun cittadino una lista di codici identificativi anonimi di tutti gli altri dispositivi ai quali si è avvicinato.
Cartella clinica integrata
Immune fungerà anche da diario clinico con tutte le informazioni più rilevanti di ogni singolo utente. Per farne un miglior utilizzo, lo stesso utente dovrebbe aggiornate i dati all’interno dell’applicazione ogni qualvolta il suo stato di salute cambi.
Non disponibile subito
Prima di tutto verranno avviati ai test in alcune regioni d’Italia utilizzate come pilota. Il commissario Arcuri spera in un massiccio utilizzo dell’applicazione da parte dei cittadini. Per ottenere l’efficacia sperata, infatti, Immuni deve essere scaricato e utilizzato dal 60% degli italiani. Un progetto ambizioso e un’impresa abbastanza difficoltosa.
E l’autocertificazione digitale?
Nell’ordinanza firmata dal commissario Arcuri, non si parla di autocertificazione digitale ma da alcune indiscrezioni pare che l’app Immuni avrà anche questa funzione.
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi.
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