La FCO, authority tedesca per il controllo dei mercati, ha aperto un procedimento contro Apple. L’indagine è volta a capire se l’operato dell’App Store di Apple sia in linea con le nuove regolamentazione dei mercati.
Germania: anche l’App Store di Apple sotto indagine dopo Amazon, Facebook e Google
Ciò che sta accadendo all’App Store di Apple non è troppo diverso da quello che hanno affrontato Amazon, Facebook e Google a inizio anno. Una problematica, questa, che non è molto diversa da quella che Facebook sta affrontando in Europa. La FCO, authority tedesca per il controllo dei mercati, che ha aggiornato proprio a gennaio la propria legge in merito alla competitività dei mercati, sta valutando l’operato di tutte le aziende. Il punto focale della questione è quello del nuovissimo decimo emendamento. Questo consentirebbe al Bundeskartellamt di intervenire in modo proattivo contro le pratiche delle grandi aziende digitali. La legge consentirebbe tali interventi nel caso in cui “le multinazionali si ritrovino ad avere un peso discriminante per la concorrenza tra i mercati”. Il rischio che le authority tedesche vogliono scongiurare è quello di un monopolio di mercato, che sarebbe ingiusto per le realtà più piccole.
L’aggiornamento della legge tedesca
La legge tedesca sulla concorrenza fa riferimento si chiama GWB, con riferimento specifico alla diciannovesima sezione della stessa. Andreas Mundt, presidente della FCO, ha spiegato che l’aggiornamento della legge è stato influenzato dalle enormi attività di profilazione condotte da Facebook. Lavorando in tal senso, la legge è stata aggiornata con la volontà di proteggere i dati sensibili e la privacy degli utenti in rete. Altri obiettivi dell’emendamento sono: mantenere i mercati aperti, promuovere l’innovazione e porre fine a qualsiasi comportamento abusivo da parte delle grandi multinazionali. In tal senso l’operato della FCO sarà mirato a fermare i giganti che cercano di bloccare i rivali attraverso le enormi banche dati a loro disposizione. L’operato dell’authority, nel pratico, resta ancora da definire nei dettagli. Fatto sta che non è la prima volta che i colossi del settore tech si ritrovano a combattere con le autorità per il controllo dei mercati.
“L’App Store di Apple manipola l’andamento del mercato”
In merito all’App Store di Apple, Andreas Mundt ha dichiarato che la FCO sta focalizzando i propri sforzi proprio sull’analisi dell’operato di Cupertino. Secondo Mundt l’App Store consentirebbe ad Apple di influenzare le attività commerciali di terze parti, manipolando l’andamento del mercato. Queste le parole del presidente dell’authority:
“Ci stiamo accertando che il sistema operativo iOS non crei un ecosistema digitale incentrato sui dispositivi iPhone. Apple produce tablet, computer e dispositivi indossabili, oltre a fornire servizi specifici per i propri device. Quello che ci interessa è come, e in che quantità, i dati raccolti da questi dispositivi vengano immagazzinati ed usati per svolgere operazioni sul mercato. Operazioni che potrebbero essere scorrette in quanto limiterebbero la competitività di altre aziende.“
L’FCO ha anche raccolto numerose lamentele relative a pratiche potenzialmente anticoncorrenziali portate avanti da Apple. Una di queste è ad esempio il tracciamento degli utenti che avviene con il sistema operativo iOS 14.5. Attività, questa, non in linea con la diciannovesima sezione della GWB.
App Store di Apple: un problema già noto in Europa
“Gli sviluppatori di app criticano anche l’uso obbligatorio del sistema di acquisto in-app (IAP) di Apple e il tasso di commissione del 30% ad esso associato.” ha dichiarato FCO in un comunicato stampa. “L’indagine sull’App Store è molto simile procedimento in corso della Commissione europea contro Apple, per l’imposizione di restrizioni al servizio di streaming Spotify e, di conseguenza, la preferenza per i propri servizi. Il Bundeskartellamt stabilirà contatti con la Commissione Europea oltre che con altre autorità garanti della concorrenza al riguardo. Finora non è stata presa alcuna decisione sull’avvio di un ulteriore procedimento”. Della questione Apple-UE sullo streaming musicale vi avevamo già parlato in questo articolo.
La risposta da Cupertino
A seguito dell’avvio dell’indagine, Apple ha risposto con un comunicato stampa, il quale recita:
“Apple è orgogliosa di essere un motore per l’innovazione e la creazione di posti occupazionali, con oltre 250.000 posti di lavoro supportati dall’economia delle app iOS in Germania. La crescita economica e l’attività dell’App Store hanno offerto agli sviluppatori tedeschi di tutte le dimensioni la stessa opportunità di condividere la loro passione e creatività con gli utenti di tutto il mondo Apple ha quindi creato un luogo sicuro e affidabile, in cui i clienti possono scaricare le app che amano con le protezioni della privacy che si aspettano. La Germania ospita anche il più grande hub ingegneristico di Apple in Europa. Inoltre è previsto un nuovo investimento di 1 miliardo di euro nel nostro European Silicon Design Center, che ha sede a Monaco di Baviera. Non vediamo l’ora di discutere della problematica con l’FCO: siamo pronti ad un dialogo aperto sul tema, così da chiarire qualsiasi sia la loro preoccupazione”.
L’importanza di una regolamentazione del mercato
L’attenzione delle authority verso le aziende di Big Tech non è certamente un tema nuovo. La direzione univoca sembra essere quella di una regolamentazione unica di mercato, così da non insorgere in incongruenze con le leggi dell’antitrust. I prossimi mesi, ma anche i prossimi anni, saranno fondamentali per una svolta in tal senso. Dopotutto alcuni passi li abbiamo già visti. A marzo, ad esempio, l’Autorità per la concorrenza e i mercati del Regno Unito ha aperto una propria indagine sull’App Store di Apple. Contemporaneamente in UK si sta lavorando alla riforma del diritto nazionale per creare una “pro-concorrenza” per regolamentare i giganti della tecnologia.
Lo scorso dicembre, invece, i legislatori dell’Unione Europea hanno proposto il Digital Markets Act, con l’obiettivo di affrontare il mercato energetico delle cosiddette piattaforme “gatekeeper“. Anche la FTC, nominando Lina Khan come presidente, sembra voler operare un cambio di direzione sull’antitrust tecnologico negli Stati Uniti.
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