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Il cyber attacco alla Regione Lazio passa da Frosinone

Dopo le accuse ad Engineering, la società smentisce e gli inquirenti le danno ragione

Nelle ultime ore, dalle pagine di alcuni giornali è arrivata la voce che la società informatica Engineering fosse responsabile dell‘attacco hacker subito dalla Regione Lazio. Ma la società ha smentito con veemenza le insinuazioni e gli inquirenti danno conferma: il cybert attacco che tiene in scacco la regione Lazio e con il fiato sospeso l’Italia intera è stato originato dal PC di un dipendente in smart working nella tranquilla Frosinone.

Ma il colpevole dell’attacco alla regione Lazio non è lui.

Engineering smentisce il coinvolgimento nell’attacco hacker alla Regione Lazio

Il 2 agosto il portale per prenotare i vaccini nel Lazio si è fermato. Tutto il sistema è stato bloccato da un ransomware, un software che cripta i dati in un server rendendoli inutilizzabili. A meno di avere la chiave di cifratura, che gli hacker concedono solo pagando un riscatto in Bitcoin. Le prime analisi hanno rivelato che gli hacker hanno utilizzato le credenziali di un dipendente in smart working. Che era collegato con una VPN ai server della Regione da casa sua a Frosinone. Ma nelle ultime ore è circolata uno scoop diverso.

Oggi Repubblica ha pubblicato online una notizia riguardo il ransomware che ha bloccato le vaccinazioni anti-Covid e tutte le altre prenotazioni in ambito sanitario della Regione. Secondo quanto riportato dal giornale, l’attacco avrebbe avuto origine da Engineering, la società informatica.

La smentita di Engineering: nessun coinvolgemento con l’attacco hacker nel Lazio

Engineering ha però subito fatto sapere alla stampa che queste voci, trapelate ai cronisti di Repubblica, non sono veritiere. Anche perché la società non ha “ricevuto alcuna notifica da parte degli inquirenti rispetto a possibili collegamenti tra l’evento bloccato sul nascere che ha interessato il Gruppo e l’attacco alla Regione Lazio. Se gli inquirenti avessero evidenze diverse e non le avessero notificate e verificate con la Società questo sarebbe gravissimo perché la mancata collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti, potenzialmente, potrebbe agevolare il propagarsi dell’attacco”, si legge nella nota stampa che ci ha inviato Engineering.

attacco hacker Regione Lazio

Inoltre, spiega che a “72h di distanza dalle prime comunicazioni ai clienti e alla stampa, le approfondite e continue analisi effettuate fino ad ora confermano e rafforzano quanto già affermato rispetto all’assenza di evidenze che correlino il tentativo di attacco bloccato sul nascere da Engineering e quello subìto da Regione Lazio.”

Infine, la società ribadisce di non fornire servizi di infrastruttura e sicurezza alla Regione Lazio, che si affida ad altre aziende.

La conferma degli inquirenti

Poco dopo la prima nota stampa, Engineering ne ha inoltrata un’altra. Nel frattempo ha parlato con la Regione Lazio, la quale “conferma che l’attacco è stato portato con le credenziali di un dipendente regionale di Frosinone, smentendo qualsiasi altra ricostruzione.” Questa notizia era già stata riportata e resta quella confermata dall’istituzione. Ma la caccia a quello che è già stato definito l’Hacker di Frosinone è stata breve e vana: sembra che gli hacker abbiano semplicemente utilizzato la rete VPN utilizzata dall’uomo in smart working per mascherare la vera origine degli attacchi ai server della regione Lazio.

Inoltre, l’azienda chiarisce che “la Polizia Postale ha dichiarato che non le risultano evidenze di collegamenti tra Engineering e gli attacchi informatici che hanno interessato la Regione Lazio”.

Sembra quindi non ci sia nessun collegamento fra la società informatica e l’attacco a Roma. Nel frattempo però una buona notizia: il portale per le prenotazioni nel Lazio è stato riaperto. Ora i residenti possono chiedere di prenotare il vaccino andando a questo indirizzo.

Potete leggere ulteriori dettagli sulla vicenda in questo nostro articolo.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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