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Biden all’Onu: Usa e Ue uniti sull’emergenza climatica

Primo intervento del presidente degli Stati Uniti al Palazzo di Vetro. Gli impegni per migliorare la situazione ambientale

Nel suo primo intervento da presidente degli Stati Uniti all’Onu, Biden non ha parlato solo di pandemia e di guerre, ma anche di emergenza climatica, un tema su cui l’Unione Europea è particolarmente sensibile.

Joe Biden, che sta subendo un inevitabile calo di popolarità dopo la fine ingloriosa della presenza americana in Afghanistan, ha tenuto un discorso all’insegna della massima apertura e collaboratività tra Usa e Ue, su più fronti.

Biden ha parlato alla sede dell’Onu, il cosiddetto Palazzo di Vetro situato a Manhattan, lunedì 20 settembre. Il suo discorso, durato trentacinque minuti, ha toccato alcune tematiche fondamentali, come la geopolitica e la battaglia contro la pandemia da Coronavirus, per la quale il suo Paese – ricorda il presidente – ha già stanziato 15 miliardi di dollari.

Ma Biden ha accennato anche al clima, nodo sempre più urgente, proponendo uno sforzo comune di Usa e Ue.

Biden all’Onu: agire insieme contro la crisi climatica

Due i concetti espressi da Biden all’Assemblea Onu per quanto riguarda l’ambiente.

Il primo è stato quantitativo: anche sul climate change il presidente statunitense ha sciorinato qualche numero. “Lavorerò con il Congresso in modo da raddoppiare gli aiuti per la transizione energetica dei Paesi in via di sviluppo”. Che attualmente dovrebbero aggirarsi intorno ai 6 miliardi di dollari all’anno.

Ma poi c’è stato il vero colpo diplomatico. Joe Biden, rivoltando a proprio vantaggio l’uscita dall’Afghanistan, ha dichiarato: “Per la prima volta negli ultimi vent’anni, gli Stati Uniti non sono in guerra. È finito il tempo delle guerre senza fine, è venuto il momento di puntare sulla diplomazia”.

E questo non significa solo un’apertura economica, o quanto meno un atteggiamento meno ostile, verso la Cina. Ma anche un concreto tentativo di istituire un asse Usa-Ue per far fronte ai cambiamenti climatici sempre più devastanti.

“L’Ue è un nostro partner fondamentale per affrontare le sfide su clima e sicurezza”, ha affermato Biden perentoriamente. Che ha chiuso i suoi 34 minuti di discorso all’insegna della cooperazione e dell’ottimismo. “Scegliamo di costruire un futuro migliore, noi e voi, non possiamo permetterci di perdere altro tempo. Mettiamoci al lavoro, costruiamo quel futuro migliore ora: possiamo farlo, è nel nostro potere e nelle nostre capacità”.

cambiamento climatico

La teleconferenza organizzata da Biden

Una mossa nella direzione di una partnership Usa-Ue sull’ambiente era già stata fatta da Biden prima del suo intervento all’Onu.

In vista dell’importante riunione del COP26 sul clima, che si terrà a fine ottobre a Glasgow, il presidente degli Stati Uniti ha infatti organizzato per la giornata dello scorso venerdì 17 settembre un vertice in teleconferenza con i maggiori capi di Stato.

Benché disertato da molte personalità politiche presenti ad aprile, il summit è stato importante per due ragioni.

Intanto perché tutti i leader che hanno preso la parola, compreso Mario Draghi, hanno concordato sul fatto che si stanno pericolosamente disattendendo le linee guida del protocollo di Parigi. Accordo che, sottoscritto nel 2015, prevedrebbe un innalzamento delle temperature non superiore ai +1,5 °C. Dopo di che il pianeta moltiplicherebbe esponenzialmente il rischio di andare incontro a devastazioni irreversibili.

E poi perché sia Bruxelles che Washington si sono impegnate nel ridurre le emissioni di metano del 30% entro il 2030.

L’accordo segue di pochi giorni le parole allarmate di António Guterres, segretario generale dell’Onu. Che, commentando il rapporto della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ha detto senza perifrasi che ci stiamo avviando verso la catastrofe.

Un’estate di eventi atmosferici estremi

È ormai opinione condivisa tra gli addetti ai lavori come tutte le manifestazioni estreme a livello climatico, che hanno contraddistinto gli scorsi mesi, abbiano come matrice comune l’emergenza ambientale.

Parliamo ad esempio degli incendi in Canada o delle inondazioni in Germania e Belgio (e successivamente in Cina).

È un altro rapporto Onu, pubblicato il 6 agosto, a fare luce in modo impietoso sull’emergenza climatica. Basato su più di 14mila studi e approvato dai governi di 195 Paesi, il report ci dice che “molti di questi cambiamenti climatici sono senza precedenti in migliaia, se non centinaia di migliaia di anni, e alcuni tra quelli che sono già in atto, come il continuo aumento del livello del mare, sono irreversibili in centinaia o migliaia di anni”.

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Il Green Deal europeo (e i suoi limiti)

Una risposta concreta ha provato a darla lo scorso 14 luglio la Commissione europea, che ha presentato un pacchetto di proposte con l’obiettivo di arginare il climate change.

Il nome emblematico è Fit for 55, ovvero “pronti per il 55”. Si punta infatti – modificando le politiche dell’Ue su clima, energia, trasporti e fiscalità – a ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.

I tre macrobiettivi sono ambiziosi: secondo Fit for 55, nel 2050 non dovranno più essere generate emissioni di gas a effetto serra, la crescita economica non sarà più disgiunta dall’uso delle risorse, nessuna persona e nessun luogo saranno esclusi dagli aiuti.

Ma nel frattempo diversi Paesi (come la Polonia), con una forte presenza di centrali a combustione fossile, temono che possa aver luogo una troppo rapida decarbonizzazione.

Al di là dei proclami, dunque, si aggiunge un altro problema al quadro già poco lieto della situazione ambientale del nostro pianeta: quello della geopolitica, e più precisamente delle differenti fonti di energie utilizzati. Che sono poi lo specchio fedele delle disuguaglianze economiche globali.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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