Chissà quanti amanti del pop, magari non giovanissimi, hanno sognato una sfida chitarristica all’ultima nota tra due mostri sacri come Eric Clapton e Brian May.
Il primo, Clapton, è stato soprannominato “slowhand” (mano lenta) per aver sempre preferito la qualità degli assoli all’esibizione di virtuosismi tecnici fine a se stessi.
Il secondo, May, colonna portante dei mitici Queen, è famoso per l’utilizzo di una moneta da sei penny al posto del plettro.
Ebbene: dopo decenni di onorate carriere la sfida c’è stata. Ma si è giocata su un terreno del tutto inatteso: quello delle vaccinazioni e dei green pass.
Vediamo come si è sviluppato lo scontro fra Brian May ed Eric Clapton. E scopriamo come il terreno del certificato verde e delle regole anti Covid stiano dividendo il mondo dell’arte, anche in Italia.
Scontro Brian May-Eric Clapton: cosa ha detto Slowhand
Come abbiamo riportato in un altro articolo, all’indomani delle restrizioni imposte dal premier britannico Boris Johnson, Eric Clapton ha rilasciato una dichiarazione che non dà adito a dubbi. Clapton ha detto: “In seguito all’annuncio del primo ministro di lunedì 19 luglio, il mio onore mi obbliga a fare un annuncio a mia volta. Voglio dire a tutti che non suonerò mai su alcun palco alla presenza di una platea discriminata. Se non sarà possibile a tutti poter assistere al concerto, mi riservo la possibilità di poter cancellare lo show”.
La sua, dunque, non è una posizione apertamente no vax, quanto piuttosto contro una decisione a suo modo discriminatoria.
Tuttavia, lo scorso maggio Clapton aveva descritto così gli effetti della somministrazione del siero di AstraZeneca: “le reazioni sono state disastrose, con mani e piedi congelati, intorpiditi o brucianti, fuori uso per due settimane, ho anche temuto di non riuscire più a suonare per il resto della vita, (soffro di neuropatia periferica e non avrei mai dovuto avvicinarmi a un ago). Ma la propaganda ha sempre continuato a dire che il vaccino è sicuro per tutti”.
Se aggiungiamo che la sua recente posizione critica verso il green pass è apparsa sul profilo Instagram del produttore cinematografico e architetto Robin Monotti, apertamente scettico verso le vaccinazioni, non è azzardato pensare che l’accenno di Clapton alla natura discriminatoria del green pass sia solo una scusa.
La risposta di Brian May
Intervistato da The Independent, Brian May ha criticato Eric Clapton in modo diretto, pur adoperando un tono rispettosissimo (e spiritoso): “Amo Eric Clapton, è il mio eroe, ma ha punti di vista molto diversi da me in molti modi. È una persona che pensa che sia giusto sparare agli animali per divertimento, quindi abbiamo i nostri disaccordi, ma non smetterei mai di rispettare l’uomo.
E sulle posizioni di Clapton sui vaccini, May ha aggiunto: “Ci sono molte prove per dimostrare che la vaccinazione aiuta. Ci sarà sempre qualche effetto collaterale in qualsiasi farmaco che prendi, ma andare in giro a dire che i vaccini sono un complotto per ucciderti, mi dispiace, questo per me va nel barattolo delle fruitcake”.
Gli artisti divisi sulle vaccinazioni
Lo scontro Brian May-Eric Clapton sintetizza la varietà di posizioni degli artisti nei confronti di vaccinazioni e green pass.
Sharon Stone ha rischiato il licenziamento per avere preteso che sul set della pellicola a cui sta attualmente lavorando tutti fossero vaccinati. Mesi fa, al contrario, la top model australiana Elle Macpherson aveva dichiarato che “non vaccinarsi è sacro e divino”.
Anche in Italia ci sono artisti decisamente favorevoli alla campagna vaccinale e altri quanto meno scettici.
Vediamo, ad esempio, quali sono state le dichiarazioni di Cesare Cremonini, e cosa è accaduto a Petra Magoni.
La posizione di Cesare Cremonini verso i no vax
Dai tempi della “Vespa Special che risolve i problemi”, non c’è che dire, Cesare Cremonini è maturato non di poco.
Le sue parole di comprensione e accoglienza nei confronti di no vax risuonano infatti sorprendentemente sagge ed equilibrate.
In un tweet di martedì 10 agosto Cremonini ha scritto: “Anche io (come tanti) ho amici che non si sono vaccinati. Quando ne parliamo si aggrappano a tutto ma la verità è che alcuni di loro sono dei forti ansiosi, da sempre. Chi ha questa difficoltà va aiutato, non isolato. L’informazione e una comunicazione aggressiva non giovano”.
E poi, replicando a un commento: “Le fragilità sono diffuse e in un paese in cui i disagi psichici sono tabù chi ha le idee chiare ha una responsabilità in più. Aiutiamoci”.
Chapeau, aggiungiamo noi.
Petra Magoni e il concerto annullato
Venerdì 6 agosto Petra Magoni si sarebbe dovuta esibire con il contrabbassista Ferruccio Spinetti a Capannori, in provincia di Lucca, all’interno del festival Stanno Tutti Bene.
Eppure, tutto è saltato a poche ore dal via. Il motivo? Petra Magoni ha rifiutato di sottoporsi al tampone anti Covid. Come spiega Arturo Pacini, tra gli organizzatori di Stanno Tutti Bene: “Con Petra Magoni è iniziato un lungo confronto via email che ci ha costretti a offrirle una scadenza, che era quelle delle 15.30 di venerdì. Orario entro la quale avrebbe dovuto comunicarci le sue intenzioni. E non lo ha fatto.
Erano le 16 quando si è presentata e le abbiamo proposto di sottoporsi al tampone nell’apposito punto che abbiamo previsto all’ingresso. Lei ha risposto di no e abbiamo deciso a malincuore di annullare il concerto, comunicandolo attraverso i canali social. Attorno alle 17.15 Magoni ha cambiato idea, ma le è stato detto che ormai era troppo tardi: i cancelli aprono al pubblico alle 18 e avevamo chiamato altri artisti in sostituzione”.
Petra Magoni ha ribattuto: “Nello scambio di email con gli organizzatori ho sollevato dubbi sulla legittimità della richiesta del tampone, che non era contemplata negli accordi iniziali. Nel decreto legge non ci sono disposizioni riguardo chi lavori, ma solo verso chi stia fruendo del servizio. Inoltre ho chiesto a che titolo avrebbero potuto controllare il mio tampone, che avevo con me, trattandosi di dati sensibili. Alla fine mi ero anche resa disponibile a farlo in loco, ma me lo hanno negato. Ho un video che lo testimonia. Non lo divulgo perché è già in mano ai legali”.
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Petra Magoni, il green pass e i tamponi
Il rifiuto di Petra Magoni farebbe subito pensare a una posizione vicina a quella dei no vax. Che lei rifiuta, adducendo altre motivazioni: “È pericoloso e anche dannoso abusare con i tamponi, quindi vorrei farli solo lo stretto necessario. Avendo concerti quasi ogni sera sottoporsi, sana e senza alcun sintomo a questo trattamento sanitario diventa una tortura e in passato più volte mi è uscito sangue dal naso, si sono formate delle croste che ai tamponi successivi si riaprivano. Certo non è piacevole, e ci sono già studi che confermano la pericolosità dei tamponi per l’apparato fonatorio”.
Infine, la domanda cruciale: Petra Magoni è vaccinata? La risposta dà adito a qualche dubbio: “Questo è un dato sensibile che tengo riservato come consente la legge sulla privacy”.
Dubbi che si alimentano se si pensa che Red Ronnie, nell’organizzare una manifestazione no vax per il 28 luglio, aveva annunciato proprio Petra Magoni tra i partecipanti.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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