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La tecnologia dietro i grandi studi di broadcasting

Ma i grandi studi di broadcasting come fanno a gestire quelle dirette complesse? Quali tecnologie servono? Cosa comprano?
Ok, forse non vi siete mai posti spontaneamente queste domande ma, adesso che le abbiamo portate alla vostra attenzione, un piccolo punto interrogativo potrebbe essere spuntato accanto alla vostra testa.

C’è – evidentemente – una differenza tra fare una live per un canale Twitch, come il nostro ad esempio, e una diretta televisiva. O tra noi che trasmettiamo Instagram con lo smartphone e le grandi aziende che devono, ad esempio, comunicare grandi cambiamenti, grandi novità o semplicemente aggiornare tutti i propri dipendenti.

Per capire cosa servirebbe per creare un grande immenso studio di broadcasting targato Techprincess siamo andati a visitare Canon Vision.

Canon Vision: alla scoperta di un’ecosistema

Canon Vision è un evento pensato per scoprire in prima persona e toccare con mano tutte le potenzialità e i punti di forza della tecnologia audio e video di Canon.
Dalle videocamere PTZ alla famiglia Cinema EOS per la produzione cinematografica e professionale, dall’innovativo sistema Canon EOS R alla gamma di modelli fotografici, Canon Vision è l’occasione per comprendere al meglio come i prodotti Canon possono essere perfettamente integrati per creare soluzioni destinate a diversi ambiti, come il settore aziendale, l’istruzione e la produzione di eventi live.

Tre le aree che hanno caratterizzato Canon Vision:

  • l’Area automated learning capture;
  • l’Area virtual production;
  • l’Area multi-cam corporate studio.

Cosa avevano di particolare?
La prima zona è dedicata in primis all’insegnamento. In che senso? Beh, Canon ha costruito un piccolo set che grazie alla telecamere PTZ con software Auto Tracking e Auto Loop possono aiutare a registrare e trasmettere in streaming le lezioni universitarie senza l’intervento di un operatore.
Insomma, questo significa che è possibile automatizzare il processo per affrontare anche condizioni avverse come la pandemia che ci ha travolti 3 anni fa.

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Le PTZ con Auto Tracking le abbiamo ritrovate anche nell’area di virtual production, quella in cui – lo confessiamo – abbiamo passato più tempo.
Immaginate questo: un grande green screen, una videocamera (la PTZ) che può seguirvi mentre passeggiate sul green screen e un enorme computer che va a posizionarvi, in tempo reale, all’interno di un set virtuale. In sostanza potete simulare uno studio televisivo e una corporate room in maniera così realistica da poter confondere anche l’occhio più attento.
E naturalmente lo studio potete crearlo voi, persino usando un software come l’Unreal Engine che normalmente è associato alla produzione di videogiochi.
A cosa serve tutto questo? Beh, ad avere uno spazio virtuale dedicato agli eventi che può essere manipolato, modificato e sostituito in qualsiasi momento. E poi non dovete mettere una X sul pavimento per lo speaker chiedendogli di rimanere fermo: la tecnologia delle Canon PTZ permette di seguirlo mentre si muove, con movimenti super fluidi e, all’occorrenza, qualche zoom.

Canon PTZ Autotracking

L’ultima area è quella dedicata al multicam. Cosa significa? In primis che vengono usate più camere per avere diverse inquadrature. Ci siamo quindi trovati di fronte ad un set che usava contemporaneamente le PTZ, le Cinema EOS e le XF/XA. E no, questo non significa avere immagini diverse perché alla base c’è sempre la “color science” di Canon.
Vi spieghiamo meglio.
Se prendete due fotocamere di marchi diversi (ma a volte anche del medesimo brand) avete due immagini che magari hanno la stessa qualità ma dove i colori sono un po’ diversi.
Capita anche sugli smartphone: sensori diversi portano ad avere colori differenti, salvo interventi software successivi.
E così quel rosa pastello cambia un po’ di camera in camera: può essere più spento, più intenso, più virato al giallo… Insomma, non c’è coerenza.
Canon ha lavorato moltissimo sulla color science – o scienza del colore – per far sì che questo fantomatico rosa pastello rimanga uguale, indipendentemente dalla camera che state usando.
Quando quindi vi ritrovate di fronte ad un setup multicam non dovrete preoccuparvi della resa dei colori perché in linea di massima rimarranno gli stessi.

Canon Camera Remote Control

Ma c’è di più. Le camere usate per la dimostrazione erano tutte collegate in rete e tutte controllabili da remoto grazie ad un software che si chiama Canon Remote Camera Control.
Che significa “controllabili da remoto”? Che potete agire con un computer o con una console per modificare l’inquadratura e cambiare i parametri come ISO, diaframma, temperatura, ND… Tutto può essere fatto a distanza. E se crasha il computer? Niente panico: ogni camera può essere controllata anche tramite browser quindi in un attimo potete riavere il controllo del vostro set.

Vi aspettavate tutto questo?

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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