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Caricabatterie universale: spunta il fronte del no

La proposta dell’Ue di un unico standard di ricarica non mette tutti d’accordo. Scopriamo chi si oppone e perché

Sembrava una proposta ragionevolissima, democratica, ecologica e di semplice attuazione. E soprattutto avrebbe notevolmente semplificato la vita ai consumatori.

Eppure, la recente idea dell’Unione Europea di far adottare un unico standard di ricarica per tutti i dispositivi elettronici in commercio ha già visto nascere un agguerrito fronte del no. Rappresentato, tanto per fare un nome, da colossi come Apple.

Perché? Quali mai potranno essere le motivazioni che inducono a opporsi a una proposta di semplificazione così lungimirante?

Vediamo intanto più nel dettaglio la posizione dell’Unione Europea rispetto allo standard unico di ricarica. E scopriamo poi i dubbi avanzati dalle aziende che non vedono di buon occhio la possibile nascita di un caricabatterie universale.

Il caricabatterie universale: la proposta dell’Ue

Nella giornata di giovedì 22 settembre la Commissione Europea ha avanzato una proposta legislativa per lo standard unico di ricarica.

Il caricabatterie universale sarebbe l’ultima mossa di un processo semplificatorio già in atto da tempo. Basti pensare che negli ultimi dieci anni i diversi caricabatterie per telefoni cellulari presenti sul mercato sono passati da 30 a 3.

Lo standard proposto è l’USB-C. Quello, per intenderci, della maggior parte degli smartphone in commercio. O, per semplificare ancora, quello che non ha più un lato superiore e uno inferiore.

caricabatterie

I vantaggi del caricabatterie universale

I vantaggi li abbiamo già elencati ad apertura di articolo: chi di noi non ha perso minuti preziosi cercando il caricabatterie idoneo per quel determinato dispositivo, e si è poi visto costretto a scampanellare al vicino o a comprarne uno nuovo?

Ma c’è di più. La proposta dell’Ue contiene anche la meritoria idea di far vendere separatamente i dispositivi e i caricabatterie. Se si va verso il caricabatterie universale, che senso avrebbe – poniamo – avere in casa sette dispositivi e altrettanti caricabetterie? Il commercio di questi ultimi calerebbe sensibilmente, e l’aiuto che verrebbe così offerto alla salute del nostro pianeta non sarebbe di poco conto.

Abbiamo più volte affrontato la questione del danno ambientale provocato dai rifiuti elettronici. Ebbene: si è calcolato che il risparmio globale annuo sui caricatori superflui potrebbe addirittura raggiungere la cifra di 250 milioni di euro.

Il caricabatterie elettronico: ecco il fronte del no

La proposta dell’Ue di un caricabatterie universale, verrebbe da affermare d’istinto, non potrà che mettere tutti d’accordo. In primis i consumatori.

Al contrario, già poche ore dopo la proposta legislativa sono state diverse le voci che hanno accolto con scetticismo questo progetto. E una è curiosamente rappresentata proprio da un’associazione dei consumatori, Consumerismo.

La posizione di Consumerismo

Inizialmente Luigi Gabriele, presidente di Consumerismo, loda i vantaggi ambientali che deriverebbero dall’attuazione della proposta. “L’introduzione di un caricatore unico sul territorio europeo produrrà innegabili vantaggi sul fronte ambientale, considerato che sono ben 51mila le tonnellate di rifiuti derivanti dai soli caricatori. Ogni cittadino Ue produce ogni anno circa 16,6 kg di rifiuti elettronici, che non sempre vengono smaltiti correttamente e concorrono a inquinare l’ambiente”.

Ma poi, ecco che Gabriele mostra il rovescio della medaglia. “Si tratta tuttavia di un vantaggio solo apparente, perché i produttori di telefonini potrebbero rifarsi dei minori guadagni derivanti dalla decisione dell’Ue aumentando i prezzi al dettaglio dei propri prodotti e rivalendosi quindi sui consumatori. Non a caso, contro il caricabatterie universale la prima società ad attivarsi è stata Apple, con un apposito studio secondo il quale la misura determinerebbe un aggravio dei costi per i consumatori stimato in 1,5 miliardi di euro”.

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La posizione di Apple

E veniamo proprio al punto di vista di Apple, citata dal presidente di Consumerismo, sull’argomento.

I vertici si sono espressi così: “Siamo preoccupati che una regolamentazione severa che imponga un solo tipo di connettore soffochi l’innovazione anziché incoraggiarla, il che a sua volta danneggerà i consumatori in Europa e nel mondo. Ci impegneremo con le parti interessate a trovare una soluzione che protegga gli interessi dei consumatori, nonché la capacità del settore di innovare e portare nuove entusiasmanti tecnologie agli utenti. Condividiamo l’impegno per la protezione dell’ambiente. Non vediamo l’ora di continuare il coinvolgimento con le parti interessate per aiutare a trovare una soluzione che protegga gli interessi dei consumatori, nonché la capacità del settore di innovare e portare all’utente nuove entusiasmanti tecnologie”.

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La risposta dell’Unione Europea

Il commissario europeo per il mercato unico Thierry Breton ha spiegato che la proposta avanzata dall’Ue “non è contro qualcuno, Apple o altri, ma rappresenta un passo importante per aumentare la praticità e ridurre gli sprechi”.

Secondo i calcoli della Commissione, “la riduzione della produzione e dello smaltimento di nuovi caricabatterie ridurrà la quantità di rifiuti elettronici di quasi mille tonnellate all’anno”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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