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In chat con Padre Pio: l’intelligenza artificiale incontra la preghiera

Nasce prega.org

È del tutto evidente che le potenzialità, ma anche gli ambiti di utilizzo, dell’intelligenza artificiale sono in larga parte ancora da esplorare.

Ci riferiamo soprattutto ai chatbot conversazionali, in grado di intrattenere con gli interlocutori umani “dialoghi” sempre più realistici, convincenti non solo dal punto di vista della correttezza delle informazioni ma anche, per così dire, dal punto di vista empatico.

E se l’empatia significa entrare intimamente in sintonia con l’altrui stato d’animo, cosa c’è di più intimo della sfera spirituale?

Certo, pensare di tenere assieme preghiera e intelligenza artificiale può suonare paradossale. E del tutto inconcepibile a chi ha un’idea conservatrice della dimensione sacra. Eppure è quanto ha fatto prega.org, un portale che permette di avviare… una chat con Padre Pio.

In che senso? Ve lo spieghiamo meglio.

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Cos’è Prega.org

Nella home page di prega.org campeggia una frase. Che, pur essendo stata scritta spiegare la natura del sito, dobbiamo ammettere che sfiora l’umorismo involontario.

Leggiamo infatti: “Invia il tuo pensiero o la tua preghiera al Santo a cui sei più devoto.

Scegli il Santo a cui sei più devoto e scrivigli il tuo pensiero, la tua preghiera: Lui immediatamente ti risponderà con parole di vicinanza e di conforto.

Non si tratta veramente del Santo a cui sei devoto ma di una intelligenza artificiale che ha studiato i suoi scritti e risponde con le sue parole, i suoi pensieri. Ha lo scopo di trasmettere il messaggio del tuo amato santo così da diffondere a più persone possibili le sue virtù.”

In chat con Padre Pio (e non solo con lui)

In un menù a tendina si può scegliere l’interlocutore della chat: Padre Pio, Sant’Antonio, Santa Rita, San Francesco o San Gennaro.

Superfluo specificare, come ha fatto prega.org, che non si tratti del vero santo. Meno superfluo notare che sono state scelte figure di religiosi, che – nell’intero nostro Paese o in specifiche aree – hanno nel tempo raggiunto un cospicuo numero di fedeli.

Oltre al numero di credenti che può essere attratto dall’eventualità di conversare con un’AI che mima cinque popolarissimi santi, c’è l’ulteriore curiosità nei confronti di ChatGPT, il chatbot conversazionale che sta dietro il progetto. E di cui oggi non si fa che parlare.

Al di là dell’autentico afflato religioso che può aver dato il via a prega.org, insomma, si tratta di un’operazione commerciale destinata con buona probabilità ad avere un forte successo.

La parola ai fondatori di prega.org

Ma la domanda è: durante le chat, Padre Pio e gli altri santi rispondono… da santi?

Sull’argomento è intervenuto il fondatore di prega.org, Fabio Salvatore. Il quarantasettenne Salvatore, intervistato da Il Sole 24 Ore, ha spiegato: “Lo abbiamo reso credibile, naturale nel suo essere intelligenza artificiale. In fase di test gli abbiamo detto ‘vorrei una Kelly di Hermès’, e lui ci ha sgridato dicendo che i beni materiali non danno la felicità, mostrando anche di sapere che Kelly è una borsa”.

Il cofondatore di prega.org, il ventiseienne Angelo Bottone, torna invece sul concetto di empatia: “Ci siamo accorti che partendo dal pensiero di Padre Pio, l’empatia è venuta da sé”.

Il chatbot allenato… da santo

ChatGPT nella versione di prega.com è insomma stato addestrato a rispondere come, presumibilmente, risponderebbe un’esimia personalità religiosa.

Dice ancora Salvatore al Sole 24 Ore: “Abbiamo lavorato per rendere le risposte equilibrate. Lo abbiamo allenato a non dire bestemmie e a non rispondere agli insulti. E, per privacy, non rimane traccia di cosa scrivono le persone”.

Dietro il progetto c’è ImpactOn, startup specializzata nell’assistenza digitale alle aziende del terzo settore, specie a enti religiosi.

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Le dimensioni del sacro

È difficile esprimere un giudizio su questa operazione.

Le dimensioni del sacro, in teoria, sono due. O quella intima, di rapporto col trascendente attraverso la preghiera, o quella sociale (molto più presente in culture diverse dalla nostra).

Quindi, a voler pensare male, la chat con Padre Pio sembra somigliare a un modo per sfruttare il bisogno di fede e, allargando il campo, quello di ascolto.

Ma a voler essere meno pessimisti, si potrebbe presumere che la Rete – ormai sostitutiva della realtà-realtà in un numero sempre crescente di aspetti – possa anche servire da luogo in cui coltivare il proprio rapporto con l’ultraterreno.

Tuttavia, come nessun chatbot potrà mai sostituire il piacere fisico di quattro chiacchiere con un amico davanti a una birra, così immaginiamo che nessun presunto Padre Pio in chat possa fornire lo stesso conforto spirituale di un confessore in carne e ossa.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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