Il crollo delle criptovalute prosegue inesorabilmente

Altre giornate dure per le criptovalute: il crollo del Mercato ha abbattuto il valore di molte monete blockchain, con il risultato che nel giro di un mese è scomparso nel nulla circa un trilione di dollari. Non è da escludere si possa incappare in un effetto a catena di proporzioni epiche.

Il crollo delle criptovalute è figlio della situazione globale

Nonostante il mondo “crypto” ambisca spesso a muoversi parallelamente ai sistemi amministrativi consolidati, in un modo o nell’altro la connessione tra sfera fattuale e universo digitale non è evidentemente stata lacerata. Se è vero che la pandemia di coronavirus ha dettato un boom dei vari sistemi blockchain, è anche vero che l’attuale situazione di guerra sta progressivamente riportando il valore delle monete digitali indietro di due anni.

L’ultimissima evoluzione nefasta delle criptovalute è una conseguenza diretta del crollo della stablecoin TerraUSD (UST), la quale non è riuscita a tenere il passo con un dollaro sempre più soggetto a tassi di interesse e inflazione. Il valore di UST si è affossato del 30%, mentre la sua moneta di supporto, Luna, ha subito una devalutazione del 99%.

Le altre risorse crypto non si sono salvate dal contraccolpo della situazione di incertezza che adombra le politiche mondiali. Nel giro di 24 ore il prezzo del Bitcoin è calato del 12%, quello di Ethereum del 22%. BNB, XRP, solana, cardano e avalanche presentano panorami ancora più foschi, con cadute che vanno dal 25% al 33%.

A questo punto il timore è che gli investitori decidano progressivamente di ritirarsi dal settore crypto per investire in risorse dal valore meno fluttuante, magari in beni rifugio. Seppur comprensibile, questo ripiegamento massivo porterebbe a ulteriori datti alle valute blockchain, svalutandone il valore fino a farle involvere ai tempi in cui erano una mera curiosità in mano ai fanatici di tecnologia.

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