La trasformazione digitale e la sostenibilità ambientale e sociale non sono in opposizione ma in sinergia. Questo quanto emerge dallo studio presentato oggi a Cernobbio da The European House – Ambrosetti e Microsoft Italia. Che con lo studio “Digitalizzazione e sostenibilità per la ripresa dell’Italia” hanno voluto presentare una prospettiva ottimistica e ricca di spunti per il futuro del nostro Paese. Che può sfruttare le più moderne tecnologie non solo per crescere economicamente ma facendolo con attenzione verso l’ambiente e le persone.
Il digitale aiuta la sostenibilità, ambientale e sociale
All’intervento a cui abbiamo partecipato questa mattina sono intervenuti l’Amministratore Delegato di Microsoft Italia Silvia Candiani insieme all’advisore scientifico di Ambrosetti Patrizia Lombardi. Che è Prorettore al Politecnico di Torino e Presidente della Rete Italiana delle Università per lo Sviluppo Sostenibile.
Insieme, hanno illustrato la ricerca realizzata da The European House – Ambrosetti per analizzare il contributo del digitale nel sostenibile. Partendo però dalla necessità di pensare una società più sostenibile in tutti gli aspetti. Abbattere del 55% le emissioni di CO2 entro il 2030 diventa essenziale, non solo perché ce lo chiede la Commissione Europea. Serve inoltre eradicare la disuguaglianza che continua ad aumentare dal 2008 e che nel 2020 è aumentata del 12%, il maggior rialzo di sempre. Impossibile dimenticarsi di come la recente pandemia abbia trasformato il mondo del lavoro, introducendo nuove forme di collaborazione.
I vantaggi del sociale sulla sostenibilità
Dal punto di vista ambientale, i vantaggi del digitale sono evidenti. Secondo i calcoli di Ambrosetti e Microsoft, si stima che tra il 2020 e il 2030 il digitale contribuirà ad abbattere fino al 10% delle emissioni rispetto ai livelli del 2019 (37 milioni di tonnellate di CO2 annue).
Dal punto di vista sociale, l’adozione di modelli di lavoro a distanza (63,7% del campione di 200 aziende) e collaborazione (+59%) contribuiscono a dare strumenti flessibili ai lavoratori. Che sempre di più vedono nella possibilità dello smart working una importante misura di welfare aziendale.
Ma il digitale per aiutare la sostenibilità non è solo una scelta morale. È un vantaggio economico. Le aziende digitalizzate hanno un beneficio sulla produttività rispetto a chi non lo ha ancora fatto (+64% in Italia, contro il +49% europeo).
Le aziende vogliono puntare sul sostenibile
Questi dati svelano un cambiamento di sensibilità già avvenuto nel Paese. Il 64% delle aziende intervistate considera infatti la sostenibilità ambientale come uno dei pilastri della propria visione. Per il 59% si tratta di efficientare processi interni, per il 39,6% rinnovare prodotti e servizi. Il 5% indica anche la necessità di puntare su nuove figure professionali per puntare sul digitale in chiave sostenibile.
Ma purtroppo dai dati di Ambrosetti e Microsoft emerge la differenza fra grandi aziende e le PMI. Infatti solo il 47% delle piccole e medie imprese mette la sostenibilità al centro, contro il 67% di quelle di grande dimensione. Tuttavia, queste aziende puntano maggiormente a efficientare e rendere green la supply chain (50%) e assumere persone in grado di facilitare il cambiamento. Puntano su persone e approvvigionamento.
Sebbene addirittura l’86% delle aziende dichiara di aver messo in campo processi sostenibili, le aziende che fanno leva sul digitale per farlo sono più le grandi (69%) che le piccole (38% del campione). Lo sforzo è maggiore per le piccole realtà. Che tuttavia hanno grandi piani per il futuro: il 38% ha progetti in testa da mettere in pratica.
I principali fattori che rendono il digitale una risorsa
Secondo le aziende intervistate, i principali vantaggi nella digitalizzazione a livello di sostenibilità sono:
- Diminuzione degli spostamenti (71,2%),
- dematerializzazione dei processi (68,4%),
- gestione più efficiente delle operations (50,9%)
- incremento delle attività di monitoraggio (49,1%)
Silvia Candiani, Amministratore Delegato di Microsoft Italia, sintetizza bene lo studio: “Le tre grandi sfide per il rilancio del nostro Paese – sostenibilità, digitale e inclusione sociale – sono strettamente legate tra di loro e, investendo in maniera sinergica e strategica, possono creare un circolo virtuoso in grado di accelerare non solo la ripresa, ma l’evoluzione verso nuovi modelli di business e vita più sostenibili“.
L’azienda ha in testa un traguardo chiaro: “Come Microsoft, siamo al fianco delle organizzazioni pubbliche e private con soluzioni, risorse e competenze volte a favorire la crescita del loro business in maniera sostenibile, a creare ambienti di lavoro più flessibili produttivi e inclusivi, oltre a supportarle nel creare professionalità al servizio delle nuove sfide. Il nostro impegno si inserisce anche sui temi della sostenibilità, sia in maniera diretta con un piano di riduzione del nostro impatto ambientale sia con soluzioni e iniziative volte ad aiutare imprese, enti e associazioni ad evolversi in modalità green“.
Gli obiettivi per la sostenibilità del digitale
The European House – Ambrosetti insieme a Microsoft Italia hanno pensato a delle proposte indirizzate ai policymaker e alle aziende:
- Abilitare il diritto/dovere alla formazione digitale attraverso un “new Deal” delle competenze
- Sancire il diritto universale al digitale come leva di inclusione sociale e riduzione delle disuguaglianze.
- Individuare standard condivisi per misurare l’impatto delle aziende tra i molti esistenti
Infine, occorre Valorizzare il punto di vista dei giovani. Con interventi come Sustainability Challenge cui hanno partecipato 16 giovani studenti e neolaureati. Arrivando all’idea vincente Smart Borgo, che introduce un modello phygital per i borghi italiani, che senza soluzioni di smart working adeguate rischiano di svuotarsi.
Il digitale può essere una marcia in più per il nostro Paese. Date un’occhiata al sito di Microsoft per capire quali soluzioni abbiamo di fronte.
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