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Dopo Netflix, anche Disney+ blocca gli account condivisi

Si comincia dal Canada

Le piattaforme di streaming sono una grande comodità (per noi) e fanno arrabbiare Nanni Moretti, che – non senza ragione – ci ricorda come i film andrebbero visti al cinema.

Eppure, dopo un lungo periodo di gaudio assoluto, qualcosa sta iniziando a cambiare. Non solo perché, come vedremo, siamo nel bel mezzo di una stagione di rincari per tutte le maggiori piattaforme.

Ma anche perché, iniziando da Netflix, è in atto una stretta sulla condivisione delle password. Toccherà adesso a Disney+, che bloccherà gli account condivisi. Scopriamo quindi cosa ha deciso Disney+, e da quando (e in quali Paesi) lo stop sarà effettivo.

Disney+ e il blocco degli account condivisi

Lo stop di Disney+ agli account condivisi sarà operativo dal 2024. E ha come obiettivo dichiarato quello di monetizzare i tanti profili abusivi.

Il calo delle entrate, per il canale, nel 2022 è stato consistente: il profitto è sceso, rispetto agli 1,4 miliardi di dollari dell’anno precedente, addirittura di 460 milioni di dollari.

E come è successo per Netflix, anche per quanto riguarda il blocco degli account condivisi di Disney+ il Paese pilota sarà il Canada, dove la stretta inizierà già il prossimo 1° novembre.

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La notizia è stata riportata da The Verge, in un articolo pubblicato nella giornata di mercoledì 27 settembre. Nel quale leggiamo che gli utenti canadesi con l’abbonamento in scadenza hanno ricevuto una mail con l’avviso dell’imminente modifica.

Disney binge watching Echo Netflix

La comunicazione

La mail fa sapere che “stiamo implementando restrizioni sulla tua capacità di condividere il tuo account o le credenziali di accesso al di fuori della tua famiglia”.

Non sono stati forniti ulteriori dettagli, ma è facile attendersi – come è accaduto per Netflix – che dopo il Canada toccherà agli altri Paesi. Così come il blocco della condivisione delle password di Netflix, attivo da marzo, è arrivato in Italia nel mese di maggio.

Si tratterà comunque di una norma che renderà operativa una regola già inserita nel contratto di Disney+. Che al punto C recita: “Condivisione di un account. Se non diversamente consentito dal proprio Piano di Abbonamento, l’utente non può condividere il proprio abbonamento all’esterno del proprio nucleo familiare. Per Nucleo Familiare si intende l’insieme dei dispositivi associati all’abitazione personale principale dell’utente e utilizzati dalle persone che vi risiedono.”

Il nuovo piano con la pubblicità

Un altro modo per monetizzare, sempre sul solco di Netflix, è la riorganizzazione dei piani di abbonamento di Disney+, con l’introduzione di un piano con pubblicità.

Dal primo novembre in alcuni Paesi, tra cui l’Italia, ci si potrà iscrivere al piano standard con pubblicità al costo di 5,99 euro. Si avrà la definizione full HD e non ci sarà la possibilità di scaricare i contenuti.

Rimarranno attivi l’abbonamento standard, al costo di 8,99 euro al mese (89,90 se si sottoscrive l’abbonamento annuale) e quello premium (con definizione fino a 4 K UHD e HDR) a 11,99 euro al mese (119,90 per l’abbonamento annuale).

Le parole di Bob Iger

Già nel mese di agosto il Ceo di Disney+, Bob Iger, aveva accennato alla possibilità di una riorganizzazione degli abbonamenti.

E, come abbiamo riportato in un articolo, anche all’ipotesi di una stretta sugli account condivisi. Iger aveva infatti dichiarato che stava “esplorando attivamente modi per affrontare la condivisione degli account”.

E aveva anche dettato i tempi: “Anche se è probabile che vedrete qualche impatto nel calendario 2024, è possibile che… il lavoro non sarà completato entro l’anno solare. Ma certamente l’abbiamo stabilita come una vera priorità, e pensiamo davvero che qui ci sia un’opportunità per far crescere la nostra attività”.

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La stagione dei rincari

Come riportano i colleghi di Wired, i colossi dello streaming hanno dovuto far fronte a un calo degli ingressi, dopo che i mesi della pandemia hanno – diciamo necessariamente – fatto schizzare il numero degli abbonati.

E così, nell’ultimo anno, Netflix, Disney+, Prime Video (incluso in Amazon Prime), Dazn, Spotify, Apple Tv e Deezer hanno ritoccato o ritoccheranno al rialzo i prezzi dei loro abbonamenti.

Per prendere solo l’esempio di Disney+, che in Italia conta circa 3,5 milioni di abbonati, l’attuale piano standard (a 8,99 euro al mese o 89,90 euro) si trasformerà nel piano premium. Che, come abbiamo visto, costerà 11,90 euro al mese, o 119,90 con la formula dell’abbonamento annuale.

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Autore

  • Claudio Bagnasco

    Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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