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Facebook ha imparato a gestire le elezioni? Le differenze fra il 2016 e il 2020

Un nuovo report dell'azienda spiega come siano cambiati gli attacchi dei bot, e come Facebook abbia imparato a gestirli

Facebook ha pubblicato un rapporto che racconta le influenze esterne sulla piattaforma, in particolare per quanto riguarda le elezioni. Dopo aver attestato come gli hacker russi della Internet Research Agency (IRA) abbiano sfalsato le elezioni presidenziali americane nel 2016, Facebook ha lanciato un’indagine dal 2017 al 2020. In questo periodo gli attacchi hanno cambiato forma, ma anche la capacità del social di notarli è mutata.

Facebook e l’influenze esterne durante le elezioni

Secondo il nuovo rapporto, Facebook continua a trovare attacchi da parte dell’IRA per minare le elezioni in Paesi stranieri, in particolare in America. Ma le tattiche sono cambiate. Per esempio l’anno scorso Facebook e Twitter hanno scoperto uno strumento che utilizzava le credenziali di alcuni giornalisti americani, che venivano segnalati come autori di articoli fake news condivisi sulla piattaforma.

Nathaniel Gleicher, Head of Security Policy di Facebook, spiega: “Gli hacker avevano affrontato un campo vuoto nel 2016 e il mondo oggi è molto diverso. Ma ci sono sempre più attaccanti che stanno usando queste tattiche rispetto al 2016”.

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Minaccia dall’interno

Un’altra grande differenza riguarda la provenienza degli attacchi. Infatti Facebook rileva che i bot e gli attaccanti che provengono da Russia e Iran sono pari a quelli che attaccano dagli Stati Uniti. In particolare, negli USA gli attacchi vengono da associazioni cospiratorie e dalle vedute politiche estreme.

Inoltre Facebook fa notare che spesso queste fake news generate e diffuse in automatico venivano poi gonfiate da veri personaggi pubblici. Facebook non usa il nome di Trump ma dice che “l’allora presidente degli Stati Uniti ha promosso false informazioni provenienti da molte nazioni, fra cui Russia e Iran”.

Facebook sta migliorando nella gestione degli account fasulli. Ma la lentezza della risposta alla cospirazione di QAnon e il ritardo nel togliere una piattaforma agli organizzatori dell’attacco terroristico al Campidoglio americano del 6 gennaio mostrano che c’è ancora molta strada da fare. Il rapporto spiega: “Le elezioni del 2020 hanno portato in luce la complessità nel separare le influenze esterne da quelle interne, che possono allinearsi”.

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Source
Engadget

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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