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Ci sarà spazio nel futuro delle città per la guida autonoma?

I taxi autonomi Ford non debutteranno nel 2021. Tecnologia acerba o non più adatta al futuro?

Fino a pochi mesi fa, il futuro della mobilità, urbana e non solo, era rappresentato dal veicolo condiviso e autonomo.
Tra sharing di veicoli, il potenziamento dei mezzi pubblici e l’ascesa dei veicoli autonomi, la prospettiva delle città intelligenti e connesse, le cosiddette “smart cities”, era ben chiara nelle nostre menti.
Con l’attuale situazione globale, però, ciò che ritenevamo il futuro prossimo sta subendo un rallentamento, se non un brusco stop.
É infatti notizia di questi giorni che i taxi autonomi Ford non vedranno la luce nel 2021 come da programma.

La Casa americana, infatti, ha dichiarato di aver posticipato il debutto delle corse dei suoi taxi autonomi in 3 città degli Stati Uniti al 2022.
Non è stata specificata la motivazione dietro questa decisione.
É però intuibile come la decisione sia stata influenzata dalla pandemia che sta mettendo a dura prova tutto il mondo e in particolare gli Stati Uniti.
Sorge quindi spontanea una domanda: la mobilità condivisa e autonoma sta subendo uno stop temporaneo?
Oppure stiamo per assistere ad un cambiamento delle città del futuro?

Taxi autonomi Ford posticipati, ma gli investimenti rimangono

La notizia può non essere subito percepita come di vitale importanza per un pubblico europeo.
Il progetto pilota dei taxi autonomi Ford, infatti, è realtà già da diverso tempo.
Da diversi mesi, infatti, in molte città americane è stato possibile vedere delle Ford Fusion (la “nostra” Mondeo per il mercato americano) convertite alla guida autonoma effettuare centinaia e centinaia di km di test.

Questo in vista del debutto del servizio ufficiale di taxi autonomi in molte città americane, tra cui Miami, Austin e Detroit.
Tutto però è cambiato con l’esplosione della pandemia da Covid-19 in tutto il mondo.
In questo momento, infatti, i consumatori non subiscono più l’appeal della condivisione di mezzi di trasporto, sia che essi siano pubblici o veicoli a guida autonoma.
In giro per il mondo, infatti, sono tantissime le persone che cominciano ad avere dei dubbi su quale tipo di mobilità sfruttare alla riapertura.
Questo ha anche portato l’inatteso ritorno in auge della cara vecchia auto privata, che ormai sembrava avere i giorni contati.

Taxi autonomi Ford Argo Ai

La condivisione adesso ha meno appeal, scemato insieme all’exploit del trasporto pubblico intelligente.
Questo però non significa che Case ed amministrazioni comunali abbandoneranno i progetti di guida autonoma e sharing.
Ford infatti ha solamente posposto il debutto della sua nuova tecnologia, in attesa di tempi più prosperi.
In questa direzione va proprio l’annuncio di mantenere gli investimenti sulla guida autonoma.
Infatti su ArgoAI, la compagnia che sviluppa tecnologie per la guida autonomia in cui investono Ford e Volkswagen, sia la Casa di Detroit che quella tedesca hanno assicurato gli investimenti di oltre 4 miliardi di euro entro il 2023.

Di certo, questo stop fa riflettere, e porta a vedere in modo diverso il futuro di città ed aziende che investono da anni su questo tipo di mobilità.

Niente marcia indietro: un futuro con diverse strade percorribili

Non penso sarà la prima volta che vedremo un piano riguardante la mobilità “del futuro” slittare di qualche mese.
Si perchè se fino a qualche mese fa la mobilità condivisa, autonoma e senza proprietà dei mezzi era il futuro praticamente assicurato, ora ci sarà come minimo un ridimensionamento dei piani “autonomi” di Case e città.

Del resto, una volta passato l’inevitabile scoglio della diffidenza delle persone a condividere gli spazi dopo la quarantena, ci sarà sicuramente spazio per una mobilità condivisa, ma di certo pensata diversamente.
Non che questa sia una novità.
Da molti addetti ai lavori, infatti, si evince come le grandi aziende abbiano già capito da tempo che le smart cities  non saranno tutte le città del mondo.
Anzi, le città che potranno diventare smart cities sono poche e molto circoscritte.

La guida autonoma ad esempio, secondo Jim Hackett (CEO di Ford) sarà caratterizzata da “geo-fencing“.
Cioè, le auto autonome avranno un “recinto” virtuale in cui potersi attivare, al di fuori del quale il comando tornerà al conducente.

Il futuro della mobilità si sta quindi delineando in maniera diversa. 
Di certo è ancora presto per dirlo, ma molto probabilmente vedremo la presenza di due realtà molto diverse.
Le auto private e la mobilità elettrica infatti potrebbero trovare un equilibrio, in attesa di capire in che direzione andrà il nostro mondo. T
utto questo, però, senza abbandonare le incredibili tecnologie che stiamo sviluppando e che vedremo presto nelle nostre vite. Forse solo in una veste differente.

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Giulio Verdiraimo

Ho 22 anni, studio Ingegneria e sono malato di auto. Di ogni tipo, forma, dimensione. Basta che abbia quattro ruote e riesce ad emozionarmi, meglio se analogiche! Al contempo, amo molto la tecnologia, la musica rock e i viaggi, soprattutto culinari!

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