fbpx
MotoriNews

Formula 1: pane, motori e tanta tecnologia cloud

La Formula 1 viaggia veloce sul cloud. Abbiamo fatto un giro esclusivo al Media e Technology Center per scoprire come F1 strutta la tecnologia di AWS per il broadcasting e per rendere la gara iper-coinvolgente

TOP AUTHOR

Quando pensi che la Formula 1 sia un “circo” fatto di soli motori, ti sbagli, e mi sbagliavo anche io. Ho sempre visto il circus della F1 come un luogo in cui motori e tecnologia si fondono ma mai avrei pensato in questo modo. Durante il Gran Premio D’Italia, uno dei più belli in assoluto, immersa nel verde del Parco di Monza, ho scoperto perché la Formula 1 ha la testa tra le nuvole del cloud di AWS grazie a un tour esclusivo del Media e Technology Center che accompagna ogni singolo Gran Premio in giro per il mondo e che ne rappresenta il cuore pulsante; un cuore che permette ai fan di vivere la gara attimo per attimo.

formula1 aws media broadcast center
Media e Technology Center – Credits: Formula 1

No aspetta: in che senso il cloud e la Formula 1?

Domanda più che legittima. AWS (Amazon Web Services per i non addetti ai lavori) è una società di servizi cloud che opera dal 2006. Qualche anno fa AWS e Formula 1 hanno stretto una forte partnership, non solo legata alla sponsorizzazione ma basata soprattutto su un supporto tecnico e tecnologico non indifferente che ha cambiato le sorti del circus in termini di efficienza di risorse ed energie interne e di coinvolgimento dei fan… che alla fine sono l’anima di questo sport. Come sapete, il fulcro della Formula 1 è lo storytelling. La differenza è come la magia di una corsa viene raccontata.

Come anticipato, la partnership tra i due colossi non è legata meramente al vil denaro, altrimenti si sarebbe chiamata sponsorship. Ciò che lega quindi Formula 1 a AWS è una vero rapporto di collaborazione per raggiungere due obiettivi ben distinti: elaborare in modo più efficiente la mole di dati e coinvolgere di più il pubblico.

Ma come si fa tutto questo concretamente?

Il nucleo di tutto questo sono i dati, tanti dati. Ogni auto di F1 infatti contiene 300 sensori che generano 1,1 milioni di punti dati di telemetria per secondo trasmessi dall’auto ai box. Una miniera d’oro di informazioni che, se non rielaborae a dovere, non portano nessun valore aggiunto.

Grazie alle tecnologie sviluppate da AWS, questi dati vengono combinati in tempo reale con quelli provenienti in oltre 70 anni di corse storiche, raccolti su Amazon S3 (servizio di archiviazione dati di Amazon), per estrarre dati concreti ed estremamente dettagliati che informano, educano e arricchiscono l’esperienza dei fan, offrendo una visione più approfondita della scelta della strategia di gara che crea prestazioni vincenti sul tracciato.

Insomma quelle grafiche che vedete comparire a schermo sono tutte elaborate grazie all’intelligenza artificiale e il machine learning di AWS e si dividono in 3 categorie: strategia di gara, analisi dei competitor e performance della macchina. Grazie ai dati infatti è possibile, ad esempio, prevedere il numero di giri entro cui l’auto più indietro si porterà alle spalle dell’auto in testa oppure calcolare gli intervalli di tempo stimati per i pit stop (basandosi sulla mescola, sui tempi sul giro e sulla posizione delle auto sulla pista) oppure ancora è possibile vedere quali piloti stiano spingendo la loro vettura al limite assoluto delle prestazioni rispetto ai loro compagni di squadra e concorrenti.

In questo modo milioni di dati incomprensibili si trasformano “magicamente” in informazioni fruibili che aggiungono qualcosa in più all’emozione della gara.

Il nostro compito è quello di rendere questi dati comprensivi e coinvolgenti per tutti coloro che sono seduti sul divano di casa e non solo per gli ingegneri” afferma Pete Samara di Formula 1.

La trasmissione TV non è un gioco da ragazzi

Ora però torniamo al Media e Technology Center perché è qui che la rivoluzione di Formula 1 ha preso forma. Dentro a questo tendone che sembra uscito da un film, ci sono schermi, ingegneri, gente con le cuffie e succedono cose, tante cose.

Qui in compagnia di Pete Samara – Director Of Innovation and Digital Technology di Formula 1 – ho scoperto davvero cosa succede… e c’è davvero da restare a bocca aperta.

Pete Samara Headshot
Pete Samara
Director Of Innovation and Digital Technology di Formula 1

Qui in questo luogo, vengono acquisite tutte le immagini che poi vengono trasmesse in TV. Abbiamo 25 telecamere distribuite in tutto il circuito e di tutto questo dobbiamo fare la regia decidendo così cosa trasmettere alle TV di tutto il mondo senza perdere nessuna delle emozioni della gara” racconta Pete Samara.
Tecnicamente le immagini vengono acquisite sul circuito, rimandate in Inghilterra – sede di Formula 1 – in cui c’è il centro operativo e poi trasmesse attraverso il cloud. La cosa stupefacente è che più di 120 persone sono in Inghilterra e 30 invece sono in circuito, mentre prima quasi tutti erano direttamente in circuito per eseguire le operazioni per il broadcasting.
Questa trasformazione fa parte di quella che tutti conosciamo come “digital transformation” che è avvenuta in modo rapido, anzi rapidissimo a causa dei cambiamenti dettati dal COVID.

Il nostro piano di portare tutto sul cloud per poter risparmiare in termini di trasporto ed emisioni era fissato in una tempo che va dai 3 ai 5 anni. A causa del COVID – o grazie al COVID, dipende dai punti di vista – abbiamo attuato il tutto in soli 3 mesi. Il nostro intento era quello di proteggere il personale, per evitare i contagi e quindi abbiamo ottenuto quello che vedi oggi. Una regia perfettamente funzionante, una macchina perfettamente rodata che funziona grazie alle tecnologie cloud fornite dal partner tecnologico AWS” racconta Samara.

Ma come si a fa risparmiare in trasporto ed emissioni grazie al cloud? Non mi era chiarissimo il meccanismo e quindi ho chiesto a Pete Samara di farmi un esempio esemplificativo di come la loro transizione digitale sia avvenuta.

La vedi tutta quella attrezzatura li?” – indicando uno degli schermi dentro il Media e Braodcast Center che mostrata i PC e schermi della centrale in Inghilterra – “Ecco, quella attrezzatura, che per la cronaca pesa 30/40 tonnellate, rimane sempre in Inghilterra senza doversi mai spostare. Mentre prima la spostavamo di circuito in circuito per poter avere una gestione delle riprese e della regia come si deve. Abbiamo quindi ridotto del 30% il nostro personale e materiale viaggiante. Non solo quello ovviamente. L’attrezzatura ha bisogno di refrigerazione… pensa ai circuiti come Singapore o in Barhein, oppure banalmente si può rompere durante il trasporto. Ecco con il cloud abbiamo ridotto rischi, aumentato l’efficienza e proteggendo le nostre persone“.

Ovviamente per poter operare sul cloud in modo così massiccio, l’approccio di Formula 1 – in circuito – è stato completamente rivisto: 10 giorni prima dell’arrivo del circus in circuito, il fornitore di connettività, si occupa di installare una connessione ultra rapida che permetta ai dati di viaggiare in Inghilterra senza interruzioni.

Formula 1 non è l’unica che sta attuando questa strategia basata sul cloud, ma Pete Samara è consapevole che questo sia un trend percorso in molti altri sport.

Tra le nuvole in tre mesi… e ora?

E ora che si fa? Quali sono i prossimi step visto che gli obiettivi sono stati raggiungi con così grande anticipo a causa del COVID-19?
Quello che abbiamo fatto con le grafiche insight in tempo reale è qualcosa che il pubblico fruisce in modo semplice, ma ti assicuro che il tempo speso per poter far si che questo accadesse è incalcolabile” racconta orgoglioso Pete Samara. “In futuro continueremo ad ampliare gli insight rendendoli sempre più coinvolgenti e sempre trasformando il dato in qualcosa di utile per i nostri spettatori“.

Abbiamo capito che in Formula 1 si corre veloci non solo in pista ma anche nella vita di tutti i giorni, alla ricerca sempre della performance migliore.

Per noi di Formula 1, la parola performance non significa essere i più veloci – fare un bel fucsia – in quello che facciamo. Per noi performance significa essere credibili, efficienti (anche nei costi) e sostenibili. Quello che abbiamo attuato fino ad ora è un cambio culturale nel modo di lavorare, tutti i nostri ingegneri lo hanno fatto. Tutto questo è stato possibile farlo insieme alla stretta partnership con AWS che per noi non è solo un fornitore, non vuole farci usare sempre più cloud per farci spendere sempre di più e comprare più servizi. E’ un partner che ci ha messo a disposizione anche il proprio know-how per poter adottare la soluzione ibrida che abbiamo messo in piedi“.

Insomma, quello che è ben celato agli occhi del pubblico è il lavoro di ricerca e sviluppo che ogni giorno Formula 1 svolge, non solo durante le gare. Quello che il pubblico vede benissimo invece – e che ormai ha imparato a leggere – sono le grafiche insight che accompagnano tutte le gare. E adesso avete sicuramente capito perché su ogni grafica ci sia scritto sempre “powered by AWS” ?

Da non perdere questa settimana su Techprincess

🍎Nuovi iPad e accessori: cosa aspettarsi dall’evento Apple del 7 maggio
🍿Fallout: tutte le domande irrisolte alle quali la Stagione 2 dovrà rispondere
🛞Come scegliere gli pneumatici estivi per l’estate? I fattori da considerare
🤯Google licenzia 28 dipendenti per proteste contro il progetto Nimbus in Israele
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Fjona Cakalli

Amo la tecnologia, adoro guidare auto/camion/trattori, non lasciatemi senza videogiochi e libri. Volete rendermi felice? Mandatemi del cibo :)

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button