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Fossil Gen 5 Carlyle HR recensione: un vero flagship per Wear OS

Abbiamo provato l'ultimo arrivato degli smartwatch con il sistema operativo di Google

Wear OS, il sistema operativo per smartwatch di Google, da anni fatica a ottenere la stessa rilevanza del suo ‘fratello maggiore’. Se infatti Android è il sistema operativo più popolare per smartphone, nel campo dei wearable, tra smartband e orologi con sistemi operativi proprietari di ogni sorta, Wear OS risulta essere solo una tra le tante opzioni. Oltre al software, anche le piattaforme hardware hanno influenzato questo posizionamento. Fare la recensione del nuovo Fossil Gen 5 Carlyle HR, dotato proprio di questo sistema operativo, è stata quindi una boccata di aria fresca, perché, forse per la prima volta, ho tra le mani un dispositivo in grado di centrare molti dei punti necessari a sfruttare al meglio la piattaforma di Google e a renderla competitiva. Ma partiamo dall’inizio.

Fossil Gen 5 Carlyle HR recensione

Analizziamo insieme le caratteristiche, i pregi e i difetti di questo dispositivo, punto per punto.

Aspetto e specifiche

Già soltanto da un punto di vista estetico, il nuovo Carlyle HR è molto elegante e pulito: con uno schermo AMOLED 328ppi da 1.28″ a filo con la cassa 44mm, si tratta di un dispositivo molto bello da guardare ed usare quotidianamente. Essendo poi compatibile con anche cinturini di terze parti da 22mm, è possibile adattarlo veramente ad ogni stile. L’unico possibile problema riguarda la sopracitata dimensione della cassa, che potrebbe risultare eccessiva per chi ha un polso particolarmente piccolo.

Il design tutto schermo ha  poi anche un difetto: è perennemente esposto ai ‘pericoli’ del mondo esterno, che nel mio modello ha portato, anche per colpa dei miei ‘maltrattamenti’, ad accumulare alcuni piccoli graffi. Lo schermo poi si riempie abbastanza facilmente di ditate, cosa che vi porterà a pulirlo abbastanza spesso. Né i graffi che le ditate, però, inficiano sull’utilizzo quotidiano, grazie anche alla buona luminosità dello schermo, capace rendere sempre chiara e piacevole l’interfaccia (tranne forse sotto luce diretta del sole).

Oltre al touchscreen dello schermo, sul lato destro troviamo ben tre pulsanti: quello centrale, che funge da tasto ‘Home‘, è anche utilizzabile come rotellina per scorrere tra i vari menù. I tasti più piccoli, invece, sono liberamente programmabili, a seconda delle proprie esigenze. Io, per esempio, ho impostato per il tasto inferiore l’apertura dell’app ‘Timer‘ (molto utile per cucinare), mentre per quello superiore ho impostato l’apertura di Google Pay, per pagare al volo negli esercizi dotati di POS.

Ma parliamo ora un po’ delle specifiche hardware: questo orologio, infatti, è dotato del meglio del meglio a disposizione per Wear OS, ovvero il processore di Qualcomm Snapdragon Wear 3100, pensato proprio per ottimizzare insieme prestazioni e durata della batteria. Ad affiancare questo SoC sono ben 1GB di RAM (abbastanza per questa categoria di device) e 8GB  di storage, per installare applicazioni dal Play Store. Troviamo inoltre il supporto a WiFiBluetooth 4.2 a basso consumo energetico per il collegamento con il proprio telefono, il GPS per la navigazione tramite Google Maps e l’NFC per effettuare pagamenti contactless con Google Pay.

Abbiamo anche ovviamente tutta una serie di sensori per il monitoraggio della propria salute e della propria attività sportiva, dal sensore di battito cardiaco, seguendo con accelerometro, altimetro, sensore luce ambientale fino al giroscopio. Questo smartwatch è dotato anche di un microfono, utilizzabile per interagire con l’assistente vocale Google Assistant e per effettuare le chiamate direttamente dallo smartwatch grazie anche all’altoparlante integrato.

Insomma, un dispositivo completo e a tutto tondo, con però due grandi assenti, presenti su altri dispositivi di alta fascia: dal lato dei sensori, manca la possibilità di monitorare il sonno e di verificare irregolarità nel proprio battito cardiaco, tutte cose possibili già ora su Apple Watch e sugli smartwatch di Samsung. Dal lato della connettività invece, non è possibile avere questo orologio con integrata la rete LTE, risultando quindi impossibile usarlo senza il cellulare a portata di mano e connesso. Due aspetti che però sono per la maggior parte delle persone non così rilevanti, e che quindi non inficiano troppo sul giudizio riguardante questo dispositivo.

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Utilizzo quotidiano

Ma parliamo ora di come sia effettivamente utilizzare questo orologio nella nostra vita quotidiana. Dopo aver collegato il dispositivo al nostro cellulare, Android o iOS che sia, tramite l’app dedicata, potremo impostare da quest’ultima l’aspetto del nostro quadrante, le schede presenti (sostanzialmente dei widget) scorrendo a destra e il tipo di notifiche che vorremmo ricevere.

Tutte operazioni che potremo fare anche direttamente dall’orologio, con l’opportunità, a seconda del tipo di utilizzo che si adatta a noi, di decidere il profilo energetico del dispositivo. Ognuno prevede un diverso compromesso tra la quantità di funzionalità abilitate e la durata della batteria: il giornaliero, con nessuna limitazione in termini di features, permette comunque di raggiungere tranquillamente fine giornata, ma richiederà in pratica di caricare il dispositivo ogni notte. L’altro estremo è il ‘Solo ora‘, capace di far durare l’orologio anche settimane mostrando però solamente l’orario. In mezzo, c’è ‘Esteso’, che disabilita molte cose per portare l’autonomia a qualche giorno, con però una criterio non esattamente intuitivo di scelta per quali funzioni mantenere e quali no.

Personalmente, se non sapete bene come orientarvi, il mio consiglio è quello di usare a pieno il vostro Fossil, ricaricandolo ogni giorno, visto che comunque dormirci non è comodissimo né particolarmente utile. Se invece sapete un po’ come muovermi, avete a disposizione un profilo ‘Personalizzato’ dove scegliere a vostro piacimento cosa tenere acceso e cosa no.

L’interfaccia è molto intuitiva e familiare se avete già usato un dispositivo Wear OS (ma anche se questo non fosse il caso): dalla Home, come uno swipe verso destra si va alla schermata di Google Assistant, simile alla schermata Feed di Google presente su molti cellulari. Andando verso sinistra, invece, troveremo, una per una, le varie schede con widget personalizzabili per le varie applicazioni (Timer, Google Fit, Calendario, etc etc…). Verso l’altro avremo le notifiche, mentre verso il basso troveremo le Impostazioni rapide, con incluse le shortcut per la batteria, i controlli audio e Google Pay.

Anche l’interazione con le notifiche dei messaggi, sia grazie alle risposte rapide che con la possibilità di dettare il testo di risposta, rende possibile tirare fuori molto poco spesso il cellulare. Contribuiscono a quest’ultimo aspetto sia la possibilità di visualizzare le mappe e le indicazioni direttamente dal quadrante che l’interfaccia di controllo della riproduzione, che permette, a prescindere dalla presenza o meno dei comandi integrati nelle proprie cuffie, di interrompere la riproduzione o navigare tra le tracce mentre ascoltiamo la musica o un podcast.

Anche per l’utilizzo sportivo il dispositivo si è comportato egregiamente, misurando il mio battito cardiaco durante il giorno e permettendomi di monitorare in maniera precisa le mie sessioni di allenamento. L’integrazione con Google Fit permette di scegliere tra un’infinità di attività, mentre, per la corsa nello specifico, è comunque possibile scaricare dal Play Store app come Runtastic o Nike Training Club.

Fossil Gen 5 Carlyle HR recensione: acquistarlo oppure no?

Sono passate ormai diverse settimane da quando ho iniziato a provare il nuovo Fossil Gen 5 Carlyle HR per scriversi una recensione, e la mia esperienza è stata, nel complesso, molto soddisfacente, sia per le funzionalità appena elencate per che l’integrazione tra hardware e software di alto livello.

Eppure, per quanto riguarda il consigliare questo smartwatch ad altre persone, mi viene da mettere le mani avanti, visto il prezzo di listino non certo basso: parliamo infatti di 299€, in linea con altri prodotti wearable di alta fascia. Un prezzo secondo me altamente giustificato da tutte le funzionalità incluse in questo smartwatch, ma che lo rendono poco adatto a chi magari cerca soltanto un wearable per lo sport e l’ora.

Questo dispositivo non è inoltre probabilmente adatto a chi storce al naso all’idea di ricaricare ogni giorno un’altro dispositivo oltre al cellulare. Certo, esiste la possibilità, tramite la modalità estesa, di far durare la batteria qualche giorno, ma, date le funzionalità sacrificate, a questo punto potrebbe valere la pena semplicemente orientarsi verso un Huawei GT 2con sì meno funzionalità, ma anche con un prezzo di listino più basso ed un’autonomia che può, sulla carta, raggiungere anche due settimane

Per tutti gli altri, invece, posso solo consigliare vivamente il nuovo Fossil Gen 5 Carlyle HR (e anche Julianna HR, la versione ‘femminile’ distinguibile solo esteticamente), con cui sono sicuro vi troverete molto bene qualunque sia l’utilizzo che avete in mente.

Fossil Gen 5 Carlyle HR

Pro Pros Icon
  • Interfaccia pulita e scorrevole
  • Design elegante
  • Integrazione con Google Assistant
  • Molte applicazioni disponibili
Contro Cons Icon
  • Cassa abbastanza grossa
  • Batteria tendenzialmente giornaliera
  • Solo sensori di base per il monitoraggio della salute
  • No LTE

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Giovanni Natalini

Ingegnere Elettronico prestato a tempo indeterminato alla comunicazione. Mi entusiasmo facilmente e mi interessa un po' di tutto: scienza, tecnologia, ma anche fumetti, podcast, meme, Youtube e videogiochi.

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