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Tutto quello che posso fare con e senza il green pass

Scopriamo i luoghi e le attività free e quelli accessibili solo con il certificato verde

Ormai lo sappiamo tutti: da ieri, venerdì 6 agosto, è necessario il green pass per accedere a una serie di luoghi e attività, soprattutto al chiuso.

I telegiornali hanno mostrato le prime reazioni dei cittadini e quelle degli esercenti, che hanno il ruolo più delicato. In molti, ad esempio, ritengono un arbitrio che il gestore di un bar possa richiedere non solo il certificato ma anche un documento d’identità, sostituendosi in questo modo ai pubblici ufficiali.

Ma prima di entrare in delicate questioni a metà tra l’etica e la giurisprudenza, è necessario chiarire quello che può fare chi è in possesso del green pass. E, viceversa, luoghi e attività aperti anche a chi non ha il passaporto vaccinale.

Green pass: regole generali

Ricordiamo, intanto, che è necessario esibire il green pass da ieri, 6 agosto, sino al 31 dicembre, data a oggi fissata come termine dello stato di emergenza.

Può avere la certificazione (che si applica a tutte le zone di rischio, da bianca a rossa) chi è guarito dal Covid nei sei mesi precedenti, chi è stato vaccinato (almeno con una dose) da 15 giorni, e chi ha effettuato un tampone molecolare o rapido con esito negativo nelle ultime 48 ore.

green pass

Esenzioni e multe

Non devono possedere il green pass i cittadini inferiori ai 12 anni e persone in possesso di “idonea certificazione medica”. Per loro sarà presto creata una “certificazione digitale dedicata”. Fino ad allora, vale il certificato cartaceo.

Multe da 400 a 1000 euro per chi cerca di accedere senza green pass dove è obbligatorio. Per gli esercenti, dopo due infrazioni commesse in giornate diverse, la sanzione amministrativa accessoria prevede la chiusura dell’esercizio per un periodo da uno a dieci giorni.

Green pass nei bar e ristoranti

Questione sfaccettata. Il green pass è obbligatorio per le consumazioni al chiuso. Dove? In bar, ristoranti, pub e in qualunque altro tipo di esercizio pubblico che abbia locali interni. Come accadeva già prima del 6 agosto, ogni tavolo (al chiuso) può essere condiviso da un massimo di sei persone. Nessun limite di persone per i tavoli all’aperto.

Ma ecco un’eccezione: non occorre il green pass se si entra in un locale per una rapida consumazione al bancone, come il classico caffè.

Niente certificato nemmeno se qualunque tipo di consumazione, dal gelato al pranzo al ristorante, avviene all’aperto.

Anche per gli stessi ristoratori, o comunque per chi gestisce in un esercizio o vi lavora, non è obbligatorio il certificato verde.

Capitolo banchetti, come quelli di matrimoni, prime comunioni e altre cerimonie religiose o laiche. Green pass obbligatorio e buffet gestito unicamente da personale autorizzato. Si può optare per la formula del service solo nel caso in cui tutti gli alimenti siano contenuti in confezioni monodose.

Mense aziendali: green pass obbligatorio. Il nodo è stato sciolto proprio nelle ultime ore.

Strutture ricettive: green pass necessario?

Risolta anche un’altra questione controversa: quella della necessità o meno del green pass per entrare negli hotel e nelle strutture ricettive. E come comportarsi per sedersi ai ristoranti degli alberghi, o per andare al bar?

Nessun obbligo di certificato né per accedere alle strutture ricettive né a bar e ristoranti interni.

Con una precisazione, illustrata sulla pagina delle faq del sito del Governo: “Nel caso in cui i servizi di ristorazione siano invece aperti anche a clienti che non alloggiano nella struttura, l’accesso sarà riservato soltanto o a chi, cliente interno o esterno, è in possesso di una certificazione verde, in caso di consumo al tavolo al chiuso”.

Per quanto riguarda lo sport al chiuso, le strutture ricettive seguono le indicazioni valide per tutto il Paese. Quindi “l’accesso è riservato a chi ha una certificazione verde solo per quanto riguarda le attività al chiuso di piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra e centri benessere”.

Gli altri casi: green pass sì o no?

Abbiamo dunque visto come il green pass è obbligatorio per l’ingresso in piscine, centri natatori, palestre e centri benessere. O per praticare gli sport di squadra al chiuso, dal calcetto al basket.

Senza certificato non si entra nei luoghi della cultura: musei, mostre, cinema, teatri e biblioteche. E non si può accedere agli stadi né ai palazzetti dello sport.

Lo stesso metro è applicato in tutte le circostanze, lavorative o di svago, in cui ci sia il rischio di assembramento. Dunque green pass necessario in convegni, eventi e congressi. E in sale gioco e scommesse, bingo e casinò, centri culturali e ricreativi (al chiuso).

Obbligatorio il certificato anche per sagre, fiere, parchi tematici e di divertimento.

Con tre eccezioni, la prima delle quali è rappresentata dai centri estivi per bambini e ragazzi.

Seconda eccezione: i luoghi di culto, dove si può accedere anche al chiuso senza dover esibire il certificato verde.

Ulteriore eccezione: i centri termali. Il Governo spiega che “chi vi accede esclusivamente per usufruire dell’erogazione di prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza e per le attività riabilitative e terapeutiche non deve avere il green pass”. La prescrizione medica sarà però indispensabile.

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I vaccinati con Sputnik e ReiThera

I residenti a San Marino che si sono vaccinati col siero russo Sputnik saranno esentati dal green pass fino al 15 settembre. E i circa 900 volontari che si sono sottoposti alla sperimentazione col vaccino di ReiThera godranno dell’esenzione fino al 30 settembre.

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Cosa cambia dal 1 settembre

Scuole e università ripartiranno in presenza. Da mercoledì 1 settembre docenti e personale dovranno essere in possesso di green pass. Così come gli studenti universitari.

Il Governo specifica che “il mancato rispetto delle disposizioni è considerato assenza ingiustificata, e a decorrere dal quinto giorno di assenza il rapporto di lavoro è sospeso e non sono dovuti la retribuzione, né altro compenso o emolumento”.

Dal 1 settembre certificato verde indispensabile anche per usufruire dei mezzi di trasporto a lunga percorrenza. E cioè aerei, navi e traghetti (a eccezione del Messina-Reggio Calabria), treni a lunga percorrenza e alta velocità, autobus che attraversano più di due regioni.

Via libera anche senza green pass, invece, sui mezzi del trasporto pubblico locale, che però potranno essere riempiti sino all’80% della loro capienza massima.

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Autore

  • Claudio Bagnasco

    Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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