Ci sono tipi di automobili che fanno battere il cuore più di altre. Supercar, berline di lusso, fuoristrada. Per tantissime persone, però, c’è un tipo di auto che alimenta più di tutte la passione per le auto. Hot Hatch, compatte sportive, “piccole bombe”: con qualsiasi nome, questo tipo di auto fa emozionare milioni di appassionati in tutto il mondo. Benvenuti ad Auto For Dummies, la rubrica che spiega la galassia dell’automobile in modo semplice. Qui però ci occupiamo anche di “Glossario”, spiegando i termini più comuni del mondo dell’auto, partendo dalle iconiche e amatissime Hot Hatch. Pronti? Girate la chiave, si sgomma!
Partiamo dalle basi: che cos’è una Hatchback, o Hatch
Per capire che cos’è una Hot Hatch bisogna partire dal termine da cui nasce questo nome nato in Inghilterra ma ormai conosciuto dagli appassionati di motori di tutto il mondo: Hatchback. Per chi è un habituèe dei forum anglofoni o delle recensioni in lingua inglese su YouTube sarà una parola familiare, per altri simile all’arabo. Il suo significato però è davvero semplice.
In inglese, infatti, il termine hatch esiste sia in forma di verbo, con il significato di schiudersi, aprirsi sia in forma di sostantivo, con il significato di portello, boccaporto. Hatch è infatti un termine derivato dalla nautica, con il quale si vanno a definire quindi le grandi aperture che permettono l’accesso ai vari locali. Molto più di una semplice porta, ma un’apertura che prende tutto il perimetro dello scafo, o comunque della stanza dentro cui è montato.
E da qui, gli inglesi che con i nomi sono sempre molto fantasiosi hanno adattato il “boccaporto” al mondo dell’auto. Nel gergo automotive, infatti, Hatch non è un boccaporto, bensì il portellone posteriore delle auto a due volumi. Parliamo quindi di quelle auto chiamate in italia “5 porte” o “due volumi”, la cui parte posteriore è totalmente apribile per avere accesso al vano bagagli. Dal nome del loro portellone posteriore, Hatch, è stata poi coniata l’espressione “Hatchback“, traducibile in italiano letteralmente con “auto con retro a portellone”. In senso figurato però rappresenta soprattutto le automobili compatte a 3 o 5 porte, note nei paesi anglofoni proprio come Hatchback.
Quando è nato il termine Hot Hatch?
Abbiamo quindi capito cosa sono le Hatchback: le automobili compatte, tradizionalmente di Segmento B o C. Macchine come FIAT Punto, Renault Clio, MINI, FIAT 500 o le più grandi Volkswagen Golf, Alfa Romeo Giulietta, Ford Focus e così via. Per decenni questo tipo di auto sono state delle semplici auto da città o da famiglia, senza grandi pretese sportive. Le prime sportive compattissime sono state le prime MINI Cooper e le FIAT 500 Abarth negli anni ’60. Entrambe però non possono essere considerate Hatchack, in quanto nessuna delle due ha un portellone posteriore. Dopo di loro però hanno cominciato a nascere le prime Hot Hatch. Con Hot si intende quindi automobili a 2 volumi “calde”, quindi con tanta potenza e capaci di scaldare il cuore degli appassionati.
Per vedere le prime auto sportive dotate di portellone dobbiamo aspettare il 1976, con la nascita di quella che è considerata la prima Hot Hatch di successo: Volkswagen Golf GTI. In realtà, la palma di prima Hot Hatch va alla Simca 1100Ti del 1972. Mentre con Golf GTI se la gioca sul filo dei mesi la Renault 5 Alpine, lanciata proprio negli stessi mesi del 1976. Per esemplari venduti e mito creato, però, non si può togliere il merito alla Golf GTI Mk1 di aver reso popolare il segmento delle Hot Hatch.
Da lei sono nate poi altre rivali, più piccole come Ford Fiesta XR2i, più potenti, come la Peugeot 205 GTI, persino a trazione posteriore come l’indimenticabile Talbot Sunbeam Lotus. Il termine “Hot Hatchback”, però, cominciò a vedersi sulla stampa specializzata inglese solo dal 1983, con il mercato già florido di alternative. Nel 1984 poi è stato accorciato in “Hot Hatch”, e nel 1985 venne completamente sdoganato nell’uso comune e formale, dopo l’apparizione sulle pagine del Times.
Cosa rende un’auto una Hot Hatch?
Abbiamo quindi già visto alcune celebri Hot Hatch degli albori di questo incredibile segmento. Un tipo di vettura che non fa delle potenze esorbitanti e di prezzi da nobili il suo pezzo forte. Il vero valore aggiunto di una Hot Hatch è il divertimento di guida. In Inghilterra, patria d’elezione di questo tipo di vetture, dicono che sulle strade di campagna, le celebri B-Roads, non ci sono molte auto più divertenti di una Hot Hatch fatta a regola d’arte.
Ma cosa rende “Hot” una Hot Hatchback? Non tutte le vetture a 2 volumi con tanta potenza possono essere chiamate così. Ci sono alcuni requisiti fondamentali che devono esserci perchè l’auto sotto esame possa essere considerata una Hot Hatch. Innanzitutto, una compatta sportiva deve essere compatta.
Ci sono infatti auto con il portellone posteriore molto grandi e sportive, come ad esempio Porsche 944 e 928, o le più recenti Audi A5, Mercedes CLS Shooting Brake, o persino Ferrari GT4Lusso o Porsche Panamera. Queste sono a tutti gli effetti dotate di un portellone posteriore, quindi considerabili in un certo senso Hatchback. Per potenza, costo e dimensioni però non sono delle vere e proprie Hatchback, ma considerate piuttosto Coupè o berline-coupè. Le loro versioni sportive, quindi, non possono essere chiamate Hot Hatch, pur essendo senza dubbio Hot.
Il vademecum di una buona compatta sportiva
Una Hot Hatch quindi sono di solito modelli con una lunghezza massima di 4,50 metri, con eccezioni che superano questo limite come Honda Civic Type R. Le Hot Hatch poi sono di solito derivate da modelli più modesti, rivestendo il ruolo delle “versioni sportive” di un modello. Abarth 500 ad esempio è la versione sportiva di FIAT 500, o Ford Fiesta e Focus ST sono le versioni vitaminizzate delle rispettive “normali” Fiesta e Focus.
Inoltre, le Hot Hatchback hanno motori potenti ma non esagerati. Ci sono pochissime eccezioni di compatte sportive dotate di motori 5 o 6 cilindri: di solito, le Hot Hatch fanno affidamento a cari vecchi motori 3 o 4 cilindri, ormai quasi tutti dotati di turbocompressore. Le prestazioni quindi non sono esagerate. La trazione poi è solitamente anteriore, come le vetture da cui derivano. Ci sono Hot Hatch con trazione integrale, e alcune a trazione posteriore: la vera compatta sportiva però rimane a trazione anteriore, la più tranquilla delle impostazioni, ma capace di regalare tanto divertimento se ben realizzata.
Negli ultimi anni poi dalle Hot Hatch sono nate versioni ancora più “calde”, dotate spesso di trazione integrale e potenze ben oltre i 350 CV. Auto come ad esempio Ford Focus RS, Audi RS3 o simili rientrano solo per tipo di carrozzeria nella famiglia delle Hot Hatch. Per loro, capaci di accelerazioni paurosamente vicine ai 4 secondi nello 0-100 km/h, è stato coniato un altro termine: “Hyper Hatch“, icompatte iper-sportive.
Tornando alle nostre amate “piccole bombe”, tante Hot Hatch sono più lente di normali berline da famiglia turbodiesel. Un esempio? Suzuki Swift Sport o Volkswagen Up! GTI, entrambe con meno di 130 CV e uno 0-100 superiore a 8 secondi, ma apprezzate da tanti petrolhead. Come mai? Perchè il vero pregio delle Hot Hatch infatti non sta nelle prestazioni pure, seppur importanti, nè in potenze incredibili: sta nell’agilità e nel piacere di guida.
Una compatta sportiva con i fiocchi è un’auto che è in grado di fare senza troppi compromessi le stesse cose che fanno le compatte di partenza, ma regalando un sorriso a 32 denti a ogni curva. Sterzi precisi, cambi possibilmente manuali, telai rigidi e assetti che magari facciano anche un po’ giocare il pilota in curva, tra innocui freni a mano e sovrasterzi in rilascio.
Alcune delle migliori hot hatch di sempre infatti non sono le più lussuose del loro periodo, né le più potenti, o neppure le più costose. La vera “magia” di una Hot Hatchback è la capacità di avere un unione motore-cambio-sterzo-telaio-dimensioni che rendano divertente l’auto in ogni occasione. Andando a fare la spesa, facendo un viaggio, Andando a lavoro o all’università, portando i figli a scuola, o cercando un passo di montagna.
Questa “penta-angolazione” mette sullo stesso piano modelli costosi e potenti con piccole utilitarie con un centinaio di cavalli, come BMW M140 F20 e FIAT Panda 100 HP. Due modelli con 240 CV di differenza, con la bavarese al limite per potenza e trazione posteriore ad essere considerata una Hot Hatch, mentre il Pandino è stata per anni la sportivetta più economica sul mercato.
Due auto che più diverse non si può, ma che sono considerate dalla stampa internazionale due delle migliori hot hatch degli ultimi anni. Non conta la potenza, nè la trazione, nè la presenza o meno di soluzioni sofisticate e iper-tecnologiche. La compatta sportiva dei sogni è quella che ti fa divertire sempre, in ogni situazione.
Le più apprezzate Hot Hatch di sempre
Quali sono quindi le migliori Hot Hatch? Dalla prossima settimana inizieremo un viaggio nella storia delle compatte sportive, con 5 “highlights” per ogni decennio. Le Hot Hatch sono tra le automobili più amate del mondo, le uniche capaci di unire tutti, giovani e meno giovani, ricchi e meno ricchi, neofiti e piloti con decenni di esperienza, sotto un unico tetto. Un mondo che merita di essere conosciuto da chi, come spero molti di voi, sta muovendo i primi passi verso passione per l’auto. Ma è anche un modo per rinverdire la passione in chi è un vero appassionato da tutta la vita, e si emoziona anche solo a vedere auto leggendarie e immortali come quelle che vedremo nelle prossime settimane.
Ci vediamo quindi alla prossima puntata di Auto For Dummies, dove conosceremo le prime Hot Hatch di sempre, partendo dagli anni ’70. Qual è la vostra Hot Hatch preferita? Fatecelo sapere nei commenti! Noi ci vediamo ogni venerdì, sempre qui su techprincess. Ciaoo!
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