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Huggy Wuggy: il personaggio, il panico e la disinformazione | Facciamo chiarezza

Questo peluche blu attira l'attenzione dei più piccoli ma spaventa gli adulti. C'è davvero da preoccuparsi?

Se avete dei bambini, o siete appassionati del genere horror, probabilmente avete già sentito parlare di Huggy Wuggy. Cosa sta succedendo e per quale motivo questo peluche sta facendo così tanto scalpore? Cerchiamo di analizzare la situazione insieme.

Huggy Wuggy, il terrore blu dei genitori


Come potete notare dalle immagini e dalle infinite polemiche che si stanno ramificando attorno a questo giocattolo, Huggy Wuggy non è un supereroe della Marvel e nemmeno un peluche della Disney. Si tratta infatti di un mostro terrificante di un famoso gioco survival horror intitolato Poppy’s Playtime – un videogioco, lo sottolineiamo, concepito per giocatori adulti.

Pensate a Huggy Wuggy come una sorta di peluche muppet che, però, ne ha passate di tutti i colori. Un mostro terrificante, inquietante, un classico personaggio dei videogiochi horror. Prima di addentrarci nelle polemiche degli ultimi giorni che hanno come protagonista il nostro peluche, analizziamo velocemente il videogioco che riteniamo essere fondamentale ai fini del nostro articolo.

Il gioco: Poppy’s Playtime

Poppy’s Playtime è un videogioco survival horror, con classificazione PEGI 13, sviluppato e pubblicato dallo studio indipendente MOB Games. Suddiviso in due capitoli principali, pubblicati su Steam a distanza di qualche mese, il videogioco in prima persona mette i giocatori nei panni di un ex dipendente di Playtime Co, una fabbrica di giocattoli abbandonata.

Dopo aver ricevuto una lettera dallo staff che si credeva essere scomparso 10 anni prima, il protagonista ritorna nella fabbrica. Qui scoprirà che Huggy Wuggy, una grande figura umanoide che funge da mascotte della società, è in realtà un essere vivente e terrificante. I giocatori dovranno procedere in avanti risolvendo enigmi ed evitando la mascotte blu.

Questo personaggio ha catturato l’attenzione di tutti, specialmente i più piccoli che, al giorno d’oggi, hanno un accesso facilitato ad internet e piattaforme streaming quali YouTube e Twitch. A guardarlo bene, Huggy Wuggy non è il classico peluche che un genitore regalerebbe ai propri figli – specialmente dopo essersi informati sul suo conto.

Sappiamo però come funziona l’algoritmo di Google e di ogni piattaforma presente sul web: se un prodotto raggiunge le vette della popolarità, in qualche modo verrà reindirizzato verso i suggerimenti di determinate persone – specialmente persone appassionate di videogiochi. Sembra infatti che, in qualche modo, il personaggio si sia diffuso non solo su YouTube ma anche su Roblox, una delle più grandi aree di gioco online per bambini.

Questo personaggio è diventato così popolare che i peluche di varie marche diverse sono stati messi in vendita per i bambini, spesso anche come peluche per la buona notte. È normale però che molti genitori non siano felici di accogliere in casa loro – o sui dispositivi dei loro figli – questo mostro blu.

Il problema di Huggy Wuggy: perché è diventato un giocattolo “per bambini”?

Attualmente ci troviamo in una situazione in cui i genitori sono giustamente avvolti da paura e paranoia mentre gli educatori faticano a comprendere come questo personaggio possa avere così tanto successo tra i bambini. Questo, di conseguenza, ha portato alla diffusione di informazioni errate sullo scopo del personaggio e sui contenuti video che ha ispirato.

Nel Regno Unito, ad esempio, le scuole stanno mettendo in guardia i genitori dal “personaggio ingannevole”. Un preside britannico, David Hegarty, ha scritto su Facebook:

Mi è stato segnalato che un personaggio chiamato Huggy Wuggy viene visualizzato dai nostri figli online. Il personaggio è facilmente visibile sui canali YouTube ed è un orsacchiotto con denti affilati che canta canzoni inquietanti su abbracci e uccisioni. In uno dei video, l’orso chiede allo spettatore di esalare l’ultimo respiro. È un personaggio molto ingannevole, perché gli abbracci dovrebbero essere visti come qualcosa di gentile e amorevole.

Un’altra preside del Regno Unito, Justine Brown, sostiene che gli alunni giocano a Huggy Wuggy nel cortile, “abbracciando e sussurrando cose cattive nell’orecchio del destinatario”.

Alcuni adulti sembrano credere che il personaggio sia stato creato con cattiveria, con l’intento di ispirare una vera e propria violenza; il suo nome e il suo aspetto da giocattolo sono un modo per eludere l’occhio vigile dell’algoritmo e fare il lavaggio del cervello ai bambini.

Il problema è alla radice

Huggy Wuggy peluche tech princess

Ciò che molti genitori e adulti non sanno, poiché disinformati e vittime di panico, è che i contenuti spaventosi e violenti che hanno come protagonista Huggy Wuggy non sono minimamente rivolti ai bambini.

O meglio, tutti i contenuti presenti su YouTube (non stiamo parlando dei gameplay di gioco ma di queste canzoncine); TikTok e altre piattaforme, non hanno nulla a che vedere con il personaggio perché non sono collegate al videogioco. Ma procediamo per gradi.

Come abbiamo accennato prima, il personaggio è stato infatti concepito per spaventare gli adulti; la sua popolarità tra i bambini piccoli e la conseguente diffusione online non potevano essere previste dai creatori di Poppy’s Playtime.

Qui sorge un altro importante quesito – e consequenziale problema: se un videogioco è concepito per adulti, perché viene comunque visto dai bambini? Ci teniamo a sottolineare che quando ci riferiamo a bambini, stiamo parlando di bambini di età inferiore ai 13 anni (quindi al di sotto del PEGI scelto dalla società).

In merito a ciò, la Polizia di Stato ha suggerito a tutti i genitori di educare i propri figli riguardo il PEGI, spiegando loro cos’è e a soprattutto a cosa serve. I problemi però sono vari.

Il primo problema riguarda i bambini. Molti di loro sono a conoscenza del PEGI, di ciò che comporta ma semplicemente non hanno una dimensione reale del perché ci sia quel PEGI. Analogamente a ciò si buttano sul videogioco per semplice curiosità, perché gli adulti magari gli hanno detto no, non puoi giocare senza effettivamente aver spiegato loro il senso del PEGI.

All’epoca, con questo meccanismo, noi abbiamo giocato a Resident Evil 2 all’età di 6 anni. Cos’è successo? Nulla, a parte qualche incubo la notte e una conseguente passione per il genere horror.

Il secondo riguarda la scarsa attenzione di molti genitori riguardo le attività online dei propri figli. Attenzione, cari lettori: con questo non stiamo assolutamente dicendo che tutti i genitori non controllano adeguatamente i propri figli. È chiaro però che molti genitori falliscono nel controllare i loro figli e le loro attività su internet.

I bambini che navigano su YouTube per adulti senza supervisione probabilmente si imbatteranno nel mostro blu dai denti affilati; altri, invece, come è accaduto nel nostro Paese, guarderanno di loro spontanea volontà dirette streaming su Twitch o YouTube in cui adulti giocano al videogioco. In tal caso è normale che rimangano leggermente scossi ma è bene ricordare che non avrebbero dovuto, in primo luogo, cercare quel video.

Ci troviamo in un’epoca in cui la tecnologia si evolve alla velocità della luce ma fortunatamente abbiamo a disposizione numerosi metodi per proteggere i nostri figli da internet. I Parental Control sono qui per darci una mano e per proteggere i nostri figli.

Alla fine, però, ci sentiamo anche di dire questa cosa. I sistemi di Parental Control sono utili e rendono la vita più leggera; tuttavia è bene ricordare che i più piccoli, comunque, cresceranno nella collettività. Staranno a contatto con altri bambini, con altre persone, che potrebbero influenzare in modo positivo o negativo il modo in cui pensano.

Per questo riteniamo che la comunicazione sia lo strumento migliore per avvicinarsi ai propri figli, per capire cosa passa nella loro testa e per aiutarli, in un certo senso, a pensare per conto loro. Instaurate un solido dialogo con i vostri figli e siate presenti, anche se non siete appassionati di videogiochi.

Huggy Wuggy istiga alla violenza? Assolutamente no

Molti ritengono che il personaggio ispiri giochi e azioni violente. Ci dispiace deludervi ma questa è una leggenda metropolitana.

Un bambino non vorrà abbracciare i genitori fino alla morte dopo aver visto un video fan-made (quindi non ufficiale) di Huggy Wuggy; il mostro non è stato inventato per convincere i bambini a commettere crimini legati agli abbracci. È solo un personaggio inquietante che, per qualche motivo, i bambini trovano profondamente avvincente.

Tuttavia riteniamo opportuno metterci anche nei panni dei genitori per comprendere il loro punto di vista. Gli adulti hanno buone ragioni per preoccuparsi dei contenuti strani e inappropriati che si diffondono su YouTube e Roblox; molti di loro sicuramente ricordano gli anni in cui YouTube spingeva attivamente contenuti inquietanti ai bambini, scatenando il panico morale intorno alla Momo Challenge, che alla fine è stata smascherata come una bufala.

Sebbene la popolarità di Huggy Wuggy sia molto reale, i bambini non subiscono un lavaggio del cervello che li spinge ad atti di violenza; il peggio che la creatura può ispirare è un brutto sogno.

Alle fine, però, il problema non è tanto Huggy Wuggy ma qualcosa di più profondo, spesso alimentato dal classico: “i videogiochi fanno male”. Ci teniamo a ripeterlo non solo perché lavoriamo in questo settore e siamo appassionati di videogiochi horror ma anche per informare il pubblico.

I videogiochi non fanno male, non istigano alla violenza e di certo non faranno il lavaggio del cervello ai vostri figli.

Come ogni cosa su questo pianeta serve equilibrio, è piuttosto ovvio, e questo vale per tutti, sia bambini che adulti.

Qualche consiglio per i genitori

Poppy playtime tech princess

Se siete genitori preoccupati, è importante capire il gioco prima di cancellarlo dai dispositivi dei bambini. Piuttosto che una reazione istintiva, è un’occasione per parlare con i vostri figli dei contenuti e poi prendere una decisione insieme a loro.

Il gioco in sé è un’esperienza spaventosa progettata per emozionare e inquietare. Lo abbiamo già detto ma lo ripetiamo: è stato classificato come PEGI 13. Questo include “violenza moderata, orrore e sangue.”

Il VSC Rating Board inoltre estende la classificazione PEGI affermando:

Questo gioco è caratterizzato da un senso di minaccia e di terrore mentre il personaggio del giocatore esplora una fabbrica abbandonata. In un’intensa sequenza, il personaggio del giocatore è inseguito da un mostro, anche attraverso una serie di oscuri condotti d’aria. In un’altra sequenza, una pesante scatola viene fatta cadere su un personaggio di fantasia, facendolo precipitare dall’alto. Il sangue appare su alcuni tubi che il personaggio colpisce mentre cade.

Questo ovviamente per il gioco stesso e non per i contenuti creati dai fan. Esistono anche versioni non ufficiali del gioco create dai fan su Roblox, YouTube o TikTok (ad esempio Poppy Playtime Morphs) che non rientrano nel campo di applicazione del PEGI in quanto si tratta di contenuti generati dagli utenti.

Per i genitori è quindi importante capire quale sia la fonte effettiva dei contenuti potenzialmente sconvolgenti. Non solo per assicurarsi che le impostazioni degli account dei social media e dei video dei nostri figli siano configurate in modo appropriato, ma anche per non reagire in modo eccessivo a un gioco popolare.

La paura più grande è che le storie su Poppy Playtime e il personaggio Huggy Wuggy vadano fuori controllo come la Momo Challenge. Abbiamo già visto rapporti e articoli desiderosi di collegare lo spaventoso personaggio di Huggy Wuggy ai bambini che si buttano dalla finestra.

Automaticamente questo porta a una risposta confusa alle reali preoccupazioni dei bambini. Vietare a un bambino un gioco che gli piace a causa di un video correlato lo spingerà a non parlare con i genitori se accade qualcosa di veramente sconvolgente online.

Il vero pericolo di questa risposta è che separa i genitori dal mondo del gioco dei loro figli. Quindi, come abbiamo accennato prima, il nostro consiglio è quello di educare i figli sul PEGI, spiegargli a cosa serve e per quale motivo il gioco è classificato come tale; in seguito informatevi voi stessi sul gioco e, volendo, provatelo in compagnia di vostro figlio.

Così facendo sarete presenti nella vita dei vostri figli e fornirete loro una guida accurata ed informata. Per ulteriori informazioni sul videogioco Poppy’s Playtime, potete consultare il sito ufficiale.

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Veronica Ronnie Lorenzini

Videogiochi, serie tv ad ogni ora del giorno, film e una tazza di thé caldo: ripetere, se necessario.

Un commento

  1. Sono d’accordo con la maggior parte dell’articolo.
    Tuttavia sono contrario al fatto che vedere un horror farà fare solamente un brutto sogno ai bambini perché lo scrivente ha giocato a sei anni a Resident evil.
    Gli effetti di ciò che vediamo sono molto più importanti di ciò che si pensa ma si tende a minimizzare. Naturalmente non sto parlando della visione di un film che devasta la vita di un bimbo (anche se mai dire mai)

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