Truth Social, la nuova piattaforma di Trump, registra il +356% in borsa. Tuttavia si scopre che il codice sorgente è rubato.
Truth Social: la piaffaroma “libera da censura” di Donald Trump
Il social di Donald Trump, chiamato Truth, tanto atteso dai seguaci di Qanon ha fatto il boom in borsa. Tuttavia, solo poche ore dopo, si è scoperto che il codice sorgente sarebbe stato rubato da un sito tedesco. Ma procediamo con ordine.
Come riporta il Corriere, la manovra di Trump potrebbe essere un tentativo di riconquistare il mondo social dopo essere stato messo al bando da Facebook e Twitter. Le piattaforme, dopo i disastrosi avvenimenti di Capitol Hill, chiusero gli account dell’ormai ex-presidente. Una mossa che non è andata giù a Tycoon, che aveva ripromesso che avrebbe fondato il proprio social network. Ed eccoci qui: Truth Social nelle prime ore ha già fatto registrare un +356% in borsa.
Una nota della Trump Media & Technology Group, la società media di cui Trump è presidente, suona come una dichiarazione d’intenti:
«Viviamo in un mondo dove i talebani hanno un’enorme presenza su Twitter, mentre il vostro presidente preferito viene silenziato. Questo è inaccettabile!»
La versione embrionale di Truth sarà aperta solo ad un ristretto gruppo di persone, e diverrà pubblico definitivamente nel 2022.
The Truth: il social pezzotto
Il successo della nuova piattaforma è però durato poco, giusto il tempo di apparire in rete. Difatti, come riporta La Stampa, il sito di Trump utilizzerebbe il codice sorgente della piattaforma aperta Mastodon, nato nel 2016 in Germania.
Mastodon è una realtà che propone alternative ai classici social network statunitensi. La piattaforma tedesca offre liberamente i propri software, ma chiede che la fonte venga citata. La Stampa riporta che il team di Truth non lo avrebbe fatto, rischiando così una causa legale per violazione dalla licenza d’uso che partirebbe dall’Europa verso gli Usa.
La piattaforma Mastodon, a differenza dei colossi social, non è stata fondata con investimenti e finanziamenti. Il lavoro è interamente frutto della community, che oggi conta quasi 5 mila iscritti. Di questi, sicuramente anche qualcuno che ha pensato di rubarne il codice per Donald Trump.
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