Qualche settimana fa è uscito Inscryption, il nuovo videogioco indie pubblicato da Devolver Digital e sviluppato da Daniel Mullins, e da allora è sulla bocca di tutti, al punto che alcune testate internazionali lo hanno definito come il vero Game of the Year. Ma cosa rende speciale questo gioco esattamente? Cerchiamo di capire insieme cos’è Inscryption e perché se ne parla così tanto.
Cos’è Inscryption?
Alla sua base Inscryption altro non è che un gioco di carte, un deck builder con meccaniche roguelite e alcuni enigmi che metteranno alla prova la vostra capacità di leggere l’ambientazione alla ricerca di indizi, un po’ come un escape room. Le regole del gioco sono un misto di quanto visto nei più celebri giochi di carte collezionabili, con alcuni twist durante gli scontri che rendono le partite stimolanti e imprevedibili.
Se vi state chiedendo dove sia la parte roguelite del gioco, questa si mostra fuori dalle partite, momento nel quale dovremo procedere attraverso una mappa stilizzata dove potremo reperire nuove carte o ottenere potenziamenti utili a migliorare quelle già in nostro possesso. Avanzando si incontrano i boss da sfidare a duello e praticamente ogni boss fa avanzare la trama del gioco.
Se uno di questi bizzarri avversari riuscisse a sconfiggerci saremo costretti ricominciare tutto da capo. In generale poi le atmosfere del gioco manifestano un gusto smodato per le atmosfere inquietanti e creepy che, ad onor del vero, calzano alla perfezione sui temi su cui si basa la storia del titolo, ovvero quelli dell’horror psicologico e del thriller. Ma Inscryption è molto più di questo.
Nel bosco dell’orrore
Quello che si cela dietro Inscryption altri non è che l’eredità di Sacrifice Must Be Made, il precedente gioco di Mullins, di cui questo prodotto potrebbe essere visto come una versione migliorata. Questo titolo infatti gioca con la concezione stessa di videogioco che ha l’utente dall’altra parte dello schermo, scardinando una ad una tutte le certezze del gamer più navigato, sin dalla schermata principale.
Non solo infatti ci troviamo di fronte ad un card game solidissimo e stratificato, dove una minima distrazione o mossa non ponderata a dovere può portarci a capitolare tragicamente davanti al nostro avversario. Lo sviluppatore si è anche divertito a scardinare le nostre consuetudine, decostruendo per certi versi le caratteristiche che rendono il videogioco, inteso come media, tale. Un processo simile a quanto fatto da Toby Fox con Underlate, per intenderci.
Sotto questo punto di vista la sensazione di mistero e l’impatto delle rivelazioni che arriveranno durante la progressione colpiscono con potenza inaudita, con Mullins che ci ricorda una lezione fondamentale ad ogni passo: per creare un gioco in grado di lasciare il segno ci vuole innanzitutto la passione di chi i videogiochi li ama; e Inscryption trasuda amore da ogni schermata.
Onde evitare di incorrere in spoiler di trama e meccaniche di gioco ci fermiamo qui, ma è importante sottolineare che la nuova opera di Daniel Mullins si configura come un prodotto imprescindibile, non solo per gli amanti dei card game, ma per tutti coloro che amano i videogiochi in generale. Qualora ne abbiate la possibilità, vi consigliamo fortemente di non farvelo scappare.
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