fbpx
CinemaCulturaNews

Jean-Luc Godard è morto: addio al padre della Nouvelle vague

Ci lascia un vero e proprio maestro del cinema.

All’età di 91 anni, è morto il regista, sceneggiatore e critico cinematografico francese Jean-Luc Godard, uno dei principali esponenti della Nouvelle Vague, noto per aver dato vita a veri e propri capolavori della settima arte come Fino all’ultimo respiro, Questa è la mia vita, Il disprezzo, Bande à part, Agente Lemmy Caution: missione Alphaville, Il bandito delle 11 e Due o tre cose che so di lei. A dare la notizia è la testata francese Liberation, che specifica anche che il regista è ricorso al suicido assistito. Non perché malato ma in quanto “semplicemente esausto”, come rivelato alla testata da una fonte vicina alla famiglia.

Nato a Parigi il 3 dicembre 1930, Jean-Luc Godard compie gli studi a Nyon in Svizzera, nazione di origine della sua famiglia. Torna poi a Parigi, dove già all’inizio degli anni ’50 comincia a distinguersi nei circoli culturali, entrando poco dopo a fare parte delle celebri riviste Arts e Cahiers du cinéma, note per i loro approcci rivoluzionari e fuori dagli schemi alla settima arte. Qui ha la possibilità di conoscere e frequentare altri futuri celebri registi come François Truffaut, Claude Chabrol e Jacques Rivette, che insieme a lui diventeranno gli alfieri della Nouvelle vague, movimento cinematografico transalpino le cui opere sono accomunate dalla purezza di sguardo e dalla strenua volontà di catturare la bellezza della realtà, anche con scarsi mezzi tecnici ed esigui budget a disposizione.

Addio a Jean-Luc Godard

Bande a part
Una celebre scena di Bande à part

Bandiera della Nouvelle Vague è proprio il primo film di Jean-Luc Godard Fino all’ultimo respiro, rivoluzionario noir girato prevalentemente con macchina a mano e con scelte stilistiche spiazzanti, come le frequenti rotture della quarta parete. È l’inizio del periodo più celebre e florido della sua filmografia, che lo porta a ben 22 progetti realizzati fra il 1960 e il 1967. Il suo cinema diventa poi ancora più politico, abbracciando la lotta al capitalismo e rendendo l’immagine portatrice di ideologia, come nel caso di Week End – Una donna e un uomo da sabato a domenica. Insieme ad altri cineasti fonda poi il collettivo Gruppo Dziga Vertov, con cui sperimenta l’idea di cinema collettivo, rifiutando le gerarchie e indagando ancora più a fondo sul rapporto fra immagine e società.

La sperimentazione accompagna anche l’ultima parte della sua carriera, dove si dirada il numero delle opere ma non la volontà di fondere la vita con la sua rappresentazione. Gli ultimi progetti Adieu au langage – Addio al linguaggio e Le livre d’image, rispettivamente del 2014 e del 2018, sono il testamento artistico di una colonna portante della storia del cinema, che anche dopo la sua morte continuerà a ispirare nuove generazioni di cinefili e cineasti.

Da non perdere questa settimana su Techprincess

🍎Nuovi iPad e accessori: cosa aspettarsi dall’evento Apple del 7 maggio
🍿Fallout: tutte le domande irrisolte alle quali la Stagione 2 dovrà rispondere
🛞Come scegliere gli pneumatici estivi per l’estate? I fattori da considerare
🤯Google licenzia 28 dipendenti per proteste contro il progetto Nimbus in Israele
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button