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Dentro la Canzone – Il significato di Jeremy dei Pearl Jam, un dramma che diventa canzone

"King Jeremy the wicked"

“Quanto segue è ispirato ad una storia vera. La storia vera è ispirata ad una storia falsa. La storia falsa non è molto ispirata”. Recita così l’incipit del bellissimo film dei fratelli D’Innocenzo, Favolacce. Un incipit che abbiamo deciso di prendere in prestito perchè sembra vestire con precisione sartoriale la storia di cui vi parliamo oggi.

Del resto anche il film in questione, con la storia di oggi, ha molto in comune. Sì, perchè oggi facciamo un nuovo salto nel 1991, agli albori del grunge di Seattle, questa volta sponda Pearl Jam. In particolare andremo a cercare di capire la storia e il significato di Jeremy, terzo singolo estratto dall’album di debutto dei Pearl Jam: Ten.

Il significato della canzone dei Pearl Jam: la storia di Jeremy Dalle

L’America tutta ha questa assurda ossessione per le armi da fuoco, ma il Texas un po’ di più. È l’8 gennaio 1991. In Italia viene fondata ufficialmente la Lega Nord, ma alla Richardson High School di Richardson, in Texas, un quindicenne chiamato Jeremy Wade Delle entra in ritardo nella sua classe del secondo anno, si piazza davanti alla cattedra, tira fuori un revolver .357 Magnum e lo punta verso sé stesso. Alla metà della seconda ora della sua lezione di inglese, Jeremy si spara in bocca davanti agli occhi attoniti dei suoi compagni di classe.

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Lisa Moore, amica di scuola di Jeremy, racconterà che i due erano soliti scambiarsi biglietti nei quali si raccontavano le rispettive vite. Moore dirà che Jeremy chiosava sempre i sui biglietti con la frase “Write back”, vale a dire “rispondimi”. Quel giorno il bigliettino di Jeremy indirizzato a Lisa terminava con “Later Days”, cioè “arrivederci”. Presagio di ciò che il ragazzo aveva premeditato.

Purtroppo non sarà l’unica volta in cui le parole Stati Uniti, armi e scuola finiranno insieme sui giornali. Quella di Jeremy però è una storia particolare, fatta di bullismo e insofferenza rispetto al mondo. La vicenda la riporta il giorno seguente, il 9 gennaio 1991, il quotidiano Dallas Morning News che scrive:

“Poiché aveva saltato la prima lezione, l’insegnante della seconda ora di inglese disse a Jeremy di procurarsi un permesso dalla segreteria della scuola. Invece Jeremy è tornato con una pistola, si è messo davanti alla classe e ha detto: ‘Signorina, ho ottenuto quello che volevo davvero’. Poi si è messo la pistola in bocca e ha fatto fuoco”.

Articolo di giornale del 1991 che riporta il suicidio del quindicenne Jeremy Wade Delle

Il 9 gennaio 1991, a leggere il Dallas Morning News, c’è anche Eddie Vedder, che stava preparando il debutto discografico dei suoi Pearl Jam, una band che aveva deciso di interpretare a proprio modo il movimento grunge. I Pearl Jam non avevano la discendenza punk dei Nirvana di Kurt Cobain, ma neanche l’approccio metal degli Alice in Chains. Insomma il gruppo stava toccando un nervo scoperto nell’emergente scena di Seattle.

La storia colpisce Eddie Vedder

Eddie Vedder rimane colpito dalla tragica storia. In particolare l’episodio gli riporta alla mente un suo amico d’infanzia, tale Brian, che una volta portò a scuola una pistola e sparò a un acquario nell’aula di oceanografia. 

Vedder vuole raccontare il disagio di Jeremy, la sua solitudine, e ciò che porta bambini come lui e Brian a procurarsi delle armi. Un tema che in realtà è presente anche in un’altra canzone dell’album Ten, chiamata Why Go, che affronta il tema di un adolescente che soffre della mancanza di attenzione da parte dei genitori.

Il significato del testo di Jeremy dei Pearl Jam

At home drawin’ pictures of mountain tops
With him on top, lemon yellow sun
Arms raised in a “V”
And the dead lay in pools of maroon below

Nella prima strofa Eddie Vedder ci descrive la vita di Jeremy a casa, dove disegna su fogli di carta quella che è la sua vita ideale: lui in piedi su una montagna, col sole che splende e le mani che fanno il segno della vittoria. La vita reale però è diversa da quel foglio di carta: Jeremy è presumibilmente un ragazzo poco popolare, bullizzato e triste, che sogna di essere il bambino felice che ha disegnato.

In effetti i primi segnali di inquietudine appaiono già nella frase “And the dead lay in pools of maroon below”. Jeremy in realtà si immagina si in cima alla montagna, ma con sotto i corpi morti di chi gli provoca sofferenza. Corpi che giacciono in una piscina marrone, riferimento forse al sangue e agli escrementi.

Daddy didn’t give attention
Oh, to the fact that mommy didn’t care
King Jeremy the wicked
Oh, ruled his world

Nel pre-ritornello emergono altri dettagli sull’insofferenza del ragazzo: i suoi genitori non sembrano interessati a lui e ai suoi problemi (“suo padre non gli dà attenzioni e a sua madre non interessa”). Lui allora continua ad immaginarsi su quella collina, come imperatore del suo mondo immaginario: Re Jeremy il malvagio. Il mondo reale gli è ostile, nella vita vera non è padrone di nulla, anzi, è la vittima.

Jeremy spoke in class today

Il ritornello è composto da una sola frase, tanto semplice quanto inquietante: “Jeremy oggi ha parlato in classe”. Riferimento alle ultime parole dette all’insegnante prima di togliersi la vita. Peraltro, Jeremy Dalle, è descritto dalle cronache come un ragazzo silenzioso e taciturno, che non parlava mai in classe, descrizione smentita dalla madre del ragazzo.

Clearly, I remember picking on the boy
Seemed a harmless little fuck
Ooh, but we unleashed a lion

Nella seconda strofa Eddie Vedder non parla tanto di Jeremy, ma quanto di Brian, il suo amico che sparò contro un acquario a scuola. In varie interviste il cantante ha spiegato che Brian era spesso bullizzato, il che lo aveva portato a procurarsi una pistola. Difatti il testo dice “abbiamo preso di mira il ragazzo, sembrava uno stron*etto insignificante, invece abbiamo scatenato un leone”.

Ci teniamo a sottolineare – e non sarà l’unica volta in questo articolo – l’incredibile capacità espressiva di Eddie Vedder, che quando canta “harmless little fuck” riesce a restituire tutta la gamma di emozioni tipiche della rabbia repressa. Tuttavia le radio trasmettono spesso una versione modificata, che elimina la parola “fuck” dal testo. Si tratta di quelle che vengono generalmente chiamate radio edit, un modo elegante per non dire censura.

Gnashed his teeth and bit the recess lady’s breast, how could I forget?
And he hit me with a surprise left
My jaw left hurting, ooh, dropped wide open
Just like the day, oh, like the day I heard

Qui le storie di Brian e Jeremy si uniscono: il bambino bullizzato reagisce e sferra un pugno al bullo. Un colpo che gli fa “cascare la mascella proprio come quando ho saputo di…”. La strofa non ci dice cos’ha saputo il protagonista, ma si tratta ovviamente della notizia del suicidio dell’adolescente e del ricordo di Brian che spara a scuola. Il gioco di parole è tra il “cascare la mascella” inteso come conseguenza del pugno e modo per indicare chi resta senza parole.

Try to forget this (Try to forget this)
Try to erase this (Try to erase this)
From the blackboard

Anche nel bridge ritroviamo un incastro di parole con duplice valenza. Letteralmente il testo recita: “provare a dimenticare, provare a cancellare dalla lavagna”. Si riferisce ovviamente al ricordo della tragedia dal punto di vista di chi c’era in quella classe, ma può riferirsi anche al sangue, che non si può “cancellare dalla lavagna”.

Dal punto di vista musicale – Il significato di Jeremy dei Pearl Jam

Dal punto di vista compositivo e di arrangiamento, la canzone presenta alcune peculiarità. La principale è sicuramente l’intro di basso, suonato da Jeff Ament con un Hamer a 12 corde, non proprio usuale nel mondo rock e alternative. Più che una linea di basso si tratta in effetti di un vero e proprio arpeggio di chitarra suonato col basso, quindi un’ottava sotto. Le chitarre invece suonano degli armonici naturali, come in una sorta di botta e risposta tra i due strumenti. Nelle strofe cantate la chitarra prende a suonare in giro di accordi fornendo supporto armonico e alla voce.

Nella versione MTV Unplugged, Ament utilizza il medesimo basso a 12 corde, con gli armonici suonati dalla chitarra acustica. Sull’interpretazione vocale di Eddie Vedder, invece, ci sarebbe da scrivere un saggio di musica.

Il video ufficiale e la censura

Il video ufficiale, diretto da Mark Pellington, è stato girato nei sobborghi di Londra. Si tratta in effetti di un doppio debutto: Jeremy è il primo video ufficiale dei Pearl Jam e il primo grande lavoro di Pellington, che in seguito dirigerà film, serie TV e altri importanti video musicali (uno su tutti One degli U2, girato peraltro lo stesso anno).

Inizialmente però Pellington non è convinto della canzone. È solo quando Eddie Vedder gli racconta la vera storia di Jeremy Delle che si convince e trova lo spunto per raccontare visivamente il brano. Pellington scrive tutto sul suo computer, che però poi perde. Niente cloud nel 1991: il lavoro va al macero. Tuttavia il regista non si perde d’animo e riscrive tutto, questa volta su carta, e presenta il concept alla band.

“Abbiamo fatto tre riprese di Eddie che cantava – ha ricordato Pellington in un’intervistail che è stato estremamente intenso. Ricordo ancora la sua elettrizzante, intensa e quasi posseduta passione nell’eseguirla”.

Il significato del video di Jeremy dei Pearl Jam

Il video ufficiale (qui anche in 4K) si apre con una lavagna nera, per poi riprendere pedissequamente il testo della canzone, con Jeremy che disegna in modo ossessivo su dei fogli di carta. Le sequenze del ragazzo vengono intervallate con le immagini di Eddie Vedder che canta con l’intensità disarmante di cui sopra. Nel pre-ritornello Jeremy si ritrova in un bosco, con dei cartonati che simboleggiano il suo disagio (come i vestiti dei genitori e un lupo famelico che sta per aggredirlo). In modo frammentato, sullo schermo, compaiono anche delle scritte in stile gessetto sulla lavagna, e tra queste anche un riferimento alla Genesi de La Bibbia (Genesis 3.6). Il video prosegue su questo schema, alternando scene in classe con altre domestiche.

C’è poi un momento molto controverso, che potete vedere al minuto 3:09 del video che trovate su. Gli alunni della scuola stanno praticando il classico giuramento di fedeltà alla bandiera con la mano sul cuore, ma subito dopo alzano il braccio facendo il saluto nazista. Si tratta di una velata critica al sistema scolastico statunitense.

Quella che trovate in alto è la versione uncut del video, ma nella versione del 1991 non si vedeva alcuna pistola. Nel video in rotazione su MTV nel 1991 gli spettatori vedevano Jeremy entrare in classe a torso nudo, lanciare una mela all’insegnante e fare un gesto come per estrarre qualcosa dalla tasca (senza mai mostrare l’arma). Successivamente il video mostrava i suoi compagni di classe scioccati e sporchi di sangue. La pistola venne letteralmente censurata a causa delle politiche di MTV dell’epoca, che vietavano le armi da fuoco nei video musicali. La censura ovviamente non piacque molto a Mark Pellington e diede adito a fraintendimenti.

“MTV ci ha fatto togliere la pistola che entra in bocca”, ha raccontato il regista. “Questo ha creato una grande confusione, facendo sembrare che avesse portato la pistola e sparato ai suoi compagni di classe, il che è stato un enorme errore di interpretazione”. In effetti il video di Jeremy è spesso collegato ad altre numerose sparatorie nelle scuole statunitensi, come vedremo nell’ultimo paragrafo di questo articolo.

Trevor Wilson e gli MTV Video Music Awards

Il protagonista del video, colui che interpreta Jeremy, è Trevor Wilson, che aveva 12 anni all’epoca delle riprese. Trevor è stato selezionato tra oltre 200 altri ragazzi grazie a un provino in VHS girato quando era malato, in modo da apparire dissociato senza sembrare il classico giovane angosciato. Nel 2016 è annegato a Porto Rico all’età di 36 anni. La madre di Wilson ha raccontato che per tutta la vita di Trevor la band è rimasta in contatto con lui, regalandogli costantemente i biglietti per i concerti.

Nel 1993 il video di Jeremy, seppur censurato, vale ai Pearl Jam quattro MTV Video Music Awards (Video dell’anno, Miglior video di gruppo, Miglior video metal/hard rock e Miglior regia). Nell’accettare il trofeo di Video dell’anno, Eddie Vedder ha detto: “Se non fosse stato per la musica, credo che mi sarei sparato davanti alla classe. La musica è davvero ciò che mi ha tenuto in vita, quindi questo è un po’ il cerchio che si chiude. Quindi, al potere della musica, grazie”.

Nonostante l’enorme successo di Jeremy, i Pearl Jam non pubblicarono altri video ufficiali per ben sei anni: ritenevano che i video sminuivano la il significato delle canzoni e il ruolo della musica. Inoltre la band malsopportava le riprese. Difatti nel video successivo, quello di Do The Evolution del 1998, opteranno per una clip animata.

Le polemiche e il caso Barry Loukaitis

Come vi abbiamo anticipato poco sopra, il significato del video di Jeremy dei Pearl Jam è stato spesso frainteso. La clip è tornata agli onori delle cronache statunitensi nel 1996, quando uno studente quattordicenne chiamato Barry Loukaitis si recò a scuola con una pistola, uccidendo due studenti e ferendo un’insegnante. Il suo avvocato sostenne che Loukaitis stava imitando il video di Jeremy, che per l’occasione venne anche mostrato alla corte in tribunale.

Ma Jeremy ha fatto discutere anche per altri motivi. Nel 2018 Wanda Crane, madre di Jeremy Delle, ha parlato per la prima volta della morte di suo figlio, rigettando la canzone che descriveva Jeremy come taciturno e asociale. Potete ascoltare l’intervista di seguito.

Anche una compagna di scuola di Jeremy, che era in classe quando questi si è tolto la vita, ha criticato aspramente la canzone dei Pearl Jam. Brittany King, questo il nome della ragazza, ha detto: “Ero arrabbiata con la band per aver scritto quella canzone. Voi non lo sapete. Non eravate lì. Quella storia non è accurata”.

C’è da dire che i Pearl Jam non hanno mai avuto la pretesa di rappresentare la storia di Jeremy in modo accurato. Eddie Vedder ha liberamente preso ispirazione dalla storia. Del resto, lo ripetiamo per chiudere il cerchio, questa è una storia falsa ispirata a una storia vera. E tutta la storia non è poi così ispirata.

Pearl Jam
  • Vita sprecata
  • Suicidio mondiale
  • Comatose

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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