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I dipendenti di Apple rivelano dettagli sulla vita in azienda

I dipendenti della compagnia cominciano a parlare pubblicamente della vita in azienda

Lavorare in Apple è considerato un prestigio in ogni parte del mondo. Nonostante si sappia davvero poco della vita all’interno dell’azienda, considerato l’alto livello di segretezza che questa mantiene dentro e fuori la Silicon Valley. Ma questo poco conta, dato che la compagnia di Cupertino rappresenta per molti l’apice del successo nel settore tecnologico. E a buona ragione. Una volta entrati in Apple, i dipendenti rimangono lì per decenni, votandosi totalmente alla causa aziendale.

Proprio per questo, è stato abbastanza sorprendente sapere che la compagnia ha assunto Antonio García Martínez, un ex Product Manager di Facebook noto per aver pubblicato un libro rivelatore sulla Silicon Valley. Soprattutto considerando il tono impertinente e misogino della pubblicazione. E proprio questo dettaglio sembra non essere piaciuto ai dipendenti di Apple, che hanno così cominciato a lamentarsi pubblicamente della scelta dell’azienda. Un comportamento davvero mai visto prima.

Apple licenza Antonio García Martínez per accuse di misoginia

L’arrivo di Antonio García Martínez in Apple ha creato davvero grande confusione tra i dipendenti, che per la prima volta hanno reso pubbliche su Twitter le proprie preoccupazioni riguardo le scelte aziendali. Considerando i precedenti del Product Manager, i dipendenti dell’azienda hanno scritto una lettera per chiedere un’indagine più approfondita sul nuovo assunto. “Data la storia del signor García Martínez di condividere commenti apertamente razzisti e sessisti sui suoi ex colleghi, siamo preoccupati che la sua presenza in Apple contribuirà a creare un ambiente di lavoro non sicuro per i nostri colleghi che sono a rischio di molestie pubbliche e bullismo privato“.

In poche ore sono state oltre 1000 le firme raccolte dalla lettera. E la compagnia di Cupertino si è subito mossa per licenziare Martínez. La preoccupazione che la petizione dei dipendenti potesse diventare pubblica ha forse convinto Apple a prendere questa decisione. Ma, dall’altro canto, ci sono moltissimi lavoratori preoccupati che questa mossa possa rivelarsi dannosa per la propria carriera. D’altronde, se si sa così poco di quello che accade all’interno della compagnia un motivo c’è. E non è detto che la segretezza non sia una scelta imposta ai dipendenti. Lavorare in Apple, quindi, potrebbe non essere così idilliaco come si immagina. Anzi, tutt’altro.

lavorare in Apple

Lavorare in Apple: i dipendenti cominciano a far sentire pubblicamente la propria voce

Negli ultimi mesi, i dipendenti della compagnia si stanno unendo all’enorme ondata di dissenso che sta stravolgendo la Silicon Valley. E molti lamentano il fatto che la cultura aziendale si riveli dannosa ai fini dell’inclusione. “La segretezza di Apple funziona alla grande per proteggere i nostri clienti e i nostri prodotti, ma ostacola l’inclusione e la diversità. C’è una mancanza di educazione riguardo ciò che è riservato rispetto a quella che è la libertà di espressione e ciò di cui si dovrebbe parlare“. Così ha commentato un dipendente in totale anonimato. A quanto pare, infatti, la segretezza è un requisito essenziale per la compagnia di Cupertino, che ha fatto di tutto per impedire che i dipendenti possano far trapelare notizie sui nuovi progetti e prodotti.

Nel 2018, addirittura, Apple inviò una nota minacciando di licenziare o citare in giudizio chiunque avesse condiviso con l’esterno informazioni sui prodotti. E non è tutto. I dipendenti sono tenuti a firmare accordi di non divulgazione specifici per ogni progetto che seguono, e sono addirittura dissuasi dal condividere informazioni aziendali con i propri familiari. Inoltre, i badge dei collaboratori aprono soltanto alcune delle porte della sede di Cupertino, a dimostrazione che Apple non è intenzionata a far sapere cosa davvero sta progettando. E prima della pandemia era stato addirittura impedito a molti ingegneri di portare i prodotti in fase di sviluppo a casa. La cultura della segretezza, quindi, è oramai parte integrante del lavorare in Apple.

Nonostante questo, nel corso degli anni i dipendenti della compagnia hanno dimostrato di saper collaborare per far valere i propri diritti. E il licenziamento di Antonio García Martínez lo dimostra alla perfezione. Ma non è affatto un caso isolato. Nel 2020, ad esempio, i dipendenti hanno spinto Apple ad abbandonare i termini “master” e “slave” in contesti ingegneristici in cui un processo ne controllava un altro. Nello stesso anno, poi, hanno chiesto che il giorno delle elezioni potesse essere considerato al pari delle ferie aziendali retribuite. Insomma, è molto probabile che i dipendenti continueranno a far sentire la propria voce pubblicamente, ma senza alcun riferimento ai prodotti. La tendenza è evidente.

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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