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La bufala della settimana: Lavrov a Zona Bianca

Bufera dopo la trasmissione

Cari lettori affezionati alla rubrica, che dire? Avremmo materiale per chissà quante settimane. Non solo per i contenuti del recente intervento di Sergej Lavrov a Zona Bianca, ma anche per il polverone che ha sollevato, e che non sembra destinato a placarsi.

Partiamo dalla notizia: scopriamo cosa è successo durante la trasmissione di Rete 4. Vediamo poi perché molte delle affermazioni fatte con disinvoltura dal ministro degli Esteri russo sono mera disinformazione. E scopriamo infine che tipo di polemica, che va al di là dell’individuazione delle fake news, ha prodotto la sua ospitata, come si dice in gergo.

Sergej Lavrov a Zona Bianca

Partiamo da quanto accaduto. Zona Bianca è un talk show che va in onda su Rete 4 dal 2021. Condotto da Giuseppe Brindisi, si occupa prevalentemente di politica italiana.

Tuttavia, nella puntata di domenica 1 maggio in videocollegamento da Mosca c’era Sergej Lavrov, nientemeno che il ministro degli Esteri russo.

Zona Bianca è stata la prima trasmissione europea a cui il ministro ha concesso un’intervista dal tristemente noto 24 febbraio scorso, giorno dell’invasione dell’Ucraina.

fake news

L’intervista

Nei quaranta minuti di intervista rilasciata a Zona Bianca, Lavrov (che ha quasi monologato) ha detto una serie di cose. Ha, per esempio, bacchettato l’Italia, rea di aver assunto una posizione eccessivamente filoucraina. Secondo il ministro, alcune dichiarazioni di politici e giornalisti del nostro Paese “sono andate oltre le buone norme diplomatiche e dell’etica giornalistica.”

Ma soprattutto, con un insistito riferimento ai nazisti presenti nel territorio ucraino, Sergej Lavrov ha energicamente motivato l’invasione da parte dell’esercito russo.

Al di là della vistosa condiscendenza di Brindisi, che ha fatto parlare pressoché senza mai interromperlo Lavrov, nelle parole del ministro sono state intercettate diverse fake news, alcune diventate delle frasi feticcio della propaganda di Mosca.

Vediamo quali sono state le bufale sciorinate da Lavrov a Zona Bianca. Poi ci addentreremo nelle inevitabili polemiche scoppiate all’indomani di questo collegamento, in cui contenuti di più che dubbia veridicità sono stati consegnati al pubblico televisivo senza alcun contraddittorio.

Le fake news di Lavrov a Zona Bianca

Lavrov a Zona Bianca ha confezionato una cospicua serie di fake news. La più clamorosa delle quali prende spunto dalla presunta denazificazione dell’Ucraina da parte della Russia. Azione contraddittoria, si è fatto notare, dal momento che il presidente ucraino Zelensky è ebreo. Al che Lavrov ha risposto che, a quanto gli risultava, “anche Hitler aveva origini ebraiche”. Aggiungendo che “i maggiori saggi ebrei sostengono che i principali antisemiti sono proprio gli ebrei”.

Le origini ebraiche di Hitler sono una antica bufala messa in piedi già da Hans Frank, avvocato di Adolf Hitler. Che al processo di Norimberga aveva dichiarato di avere delle prove (mai fornite) appunto delle origini ebraiche del Führer.

Tra le altre bugie, Lavrov ha definito la strage di Bucha “una fake news colossale”. Spiegando che l’esercito russo “colpisce solo obiettivi militari per evitare attacchi ucraini. Non abbiamo mai lanciato attacchi contro obiettivi civili, come fa Kiev nel Donetsk.”

Inoltre, riferendosi alle infiltrazioni filonaziste in Ucraina, Lavrov ha citato il battaglione Azov. Smentendo poi che problemi analoghi possano coinvolgere i mercenari del Gruppo Wagner. E addirittura negando che il gruppo abbia qualche legame con la Russia: “A differenza del battaglione Azov, il Wagner Group è una milizia privata.”

L’imbarazzo di Rete 4

Dopo l’inaccettabile monologo, l’emittente che lo ha ospitato è corsa ai ripari.

Mauro Crippa, Mauro Crippa, Direttore Generale Informazione Mediaset, ha detto: “Le deliranti affermazioni del ministro degli esteri russo Lavrov a Zona Bianca rivestono particolare importanza perché confermano chiaramente la mancanza di volontà da parte di Putin di arrivare ad una soluzione diplomatica della guerra dei russi contro l’Ucraina. E comunque la si pensi, oggi sappiamo qualcosa in più della Russia e di chi la governa”.

Per nulla pentito si è invece mostrato il conduttore di Zona Bianca, Giuseppe Brindisi. Che non solo a fine intervista ha augurato “buon lavoro” a Sergej Lavrov, ma ha pure dichiarato che rifarebbe tutto allo stesso modo.

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Il coro di critiche

Pesantissime le critiche in seguito alla gestione dell’intervista a Lavrov a Zona Bianca.

Per Mario Draghi “quel che ha detto è aberrante. La parte su Hitler, poi, è veramente oscena”. Per Enrico Letta si è trattato “di un’onta insopportabile”, mentre per la Comunità ebraica romana “la cosa più grave è che siano state pronunciate in una Tv italiana senza contraddittorio e senza che neanche l’intervistatore opponesse la verità storica alle menzogne”.

Adolfo Urso, presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica), ha scritto su Twitter: “Abbiamo già previsto una specifica istruttoria anche con le audizioni dei vertici di Agcom e Rai. L’intervento di Lavrov, per le modalità in cui è avvenuto e per la montagna di fake news che ha propinato, conferma le nostre preoccupazioni.”

L’eco della vergognosa figura giornalistica è arrivata sino a Israele, dove il ministro degli Esteri Yair Lapid ha annunciato che convocherà l’ambasciatore russo. Lapid ha detto: “Dire che Hitler era un ebreo è come dire che gli ebrei si sono suicidati”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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