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L’indie da scoprire – Aragami

Finora abbiamo esplorato la parte più emozionale del panorama indie, tra walking simulator come What Remains of Edith Finch o l’esplorativo Gone Home, passando per il platform GRIS o il cinematografico Cuphead. Ora però è tempo di approdare anche su altri lidi, dall’atmosfera un po’ più action e stealth, riscoprendo nel nostro speciale “L’indie da scoprire” un titolo uscito a novembre 2016. Parliamo di Aragami, stealth game prodotto da Lince Works ispirato a classici del genere, Tenchu in primis. Si tratta di un ritorno in toto a dinamiche di gioco spietate che vale la pena rispolverare con noi in questo speciale dedicato al primo capitolo della serie omonima.

Aragami, il Giappone silenzioso e delittuoso

Aragami è l’appellativo che dà il titolo al gioco ma anche al protagonista, uno spirito vendicativo evocato da una giovane di nome Yamiko. Questa risulta intrappolata dal clan dei Kaiho, l’esercito della Luce. Aragami deve salvarla prima che accada l’irreparabile e che l’alba dissolva il corpo di Aragami. Una prima innovazione di questo titolo è semiotica, ossia legata al significato che solitamente viene affibbiato al contrasto luci – ombre. Qui infatti le ombre sono “i buoni” che devono sconfiggere i cattivi, rappresentati dalla luce. E non è l’unico dettaglio di interesse del gioco in questione. Guardando per un attimo alla storyline, fino al comparto grafico, Aragami è sì un titolo realizzato in economia, ma complessivamente funziona. Se infatti la componente narrativa non è ricchissima e attinge solo in parte ad alcuni tratti della cultura del Sol Levante, dobbiamo concentrarci sull’aspetto di gameplay puro per trarre qualche soddisfazione maggiore.

Come anticipato, “stealth” è il concetto chiave del genere di questo gioco, che ci consente di alternare omicidi di massa a momenti di “nascondino” per evitare tutti i nemici. Aragami si fonda parecchio sul concetto di ombre e luci, dove esporsi a quest’ultima ci rende incapaci di utilizzare le nostre abilità. Una di queste è proprio il teletrasporto istantaneo. Questo ci consente di andare immediatamente da un cono d’ombra all’altro, per scappare dal nemico o per ucciderlo alle spalle. Le soluzioni a disposizione dunque sono diverse e sta a noi scegliere come arrivare sani e salvi (e all’ombra) al traguardo di ogni livello.

Cel-shading non dettagliato, ma livelli ad ampio respiro

Che la produzione di Aragami non sia stata finanziata ampiamente, lo abbiamo già detto. Del resto, il team Lince Works nasce da un gruppo di studenti spagnoli, nato nel 2014, che si sono dedicati a questo primo loro progetto ancora inconsci del successo che avrebbe riscosso a seguire. Per questi motivi, guardando alla grafica in cel-shading non possiamo notare dettagli numerosi, così come le texture non sempre performano al meglio. Se invece la palette cromatica è davvero gradevole, di contro le animazioni sono talvolta grezze, ma pur sempre fluide.

Dunque la risoluzione grafica è il tallone d’Achille del gioco, ma il gameplay è d’altra parte l’aspetto più intrigante e meglio riuscito. I livelli risultano ampi e permettono di scegliere la strada più vicina al proprio approccio e alle abilità di cui si dispone. Qui infatti le abilità sbloccabili sono diversificate e abbastanza cospicue, così come il contesto ci consente una libertà di azione e strategia non di poco conto. Si notano solo dei problemi tecnici con alcuni nemici, tra bug e glitch non trascurabili purtroppo. A parte queste sbavature, il risultato complessivo però non ci esime dal consigliare Aragami come un titolo indie di necessario recupero.

Perché giocare ancora oggi a Aragami

Lo abbiamo detto finora: Aragami ha dalla sua il gameplay e l’idea di fondo di recupero di un genere classico, ma rinnovato nei suoi dettagli. Il livello di sfida proposto è interessante, riesce a intrattenere per via del suo gameplay, ma rischia di annoiare un po’ di più a livello di concept narrativo, poco approfondito. Un titolo che sa incontrare certamente il gusto e l’attenzione dei giocatori alla ricerca di un’esperienza godibile in perfetto stile stealth e senza troppe pretese. Tra meccaniche efficaci, ma talvolta ripetitive, Aragami rimane dunque un indie che merita di entrare nelle vostre librerie, o di essere recuperato qualora ne faccia già parte.

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Francesca Sirtori

Indielover, scrivo da anni della passione di una vita. A dispetto di tutti. Non fatevi ingannare dal faccino. Datemi un argomento e ne scriverò, come da un pezzo di plastilina si ottiene una creazione sempre perfezionabile. Sed non satiata.

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