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SpaceX di Elon Musk limita l’uso di Starlink in Ucraina

“Il servizio non è pensato per fare la guerra”

La faccenda è complessa e, come sempre quando c’è di mezzo Elon Musk, di non facile lettura.

Partiamo dal dato più recente e clamoroso, e poi riavvolgiamo il nastro, dando un ordine cronologico all’intera vicenda. La decisione è delle scorse ore: SpaceX ha annunciato che limiterà l’utilizzo di Starlink in Ucraina, perché il servizio sarebbe stato usato in modo troppo disinvolto per finalità offensive, ovvero – per essere più espliciti – per finalità belliche.

E ora tocca partire dal giorno zero, quando Elon Musk ha deciso di portare Starlink nel Paese assediato dall’esercito di Mosca.

SpaceX e Starlink

Giova anzitutto ricordare che SpaceX, azienda guidata da Elon Musk, si occupa nientemeno che di creare le condizioni tecnologiche per la colonizzazione di Marte.

Al di là di una certa inclinazione di Musk alla megalomania, l’azienda collabora con la Nasa all’invio di missioni di rifornimento verso la Stazione Spaziale Internazionale.

Nell’ottobre del 2018 SpaceX ha inoltre avviato il progetto Starlink, ossia una costellazione di satelliti con l’obiettivo di creare l’accesso a Internet satellitare globale in banda larga a bassa latenza.

In parole semplici, Starlink garantisce una connessione Internet a banda larga ad alta velocità anche dove l’accesso alla rete non è stabile o non è disponibile.

elon musk

Starlink in Ucraina

Dai giorni subito successivi a quel 24 febbraio 2022 che ha segnato l’inizio del conflitto russo-ucraino, si è capito come questa sarebbe stata una guerra giocata anche sul versante tecnologico.

L’Ucraina invasa dall’esercito russo ha immediatamente patito grossi problemi nel collegamento Internet. Che, se ormai oggi è entrato a far parte di tutte le nostre vite, è strumento imprescindibile per una popolazione assediata.

E così, il 26 febbraio il vice primo ministro ucraino Mykhailo Fedorov ha lanciato un veemente appello a Elon Musk. Su Twitter, Fedorov ha scritto: “Elon Musk, mentre tu cerchi di colonizzare Marte, la Russia sta cercando di occupare l’Ucraina! Mentre i tuoi razzi riatterrano con successo dallo spazio, i razzi russi attaccano la popolazione civile ucraina! Ti chiediamo di mettere a disposizione dell’Ucraina le stazioni Starlink e di arrivare ai russi sani di mente affinché prendano posizione.”

A distanza di poche ore, ecco la risposta di Musk, per una volta chiara e concreta: “Il servizio Starlink è ora attivo in Ucraina. Altri terminali sono in viaggio”.

Nei mesi successivi

Dal febbraio dello scorso anno non si sono più avute particolari notizie riguardo lo stato del funzionamento di Starlink in Ucraina.

Se non che, nell’ottobre del 2022, Elon Musk ha fatto sapere che il mantenimento del servizio satellitare nel territorio ucraino avrebbe per SpaceX, nel lungo periodo, un costo insostenibile.

Musk ha dichiarato che da febbraio a ottobre la spesa della gestione di Starlink in Ucraina era già ammontata a 80 milioni di dollari. E che durante il 2023 sarebbe arrivata a 400 milioni di dollari.

Per questo l’imprenditore ha esplicitamente chiesto al Governo americano di farsi carico di simili costi.

SpaceX limita Starlink in Ucraina

Ed eccoci arrivati ai giorni nostri. Anzi, alle scorse ore.

Quando il presidente di SpaceX, Gwynne Shotwell, ha fatto sapere che la società limiterà l’utilizzo di Starlink in Ucraina. Questo perché “il servizio non è stato creato per essere usato come un’arma”.

Il riferimento va al fatto che Starlink era stata concessa per garantire alla popolazione un costante e rapido accesso alla Rete. Mentre notizie sempre più insistenti dicono che l’esercito ucraino stia utilizzando il servizio per controllare i suoi droni militari. Shotwell ha parlato di “accordi e patti disattesi”.

E ha aggiunto: “Sappiamo che i militari usano Starlink per le comunicazioni, e va bene. Ma il nostro intento non è mai stato quello di farli usare per scopi offensivi”.

L’esercito ucraino utilizzerebbe il servizio per individuare e colpire le postazioni nemiche.

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Le vere motivazioni

A questo punto, perdonate il ragionamento elementare, si può pensar bene o pensar male.

A pensar bene, SpaceX è sinceramente preoccupata di un utilizzo bellico di Starlink in Ucraina, e intende impedirlo.

A pensar male, l’alibi dell’uso offensivo del servizio offre a Elon Musk il destro per limitare un servizio che, per sua stessa ammissione, ha costi insostenibili per l’azienda.

A prescindere da dove stia la verità, cosa ne sarà adesso degli oltre 1.300 terminali per il collegamento satellitare offerti da SpaceX all’Ucraina?

Ma soprattutto: come poter pensare di donare Internet a una popolazione in guerra, e covare l’ingenua speranza che la rete venga sfruttata solo dai privati cittadini nella quotidianità, e non anche dall’esercito che sta combattendo?

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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