L’NBA sta lavorando alla sua ufficiale riapertura già da qualche tempo, ma solo ora stanno venendo fuori alcuno dettagli sulle misure che verranno attuate su atleti e personale di settore. Di recente, infatti, The Atletic ha pubblicato un report che descrive alla perfezione i protocolli programmati dalla Lega. Tra questi ci sono i braccialetti che emettono un segnale acustico quando due giocatori si trovano vicini per troppo tempo, ma anche la proposta di utilizzare gli anelli intelligenti di Oura. Siete curiosi di sapere perché? Eccovi la risposta.
Inside the Orlando bubble, NBA players will have the option of wearing a ring that could help with early detection of coronavirus; track temperature, respiratory and heart rate.
Full details on @TheAthleticNBA: https://t.co/a8IHGfnUHt
— Shams Charania (@ShamsCharania) June 16, 2020
NBA, gli anelli di Oura contro il Covid-19
Se la scelta di utilizzare gli anelli intelligenti di Oura per la prevenzione dei contagi vi sembra insolita, aspettate di leggere i risultati degli studi di settore. In particolare, uno studio condotto dal Rockefeller Neuroscience Institute della West Virginia University ha dimostrato l’anello può “prevedere e prevenire l’insorgere dei sintomi legati al Covid-19“. Come fa? Combinando i dati fisiologici rilevati dagli anelli con le informazioni fornite tramite sondaggi in-app da chi li indossa. Un’innovazione davvero notevole, lasciatecelo dire.
Per chi non conoscesse gli anelli di Oura in titanio di seconda generazione, è bene sapere che sono resistenti all’acqua, pesano tra i 4 e i 6 grammi, e hanno una batteria che può durare fino a sette giorni. Una volta conclusa la loro autonomia energetica, possono essere ricaricati in 80 minuti circa. Si tratta di un prodotto molto simile ad uno smart watch o ad un fitness tracker. Un anello è dotato, infatti, di sensori a LED a infrarossi, tre sensori di temperatura corporea, un accelerometro e un giroscopio. Un piccolo appunto: questi dispositivi sono pensati per essere indossati 24 ore su 24, e 7 giorni su 7. E possono archiviare dati per ben sei settimane, sincronizzandoli con un telefono iOS o Android.
Anelli Oura ai giocatori sì o no?
Per il momento, lo studio è stato condotto su 600 operatori sanitari in prima linea, ma verrà presto ampliato ad altre persone. Stando a quanto riferito da The Atletic, l’uso degli anelli potrebbe comunque essere opzionale. Tanto più che non sono state rilasciate dichiarazioni specifiche su quali dati potrebbero essere utilizzati per tracciare i sintomi. Di recente, il giornalista Zach Lowe ha pubblicato un Tweet in cui specifica che il personale della squadra non avrà accesso ai dati dei singoli giocatori, a meno che l’anello non rilevi un “punteggio di alta probabilità di malattia”. In quel caso sarà necessaria una visita medica.
Team staff will *not* have any access to player data from the wearable ring (should any player actually choose to wear it) aside from instances in which the "illness probability score" triggers a further medical review. https://t.co/q7nk1cBzIa
— Zach Lowe (@ZachLowe_NBA) June 17, 2020
Al di là di tutto, non esiste ancora un comunicato ufficiale da parte dell’NBA, quindi per ora ancora non sappiamo se davvero i giocatori indosseranno gli anelli o meno. Ma se guardate attentamente i cestisti che seguono dagli spalti i loro colleghi, forse potreste intravedere un dispositivo abbastanza familiare sulle loro mani. Chissà.
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