La leggenda della musica Neil Young ha chiesto – e ottenuto – di essere rimosso da Spotify in quanto non condividerebbe la mancanza di controllo della piattaforma in merito a fake news e teorie no-vax. In particolare il cantautore contesta il popolarissimo podcast di Joe Rogan.
Neil Young contro Spotify: “Ospita contenuti zeppi di informazioni false”
Godiamoci gli ultimi di giorni su Spotify di Neil Young e delle sue incredibili canzoni perchè potrebbero essere rimosse da un momento all’altro. Il cantautore ha infatti richiesto – e ottenuto – la rimozione della sua intera discografia dalla popolare piattaforma di streaming. Lunedì – 24 gennaio – l’artista ha pubblicato una lettera aperta nella quale, coerentemente con la sua storia e la sua attitudine, non le ha mandate a dire a determinati personaggi. Ecco le sue parole:
“Possono avere Rogan o Young. Non entrambi”, ha scritto il musicista, che poi ha spiegato le motivazioni del suo attacco a Joe Rogan, conduttore del celebre podcast Joe Rogan Experience (JRE). “Con una stima di 11 milioni di ascoltatori per episodio, JRE, che è un prodotto esclusivo Spotify, è il podcast più ascoltato al mondo e ha un’enorme influenza. Spotify ha la responsabilità di mitigare la diffusione di fake news e disinformazione sulla propria piattaforma, che ad oggi non prevede una politica contro la disinformazione”.
Il podcast di Rogan è infatti particolarmente noto per il suo avallare teorie del complotto e tesi no-vax. La risposta di Spotify non si è fatta attendere. La piattaforma, accogliendo le richieste di Young, ha infatti rilasciato un comunicato ufficiale a Billboard che recita:
“Vogliamo che tutti i contenuti musicali e audio del mondo siano disponibili per gli utenti di Spotify. Da ciò deriva una grande responsabilità nel bilanciare sia la sicurezza per gli ascoltatori che la libertà di espressione per i creatori. Abbiamo messo in atto norme specifiche sui contenuti e abbiamo rimosso oltre 20.000 episodi podcast relativi al COVID-19 dall’inizio della pandemia. Ci rammarichiamo per la decisione di Neil di rimuovere la sua musica da Spotify, ma speriamo di dargli il bentornato presto”.
Al momento della stesura di questo articolo il 90% della discografia di Neil Young è stata già rimossa da Spotify. Sulla piattaforma è possibile ascoltare solo pochissimi brani che, presumibilmente, verranno rimossi a breve.
Young non è l’unico a contestare il podcast di Joe Rogan
Il leggendario cantautore non è però l’unico ad aver criticato Spotify per aver consentito la diffusione di informazioni false sulla sua piattaforma. NME riporta che centinaia di scienziati e medici hanno recentemente chiesto al sito di prendere provvedimenti nei confronti del podcast di Joe Rogan.
“Consentendo la propagazione di affermazioni false e dannose per la società, Spotify permette ai suoi creatori di danneggiare la fiducia del pubblico nella ricerca scientifica e seminare dubbi sulla credibilità delle cure fornite dai medici professionisti” si legge in una lettera recapitata a Spotify e firmata da un gruppo di medici.
Nel frattempo Neil Young ha fatto sapere che non si esibirà dal vivo fino a quando la pandemia non sarà finita. “Non mi interessa se sono l’unico farlo” – ha dichiarato in un’intervista –“Se seguissimo la scienza, vaccinandoci tutti, avremmo molte più possibilità per uscire da questa pandemia”
Neil Young lascia Spotify: 60% di entrate in meno per l’artista e la Warner
Nel frattempo, nelle ultime ore, Young ha pubblicato una nuova lettera sul proprio sito web. In questa ringrazia la Warner/Reprise per aver sostenuto la scelta dell’artista nella richiesta di rimozione dei brani. La label, così come il cantautore, andrebbero infatti incontro a conseguenze notevoli, dato il peso economico del mercato dello streaming di cui Spotify è sicuramente lo squalo numero uno. Ecco come spiega la dinamica lo stesso Young nella lettera:
“Grazie Warner Brothers per essere stata con me e aver accettato le conseguenze della mia scelta, rinunciando al 60% delle mie entrate provenienti dallo streaming in nome della verità”
Young ha infine ringraziato la Universal per “la coscienza” dei suoi dirigenti Michele Anthony e Bruce Resnikoff.
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