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Ricerca Nuance: cresce la fiducia degli italiani nel digitale

Ecco i risultati dell'indagine

Un nuovo studio di Nuance mette in evidenza il modo in cui i consumatori si aspettano di interagire con i brand dopo la pandemia. Secondo i dati raccolti dallo studio, ben il 62% degli utenti italiani preferirà interagire con i brand tramite i canali digitali anche dopo la pandemia. Le interazioni digitali, secondo una buona fetta di consumatori, dovranno rimanere la norma.

I consumatori preferiscono il digitale

Il dato emerso dallo studio di Nuance non è un’esclusiva italiana. Il 62% registrato tra i consumatori italiani, infatti, viene superato dai risultati ottenuti in altri Paesi. Ad esempio, in Messico è stato raggiunto il 70% mentre in Germania si tocca il 66%. Dati elevati anche in Svezia dove le interazioni digitali con brand toccano il 65% delle preferenze.

Per quanto riguarda i mezzi di comunicazione preferiti dagli utenti, il 28% continua a preferire la comunicazione di persona con i brand. Da segnalare però un 24% che preferisce l’email mentre il 19% preferisce il telefono. Circa il18% degli utenti intervistati da Nuance punta su messaggi di testo, webchat e chatboot.

Cresce anche la fiducia nella tecnologia. Il 50% degli intervistati da Nuance ritiene di essere a proprio agio nell’utilizzo di sistemi di autenticazione biometrica. Tale percentuale sale al 55% in Italia. Il 38% ritiene di avere fiducia nei sistemi biometrici per l’autenticazione sicura.

Il commento di Nuance

Saverio Ricchiuto, Sales Director, Enterprise di Nuance Communications, dichiara: “Complice l’affermazione di nuove priorità da parte dei consumatori – ovvero comodità, velocità e, in ultima analisi, il portare a termine una attività – per le organizzazioni diventa un imperativo sviluppare strategie per offrire esperienze digitali sempre efficienti ed efficaci, soprattutto per retailer, banche e aziende di servizi. Da processi di autenticazione sicuri e agili, alla gestione intelligente delle chiamate e alla live-chat, è importante che la tecnologia sia in grado di indirizzare le esigenze specifiche dell’utente finale, pur garantendo la possibilità di passare a un intervento umano nel momento in cui è richiesto

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