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Dentro la Canzone – Il significato e la storia di Parklife dei Blur

“All the people, so many people”

Tutto ebbe inizio nel 1994. Certo, negli anni antecedenti grandi gruppi avevano tracciato la strada. Nomi come Suede, Elastica e Pulp, tanto per citarne tre, avevano sapientemente mescolato le irresitibili melodie britanniche della new-wave (fate ciao con la manina a Morrisey e ai suoi The Smiths), con un approccio compositivo più moderno. È però nel 1994 che i mondi collidono: i Blur pubblicano Parklife, il loro terzo album in studio, e gli Oasis regalano al mondo uno dei più grandi dischi di tutti i tempi: Definitely Maybe. È sull’opera dei Blur che vogliamo concentrarci, e su uno dei singoli trainanti del disco, la title track Parklife, di cui oggi vi racconteremo genesi e significato.

Prime avvisaglie di una guerra: il contesto

Siamo nell’aprile del 1994. Il popolo inglese, che crede fermamente in tre incontestabili religioni: il calcio, la birra e la musica, deve fare a meno della prima. L’Inghilterra, infatti, non si è qualificata ai mondiali di USA ‘94.

Il 7 marzo esce una canzone ipnotica che impazza nelle radio. È irresistibile e ha un ritornello che ripete ossessivamente “ragazze che vogliono ragazzi che vogliono che i ragazzi siano ragazze” (che al mercato mio padre comprò).

È una canzone dei Blur, scelta come singolo che anticipa il nuovo disco. Il risultato è un successo pop incredibile e la canzone ha appena fatto ciò che un primo singolo di un album deve fare: far crescere le aspettative in vista dell’uscita del disco.

Il 25 marzo arriva l’album Parklife, con il quale i Blur si prendono definitivamente il tetto del mondo. Ma è bene precisare una cosa: i Blur sono londinesi. Un dettaglio da non trascurare.

Londra vs Manchester

Già perchè nel nord del Paese, zona Manchester, i fighettini della capitale che vestono Polo e cantano della bella vita non sono troppo ben visti. La città di Manchester è stata fucina di una scena underground assolutamente non allineata, con band incredibili come Stone Roses, Inspiral Carpets, Happy Mondays e Joy Division.

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In città, sponda City (la squadra tifata dagli operai della working class, mica come i borghesi che supportano lo United) si parla un gran bene di due fratelli che, quando riescono a non spaccarsi le chitarre in testa a vicenda, suonano musica niente male.

Si chiamano Oasis, nome preso in prestito da un negozio di abbigliamento, e hanno fatto il primo concerto in un pub, dopo aver minacciato il proprietario di sfasciare il locale se non li avesse fatti esibire. Ne sentiremo parlare.

La battaglia tra le due superpotenze, quella che verrà ricordata come la grande guerra del Britpop con tanto di iconica copertina di NME, scoppierà solo nel 1995, ma è nell’estate inglese senza calcio del ‘94 che le due band si impongono agli occhi del mondo.

Il 22 agosto esce infatti il dirompente terzo singolo dei Blur: Parklife, mentre la settimana seguente, il 29 agosto, gli Oasis debuttano con il loro primo album: Definitely Maybe.

La genesi e il significato di Parklife dei Blur

I Blur registrano l’album Parklife ai Maison Rouge Studios, nel quartiere Fulham di Londra. È una zona assolutamente tranquilla, medio-borghese, lontana anni luce dalla cupezza industriale di Manchester dalla quale provenivano gli Oasis e dalle acciaierie di Sheffield dei Pulp. 

Con i suoi parchi curati e aree verdi, la Fulham del 1994 era popolata da persone in tuta Adidas che praticavano jogging. Ed è proprio questo che i Blur vedono ogni giorno quando si recano in studio: orde di joggers, piccioni e spazzini che garantiscono la pulizia del quartiere. A Damon Albarn, istrionico frontman della band – e a mani basse uno dei geni musicali del secolo – viene un’idea: raccontiamo la vita della gente del parco.

Damon scrive il testo, ispirato anche dal romanzo London Fields di Martin Amis, e la band registra una prima demo della canzone. La loro etichetta, la Food Records, la detesta. I ritornelli sono ok, ma quelle strofe? È più parlato che cantato, non c’è melodia, solo un’accozzaglia di parole. Per un disco che contiene hit come Girls & Boys e End of a Century bisogna fare di più. 

I Blur sono di tutt’altro avviso: il bassista Alex James ama Parklife, la ritiene una delle migliori canzoni dei Blur, mentre al chitarrista Graham Coxon viene un’idea: “siccome le strofe sono quasi recitate, chiamiamo un vero attore”.

A Damon Albarn l’idea piace, ma chi chiamare? In realtà i Blur hanno già la risposta. La band aveva infatti già invitato in studio Phil Daniels, il Jimmy di Quadrophenia, che avrebbe dovuto recitare una poesia su un brano chiamato The Debt Collector. Tuttavia Albarn aveva difficoltà a trovare un testo adatto, quindi si decise che The Debt Collector sarebbe stata una traccia strumentale, mentre Daniels avrebbe potuto interpretare le strofe di Parklife.

Dal punto di vista musicale

La composizione e l’arrangiamento di Parklife, per quanto apparentemente semplice, è costellata di piccoli elementi interessantissimi. Il sassofono che si sente in sottofondo è suonato dal chitarrista Graham Coxon che, quanto il testo recita “vorsprung durch technik” (minuto 2:33 del video ufficiale) riprende una parte dell’inno nazionale tedesco. 

All’inizio del brano (intorno a 00:22 del video ufficiale) si sente un vetro infranto. È in realtà una registrazione del batterista Dave Rowntree che rompre un piatto di ceramica.

Per il resto le strofe alternano le parti recitate da Daniels (con un fortissimo accento cockney) con l’iconico urletto “parklife“. I ritornelli sono invece apertissimi, con una melodia ampia, in pieno stile Blur, in netto contrasto rispetto al non-cantato delle strofe.

Il significato del testo di Parklife dei Blur

Confidence is a preference for the habitual voyeur of what is known as (Parklife!)
And morning soup can be avoided if you take a route straight through what is known as (Parklife!)
John’s got brewer’s droop, he gets intimidated by the dirty pigeons, they love a bit of it (Parklife!)
Who’s that gut lord marching? You should cut down on your pork life mate, get some exercise

Come detto, il testo estremizza e prende in giro l’ossessione per il jogging del quartiere Fulham. Nella prima strofa Daniels si pone come un integralista dello stile di vita da parco. Il termine “morning soup” è uno slang britannico che indica lo smog da traffico, evitabile se alle auto si preferisce l’esercizio fisico. Nell’ultima frase Daniels prende di mira una persona obesa, dicendogli di adottare uno stile di vita più sano.

All the people
So many people
And they all go hand in hand
Hand in hand through their parklife

Nei ritornelli arriva invece Damon Albarn, che ci descrive un mondo fatto di joggers, che si tengono per mano e vivono la loro vita da parco.

I get up when I want, except on Wednesdays
when I get rudely awakened by the dustmen (Parklife!)
I put my trousers on, have a cup of tea

and I think about leaving me house (Parklife!)
I feed the pigeons, I sometimes feed the sparrows too,

it gives me a sense of enormous wellbeing (Parklife!)
And then I’m happy for the rest of the day,

safe in the knowledge there will always be a bit of my heart devoted to it

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Nella seconda strofa Daniels ci descrive una settimana tipo dell’uomo del parco. Si sveglia quando vuole (chi ha il tempo di dedicarsi quotidianamente al jogging evidentemente non deve timbrare un cartellino) tranne il mercoledì, giorno in cui viene svegliato dallo spazzino che fa il suo lavoro.

Dopo essersi svegliato il protagonista si veste, beve del thè e si sente a suo agio nel dare da mangiare ai piccioni (qualche volta anche ai passeri). Questa distinzione tra piccioni e passeri potrebbe sottendere una critica sociale, come se il protagonista vedesse di buon occhio una razza rispetto all’altra.

Nel suo significato ironico, Parklife dei Blur non ci fornisce mai giudizi, ma ci lascia intendere la follia degli integralisti del jogging.

Il video ufficiale, la presa in giro degli Oasis e le esibizioni live

Il video ufficiale vede la presenza dei Blur oltre che di Phil Daniels. Quest’ultimo interpreta un improbabile venditore di vetri, che importuna diverse persone e bullizza il suo assistente (interpretato da Damon Albarn). Il video è stato diretto da Pedro Romhanyi e girato a Greenwich. Vincerà il premio miglior videoclip musicale ai BRIT Awards 1995.

L’anno eseguente invece, ai BRIT Awards 1996, quando gli Oasis dominarono la serata, Liam e Noel Gallagher trovarono il modo di prendere in giro i rivali Blur. Nel ricevere il premio come miglior band inglese, battendo così i Blur, Liam disse: “I want to thank all the people”, prima di cominciare a cantare il ritornello di Parklife, adattandolo ad un intraducibile “shitelife”.

Parklife è ovviamente elemento fisso delle scalette dal vivo dei Blur. Nelle grandi occasioni, come festival e concerti speciali, la band si è avvalsa della presenza di Phil Daniels sul palco. Ciò è avvenuto, ad esempio, in occasione del Glastonbury Festival 2009 e della reunion ad Hyde Park del 2012.

Nelle scorse settimane i Blur hanno annunciato il nuovo album e il nuovo tour. Nelle prime date la band è tornata ad ospitare, per un numero selezionato di concerti, Phil Daniels.

I Blur saranno in Italia per un un’unica data a Lucca, il 22 luglio 2023. Per quanto riguarda gli Oasis, invece, Liam Gallagher ha promesso che se il Manchester City vincerà la finale di Champion’s League contro l’Inter, chiamerà il fratello Noel per una reunion. Don’t believe the hype.

Park Life
  • Music
  • Audio CD – Audiobook
  • 06/14/1994 (Publication Date) - Editore: Warner Music

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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