Pick-up, Truck, Ute, cassonati. I nomi con cui sono noti nelle diverse parti del mondo sono tantissimi: in Italia però questo tipo di mezzi sono un argomento affascinante e pieno di lati oscuri. La legislazione infatti non è chiarissima, in puro stile italiano, e la confusione è tanta. Vi do il benvenuto quindi ad Auto for Dummies, la rubrica che spiega il mondo dell’auto in maniera semplice, ed oggi ci lanceremo nel mondo dei pick-up. Saranno solo dei mezzi da lavoro o anche adatti al tempo libero? Scopriamolo insieme!
- Cosa sono i pick-up e perché sono stati inventati?
- I pick-up nel mondo: fenomeni di vendite in America, Australia e Sud-Est asiatico
- In Italia cosa dice la legislazione?
- Quindi un privato può acquistare un pick-up?
- Posso usare un pick-up nei weekend o con la famiglia?
- E posso usarlo per fare sport o per assecondare i miei hobby?
- Se prendo un pick-up per uso privato allora cosa perdo?
- E quali sono i migliori pick-up
Cosa sono i pick-up e perché sono stati inventati?
Partiamo subito dalle basi: che cos’è un pick-up? Da dove vengono? Perchè sono stati inventati? Un pick-up è uno dei componenti della famiglia degli autocarri, ovvero mezzi con quattro ruote adibiti al trasporto di cose e di persone. In particolare, a differenza di un classico furgone un pick-up offre una cabina abitacolo, singola o doppia, capace di ospitare dalle due alle 4 o 5 persone. Il carico invece va posizionato in una zona di carico totalmente separata dalla cabina abitacolo, chiamata cassone.
La cabina e il cassone sono fisicamente separati e non sono accessibili l’una dall’altra, quasi come facessero parte di due veicoli diversi. Inoltre, rispetto ad un furgone tradizionale il vano di carico è aperto in alto, permettendo di stipare oggetti anche molto alti e ingombranti.
Questi mezzi sono nati come veri e propri mezzi da lavoro: meno costosi e ingombranti di un camion, consentivano a lavoratori, contadini e allevatori di portare le proprie merci in città, ai mercati o in giro per lavorare. I primi pick-up sono stati realizzati ovviamente nella patria del pick-up truck, gli USA: il primo modello di auto “cassonata” fu realizzata da una piccola Casa, la Rapid Motor Vehicle Company, già nel 1902, con portata di una tonnellata. Da quella prima intuizione, i pick-up cominciarono ad espandersi, anche grazie al fatto che le automobili all’epoca erano prodotte con telaio separato dalla carrozzeria, e quindi facilmente adattabili ad ogni idea a livello di volumi, piani di carico e così via.
Per il primo pick-up moderno dobbiamo attendere il 1925, con l’arrivo sul mercato di una Ford Model T dotata di cassone per la merce in metallo. La “Ford Model T Runabout with pick-up Body” ebbe sempre più successo e venne emulata da tutti gli altri costruttori americani, tanto da far diventare questo tipo di veicoli un mezzo indispensabile tra i piccoli e medi lavoratori. Più piccolo e molto più facile da guidare di un camion, più spazioso e versatile di un’auto.
I pick-up nel mondo: fenomeni di vendite in America, Australia e Sud-Est asiatico
Con il tempo, però, i pick-up venivano usati sempre più anche fuori dal contesto lavorativo. Spesso infatti le famiglie usavano questo mezzo per portare il raccolto o gli animali da vendere al mercato durante la settimana, ma anche per andare a messa o alle sagre il sabato e la domenica.
Così, poco dopo la loro nascita, i pick-up non furono solo più un mezzo totalmente spartano e dedicato all’unico uso lavorativo. Hanno dovuto “ingentilirsi” e offrire prestazioni e confort migliori per poter rispondere alle esigenze del mercato, sempre più esigente. Nacquero così diversi modelli che ancora oggi hanno radici nel mercato: i primi Ford F-series, l’F1 e F100, il cui erede è l’attuale campione di vendite Ford F-150. Anche GMC, la Casa americana dedicata proprio a truck e SUV, cominciò a rendere più “automobilistiche” le sue creazioni, così come Chevrolet e Dodge.
Sulla scia di questo successo del “truck”, nacquero poi delle vere e proprie auto con il cassone, chiamate coupè utility: sportive, ma pratiche. Non più fuoristrada con altezza da terra e aspetto rude, ma vere e proprie automobili piuttosto sportive, dotate davanti di un abitacolo con due posti e dietro, al posto dei sedili posteriori, di un enorme “bed“, o cassone come è noto in Italia. Un esempio? La celeberrima Chevrolet El Camino, nata nel 1958 ma diventata leggenda con la terza generazione del 1968. Derivata dalla Chevelle, era disponibile anche come vera e propria Muscle Car in versione SS da oltre 375 CV. Non era l’unica coupè utility però, “combattuta” dalla rivale di sempre Ford Ranchero lanciata per la prima volta nel 1957.
Negli anni ’80 però i pick-up veri e propri raggiunsero e in alcuni casi superarono le qualità di guida e di confort della berline con cassone, tanto da soppiantarle di lì a poco. Da quel momento, il pick-up è diventato il mezzo per antonomasia di milioni di famiglie americane: tanto carico, robustezza, potenti motori V8 e fino a 5 posti per portare la famiglia ovunque nelle terre d’Oltreoceano.
I pick-up in Australia, gli “ute”
L’Australia, nonostante la lontananza geografica dagli Stati Uniti, è stata subito “catturata” da questa moda fin dai primi anni ’40. Anche a causa di un terreno sterminato, caldo e che non perdona facilmente come quello australiano, gli aussies hanno sempre amato questo tipo di veicoli. Ma insieme ai truck veri e propri, importati o ispirati proprio a quelli americani, negli anni ’50 si diffusero le coupè utility. Paradossalmente, sebbene siano nati in America le coupè utility divennero ebbero ancora più successo in Australia, dove sono note da sempre come Ute, diminituvo della dicitura coupè utility.
La loro nascita in terra australiana però arrivò prima che in America, più precisamente nel 1932, quando un contadino di Victoria chiedeva alla Ford of Australia un veicolo “per andare in chiesa la domenica e portare i maiali al mercato il lunedì”. Proprio come i “colleghi” americani. Da questa richiesta un po’ bislacca nacque però una storia incredibile, arrivata a compimento solo pochi anni fa.
L’ultimo Ute a lasciare la linea di montaggio infatti fu l’Holden Ute, uscito di produzione nel 2017. Un modello basato direttamente sulla berlina di produzione australiana più longeva, la Holden Commodore, su cui ci sarebbe da fare un’intero Auto for Dummies. Quest’auto era in tutto e per tutto una normale auto anche piuttosto interessante, dotata di trazione posteriore e tutte le comodità moderne, ma dietro ai sedili posteriori si trova un enorme cassone per caricare qualsiasi cosa. C’era persino una versione sportiva di questo Ute, l’HSV Maloo, dotato dello stesso motore della Chevolet Corvette C6 da oltre 430 CV, vera erede della Chevrolet El Camino SS. Pazzesco.
Africa e Sud-Est Asiatico, parole d’ordine: “giapponese” e “robusto”
Ma non solo in America e Australia i pick-up hanno avuto grande successo. In Africa e nel Sud-Est asiatico i cassonati sono amatissimi grazie alla loro proverbiale robustezza, che li rende perfetti per i terreni sconnessi, le strade sterrate e le grandi distanze da coprire. Se però in USA e Australia sono sempre andati per la maggiore i prodotti dei costruttori locali, in Africa e nel Sud-Est asiatico, zone prive di grandi Case automobilistiche, pick-up fa rima con “Giappone”.
Il grande protagonista di queste zone è una vera e propria icona dei pick-up mondiali, Toyota Hilux. Prodotto fin dal 1968, il tostissimo pick-up giapponese è un must-have per chiunque abbia bisogno di un mezzo robusto, affidabile e che non si ferma mai. Iconica è la puntata di Top Gear che tenta di distruggere un Hilux: dopo averlo incidentato più volte, avergli dato fuoco, averlo addirittura fatto cadere da un edificio in demolizione, il robustissimo giapponese si è sempre acceso come niente fosse. Incredibile.
Insieme al Toyota Hilux ci sono poi diversi pick-up di medie dimensioni gettonatissimi in Africa e Asia, come Mitsubishi L200, Isuzu D-Max o Nissan Navara. Una sfilza di tosti fuoristrada, capaci di superare ogni difficoltà.
E in Italia? Perchè non sono diffusi? Che dice la legislazione?
Siamo quindi di fronte a una categoria di veicoli davvero amati in tutto il mondo per la loro estrema versatilità e affidabilità. Caratteristiche che rendono i pick-up appetibili anche per chi vuole un mezzo di questo genere anche in Europa, anche in Italia.
Nel nostro Paese però i pick-up sono sempre stati visti come semplici mezzi da lavoro, da professionisti del settore agricolo, edile o metalmeccanico. Uno dei pick-up più diffusi in Italia non per niente è il piccolo FIAT Strada, derivato addirittura dalla compatta Palio. Un mezzo totalmente dedito al lavoro, e poco al tempo libero, nè del resto all’off-road.
Anche gli altri pick-up, tutti di “piccole” dimensioni come Hilux, L200 o simili sono dedicati principalmente al lavoro, e venduti alla stregua dei veicoli commerciali. Questo perchè in Italia i pick-up fanno parte della categoria N1, ovvero quella degli autocarri. Sono quindi equiparati ai furgoni, van e veicoli commerciali di massa inferiore alle 3,5 tonnellate. Questi sono “mezzi a motore a 4 ruote adibiti al trasporto di cose e/o di persone collegate alle cose trasportate”. Una definizione che non chiarisce lo specifico caso dei pick-up, per vocazione punto d’incontro tra auto e van. Una situazione complicata ulteriormente dal conflitto tra autocarri per uso proprio e quelli per uso conto terzi. Ma cosa significa questo?
I veicoli per uso conto terzi sono mezzi dati in uso da una società ad una terza persona per motivi lavorativi, ad esempio i furgoni usati dai corrieri, o banalmente i camion delle società di autotrasporto. I pick-up comunque non sono i più adatti a questo utilizzo, e quindi sono quasi sempre omologati ad uso proprio, ovvero acquistati da ditte individuali o da professionisti con partita IVA e società a loro collegata. Ancora, in questa forma sono acquistabili da qualsiasi privato cittadino. In questo senso va letto il famigerato Articolo 82 del Codice della Strada.
Questo recita che un autocarro N1 può essere utilizzato solamente per il trasporto di cose e di persone collegate alle cose, come detto dalla definizione di “autocarro” citata prima, a meno di una apposita autorizzazione rilasciata dalla Motorizzazione Civile.
Chi viola questo articolo e utilizza un veicolo per uso proprio o per uso conto terzi per trasportare persone non collegate alla propria professione o alle cose trasportate incorre nel rischio di ottenere una multa che va da 430 a ben 1.731 euro, nonchè alla sospensione del libretto di circolazione da 1 a 6 mesi, e da 6 a 12 mesi in caso di recidiva. Ma attenzione a pensare “allora non posso usare un pick-up, cosa stiamo qui a fare?”, perchè la questione cambia se il pick-up è acquistato da un privato cittadino.
Quindi un privato può acquistare un pick-up?
Questo Articolo 82 infatti non vuol dire che non sia possibile acquistare un pick-up o un autocarro in genere per un privato, anzi. Non esistono infatti leggi o regole che vietino l’acquisto da parte di un privato cittadino di un autocarro. Fino al 1999 questo era vero: un pick-up non poteva essere utilizzato come auto privata e acquistata da chi non aveva una Partita IVA o un’azienda. Oggi invece non è più così: dal 2000 anche l’Italia si è adeguata al resto d’Europa, e ha sostituito la vetusta dicitura “autocarro per uso promiscuo” in “autocarro per uso proprio”. Se una persona può permettersi e desidera acquistare un autocarro, può farlo liberamente, e l’autocarro N1 acquistato verrà considerato adatto alla circolazione proprio come un qualsiasi veicolo privato.
La narrazione che vuole il pick-up non utilizzabile fuori dal contesto lavorativo sottintende che l’autocarro sia stato acquistato da una società o da un soggetto fisico con Partita IVA che utilizza questo mezzo per lavoro. L’acquisto “professionale” permette di ricevere agevolazioni economiche e fiscali importanti, come la possibilità di scaricare l’IVA, avere tariffe di bollo e assicurazione più convenienti e, per alcuni, di poter anche scaricare le imposte sul carburante.
Ma a fronte di tutti questi vantaggi c’è l’uso solo in caso di utilizzo lavorativo e non “privato”, come vi abbiamo spiegato poco fa. La “regola” che impedisce l’uso continuo di un autocarro è un tentativo di fermare un fenomeno che imperversava sulle strade, ovvero omologare come autocarri SUV e fuoristrada per pagare meno tasse e assicurazione. Una regola “anti-furbetti” che però ha totalmente compromesso l’esistenza di un intera nicchia di mercato, come quella dei pick-up.
C’è però una soluzione. Se acquistate un qualsiasi autocarro, anche un van o un furgone, per uso proprio come un cliente privato non avrete limitazioni o impedimenti: sarà considerato un mezzo privato, come una qualsiasi automobile. Un cavillo non specificato chiaramente e che dimostra ancora una volta la necessità di rivedere e aggiornare alle mutate esigenze del 2021 il Codice della Strada. Un Codice che va rivisto e aggiornato non solo riguardo ai pick-up, considerati ancora furgoni con cassone, ma anche su altri aspetti, come l’uso delle moto 125 in autostrada o altre difficili questioni.
Quindi la risposta è: sì, un privato cittadino può tranquillamente acquistare un pick-up per uso privato e usarlo senza vincoli. Ma cosa si perde rispetto agli autocarri “veri e propri”? L’unica differenza con i “professionisti” è la necessità di pagare interamente l’IVA e diverse tariffe di bollo e assicurazione. Inoltre, i prezzi dei pick-up presenti sulle più importanti riviste di settore sono già comprensivi di IVA, proprio per andare incontro alle esigenze del privato che vuole un “cassonato”.
Posso usare un pick-up nel tempo libero? Gli scenari più adatti ad un truck
Con questa “rivelazione” cadono anche tutti i falsi miti di cui si sente parlare, e che andiamo a smontare. La prima “fake news” riguarda proprio l’uso familiare: “Non posso mai utilizzare un pick-up con la famiglia e nei weekend”.
Se si tratta di un autocarro intestato ad un privato potete utilizzarlo senza alcun vincolo, come fosse un’automobile tradizionale. Quindi non ci sono vincoli giornalieri, orari o sull’età degli occupanti. L’unico limite presente è quello riguardante all’età minima per viaggiare sul sedile anteriore di 12 anni. Per il resto, tutto a posto.
Se però aveste un pick-up intestato per uso proprio ad un’azienda o ad una ditta individuale o ancora a un libero professionista dovrete dimostrare che vi serve o la capacità di carico del mezzo, per esempio per un trasloco o l’acquisto di beni particolarmente ampi, oppure che state svolgendo un lavoro. Questo però va anche a discrezione dell’interpretazione dell’Articolo 82 dell’eventuale forza dell’ordine che vi fermerà, anche in caso di utilizzo “improprio”. Un classico “pasticcio all’italiana”. Il modo per stare tranquilli però esiste: acquistare il vostro autocarro come privati. In questo modo, l’Articolo 82 non vi farà paura.
E posso usarlo per fare sport o per assecondare i miei hobby?
Assolutamente si: per trasportare attrezzatura sportiva o addirittura mezzi a motore come kart o motociclette potrete usare tranquillamente il vostro pick-up acquistato da privato. Per quanto riguarda i mezzi di proprietà di un professionista invece è di nuovo un problema di interpretazione. Se siete degli sportivi professionisti e il mezzo è intestato alla società o azienda sportiva allora nessun problema. Se al contrario volete coltivare la vostra passione, un ufficiale di polizia particolarmente zelante potrebbe contestare l’uso improprio del vostro pick-up.
Una volta chiarita, questa situazione apre le porte di un mezzo estremamente versatile e potenzialmente perfetto per le esigenze di tantissime persone. Penso ad esempio ai fotografi e videomaker, professionisti e non, che con un cassone ampio e sospensioni “da duro” possono consentire foto e video diversi e particolari. Penso anche a tutti quegli sportivi che hanno bisogno di tanto spazio per stivare le proprie attrezzature, magari anche sporche, e che hanno bisogno di capacità fuoristrada per raggiungere le location di gara. Tra l’altro, sulle automobili classiche (le cosiddette M1) è vietato il trasporto di oggetti particolarmente ingombranti o pericolosi come tronchi, moto o mini-moto, kart e così via. Perciò, un pick-up può e deve fare al caso vostro.
Ma sono perfetti anche per chi ha la passione per la coltivazione, per l’allevamento, per l’equitazione o per chi va a caccia. Ma anche per per chi ha bisogno di grandi capacità di carico ma non può permettersi un furgone, mentre l’auto gli va stretta. In America il pick-up è amato e osannato per la sua incredibile versatilità, e ci sono davvero tantissime persone che potrebbero amare un mezzo così polivalente. Certo, non sono proprio piccoli, i consumi non sono bassissimi e per chi vive in città non sono il massimo della maneggevolezza. Tra però il “cool factor” e la versatilità di utilizzo sono mezzi eccezionali per chi ha uno stile di vita “libero”.
E quali sono i migliori pick-up?
Abbiamo quindi fatto chiarezza sulle norme, che ricapitolando permettono ad ogni privato cittadino l’acquisto di un pick-up e il suo utilizzo in qualsiasi contesto, se non “collegato” a nessuna società o attività lavorativa. Non ci sono vincoli di giorni, utilizzo, occupanti o simili se si acquista da privati un pick-up. Sarete suvbito pronti a riempire il cassone e partire all’avventura.
Ma quali sono i migliori pick-up presenti sul mercato per chi lavora e per chi lo desidera per il tempo libero? Questa questione merita una puntata a parte, e infatti l’appuntamento è per venerdì prossimo, dove vedremo i migliori modelli “duri e puri” e i migliori pick-up per la vita di tutti i giorni presenti sul mercato. Ci vediamo allora alla prossima puntata di Auto for Dummies. Ci sarete? Vi aspetto! Ciaoo!
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Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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buonasera piu’che un commento una domanda:
essendo interessato al pickup pensavo di utilizzare una berlina merces di qualche anno di mia proprieta’e trasformarla in pickup.
a cosa vado incontro con le leggi e codice della strada italiani?
grazie