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Recensione Polaroid Go: iconica miniatura

La tipica forma compatta della serie 600 in chiave moderna

Polaroid prosegue con la sua rinascita grazie alla piccola Polaroid Go, versione moderna della gloriosa serie 600.

La lunga storia di Polaroid inizia con la produzione industriale di filtri polarizzatori poi alla fine degli anni 50 la grande intuizione: la fotografia a sviluppo istantaneo. Un successo planetario e di lunga durata, almeno fino all’avvento del digitale.

Come per molte altre aziende anche Polaroid non è riuscita ad adeguarsi alla diffusione della fotografia digitale; le alterne vicende degli anni 2000 l’anno vista chiudere e rinascere, lentamente, con Impossible Project. Oggi è ufficialmente tornata come Polaroid, impegnata nel rilancio delle fotocamere iconiche che hanno fatto grande il suo nome. L’ultima nata è Polaroid Go.

La fotocamera riprende in chiave moderna tutto quello che ha reso famosa la fotografia istantanea: la forma piramidale, la disposizione delle ottiche, la dinamica e il suono dell’espulsione, solo per citare alcuni elementi.

La visione moderna della Polaroid Go, a differenza dell’originale del passato, è visibile in particolare nella dimensione ridotta sia del corpo macchina che dell’immagine stessa. È indubbiamente una macchina facilmente trasportabile, molto comoda da impugnare con qualunque mano.

Istantanea, a modo suo

Quando parliamo di fotografia istantanea facciamo appunto riferimento a tutto quello che Polaroid Go vuole farci rivivere: la magia e l’emozione di scattare e avere subito la foto pronta. Alcuni di noi hanno vissuto la propria infanzia accompagnata da alcuni scatti con la Polaroid del periodo e aspettare circa 15 minuti per la stampa era un lasso di ritenuto come istantaneo.

Polaroid G0
Sul lato sinistro la porta USB per la ricarica della batteria.

Oggi abbinare 15 minuti al concetto di istantaneo è quasi impossibile. Quando scattiamo una foto col nostro smartphone la possiamo condividere col mondo in meno di 5 secondi; Polaroid Go purtroppo estende ancora quei 15 minuti a qualcosa di più lungo. L’immagine, dopo l’espulsione dalla fotocamera, impiega circa 10 minuti a diventare appena visibile. Dopo circa un’ora i colori si saranno stabilizzati. Ma in realtà continueranno a svilupparsi, lentamente, ancora a lungo.

Polaroid Go: una stampa istantanea vera

Parliamo ora dell’immagine, vista da vicino. Quello che abbiamo tra le mani è una stampa che riprende in pieno lo stile Polaroid. Il supporto è spesso, con tre diverse texture sensibili al tatto: la cornice bianco avorio con trama, la pellicola lucida che protegge l’immagine e la parte posteriore nera liscia. Le dimensioni sono diverse rispetto al passato. Tutto il supporto misura 67mm per 53mm, con la parte quadrata dell’immagine di 45×45 mm.

Il bello dell’immagine istantanea della Polaroid Go è proprio nel suo modo unico di rendere i colori, la nitidezza e i contrasti. Si ama questo mix unico come amiamo il nostro gatto trovatello, magari con qualche difetto fisco ma unico nel suo carattere.

Polaroid Go
La cartuccia vuota può diventare una pratica cornice.

L’unicità della Polaroid Go, col suo film Instant Go è proprio nei colori pastello, i neri mai pieni, i bianchi lattiginosi. Uniamo anche il fatto che l’esposizione spesso è più una sotto esposizione, quindi con un’evidenza dei toni chiari e un’amalgama di quelli scuri. Quando tutto va bene.

Il bello arriva quando la chimica dello sviluppo si scontra con i fattori ambientali (caldo/freddo) oppure con le sollecitazioni (premo la stampa): i colori prendono una deviazione verso il caldo oppure l’azzurro, si formano puntini bianchi, compaiono aloni scuri. È il feeling Polaroid.

La messa a fuoco è fissa, giocata tutta sull‘iperfocale. Ve ne accorgerete solo facendo una scansione; in genere la nitidezza è accettabile oppure, pensando ancora al gatto trovatello, tipicamente vintage.

Polaroid  Go
Il rivestimento a specchio del mirino serve per i selfie.

Polaroid Go è essenziale come da tradizione e aggiunge alcuni dettagli di interesse. Il primo dettaglio importante è per i selfie: la lente esterna del mirino ha una laminatura a specchio che permette di centrare l’inquadratura con facilità. Il pulsante per l’esclusione del Flash permette di impostare l’autoscatto di 9 secondi (conseguenze di un display con una cifra); lo stesso pulsante permette di impostare le doppie esposizioni.

La porta USB serve per la ricarica della batteria

La curiosità ci ha spinto ad indagare sulla porta micro USB presente sul lato, curiosa per una fotocamera istantanea. Serve per la ricarica della batteria interna, niente altro. Una carica completa consente la ripresa di 15 cartucce da 8 scatti l’una. Da questo fatto scopriamo quindi l’autonomia di scatto di 8 immagini, un po’ anticipato dal piccolo display sul retro, composto effettivamente da una sola cifra. 8 scatti per cartuccia vuol dire che dovremo andare a patti con certi atteggiamenti compulsivi che il digitale ci ha sempre concesso.

Recensione Polaroid Go: la qualità col suo prezzo

La fotocamera è fatta bene; la qualità delle plastiche è di primo livello. Le poche parti meccaniche a vista funzionano con sicurezza. Polaroid Go è fatta per essere tenuta continuamente in mano, anche se non stiamo scattando. Ha una forma rassicurante, anche per il atto.

Il prezzo in Italia è quello visto per tutto il mondo: €119,99 per la sola Polaroid Go. Se acquistata subito con una confezione da 8+8 scatti si spendono €139,99.

Le pellicole sono vendute in confezioni, appunto, da 8+8 scatti, al prezzo di €19,99. Calcolatrice alla mano una stampa della Polaroid Go costa €1,25, tutto sommato accettabile.

Se dovessimo pensare ad un progetto fotografico con la Polaroid Go la prima cosa che prenderemmo in considerazione è quella di partire con almeno 10 confezioni, solo per evitare l’ansia si essere in giro con pochi scatti e lasciar andare la creatività di scatto in scatto.

La disponibilità è immediata se passate per uno store Rinascente, che ha l’esclusiva per la vendita fino al 5 giugno. Dal 6 giugno la troveremo nei migliori negozi italiani.

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Maurizio Costa

Fotografo. Col tempo ho approfondito sempre di più la componente tecnica e informatica che gira attorno alla fotografia.

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