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25 anni fa nasceva il progetto Mozilla per un Internet aperto

Era il 23 febbraio 1998

Per un browser a cui si dice malinconicamente addio, un altro che ci ritroviamo a festeggiare.

Sì, perché – dopo una serie di rinvii – Internet Explorer ci ha ufficialmente lasciati martedì 14 febbraio (anche se, duro a morire, manterrà alcune sue grafiche sino al prossimo 13 giugno).

Mentre il 23 febbraio è il venticinquennale non tanto del browser, quanto del progetto Mozilla.

Mozilla che, come vedremo, è in un certo senso l’antenato di Firefox, il browser attualmente oscurato dalla sfida del secolo, quella tra i motori di ricerca Bing e Bird, e delle intelligenze artificiali che daranno linfa alle prossime versioni.

Ma agli albori della Rete, come vedremo, il progetto Mozilla era qualcosa di più di un browser.

25 anni fa nasceva il progetto Mozilla

Venticinque anni fa, precisamente il 23 febbraio 1998, nasceva il progetto Mozilla.

Nasceva nel senso che il dominio veniva depositato quel giorno. E, sempre il 23 febbraio del 1998, Netscape Communications Corporation annunciava al mondo che il suo (mitico) browser Netscape Navigator sarebbe stato sempre gratuito e open source.

Il progetto Mozilla, invece, subentra a Netscape Communications Corporation, azienda informatica fondata nel 1994 a Mountain View.

Firefox

Per un Internet libero

Dunque Mozilla nasce come progetto ampio e ambizioso, e non come browser.

Il concetto alla base del progetto è quello di un Internet libero, basato cioè su software liberi. Che, al contrario di quelli proprietari, possono non solo essere utilizzati ma anche studiati, modificati, condivisi e redistribuiti.

Negli anni, il progetto Mozilla ha prodotto il browser libero Firefox, lanciato nel 2002, il client di posta Thunderbird, Firefox OS (per dispositivi mobili e tablet) e altro.

Il nome

Quanti di voi lettori sanno perché il progetto Mozilla si chiama così?

Ebbene, il nome nasce dall’unione di Mosaic killer (il killer di Mosaic, il principale browser allora in commercio) e Godzilla. E anche il logo del progetto, che qui potete vedere (una testa di T-Rex), appare piuttosto aggressivo.

L’open web

Ma più che aggressività, il nome e il logo mostrano una grande volontà di innovare e di percepire Internet come un luogo di condivisione.

Sembrano passati secoli, oggi che la Rete è spesso interpretata come il luogo virtuale dove le grandi aziende tech si spartiscono il potere, spesso in barba agli utenti (e per questo vengono puntualmente multate dagli organismi deputati). Oppure come l’arena in cui ci si scontra su qualunque argomento, si discrimina, si getta discredito e si propagano fake news.

Sul sito ufficiale, nella pagina dedicata alla storia del progetto Mozilla, possiamo leggere lo spirito che animava l’azienda già dagli esordi.

“Sin dal primo anno, nuovi membri della comunità provenienti da tutto il mondo hanno contribuito a nuove funzionalità, potenziato quelle esistenti e preso parte alla gestione e alla progettazione del progetto stesso.

Attraverso la creazione di una comunità aperta, il progetto Mozilla è diventato ben presto più grande di qualsiasi altra società”.

Il manifesto del Progetto Mozilla

L’open web (Internet libero) è descritto con chiarezza nel Manifesto di Mozilla. Ne esiste una versione estesa e una, più sintetica, riassunta in dieci punti (a cui si è aggiunto un paragrafo recente sul rapport tra Rete e inclusività).

Nell’introduzione della versione estesa troviamo già esplicitato lo spirito del progetto Mozilla. Spirito che oggi più che mai andrebbe recuperato: “Il Progetto Mozilla consiste in una comunità globale di persone convinte che la larghezza di vedute, l’innovazione e l’opportunità rappresentino la chiave che consente a Internet di mantenersi in uno stato di benessere costante. Lavoriamo insieme dal 1998 per garantire uno sviluppo di Internet da cui tutti possano trarre vantaggio.”

I numeri

Ma attualmente quale percentuale di utenti usa Firefox, il browser di Mozilla?

Il 65% di chi naviga lo fa attraverso Chrome, seguito da Safari (18%). Il 4% degli internauti, come si diceva un tempo, si affida a Edge, e appena il 3% a Firefox.

E dire che nel 2009 ben il 32% degli utenti sceglieva ancora Firefox, che solo negli ultimi 3 anni ha perso circa 50 milioni di utenti.

Le carte, con ogni probabilità, saranno presto rimescolate, vista l’imminente irruzione delle intelligenze artificiali nei motori di ricerca. E chissà che, per reazione allo strapotere dell’IA, non ci sia un ritorno verso l’open source, ovvero verso una Rete democratica e… umana.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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