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Razer Huntsman Tournament Edition: la tastiera dell’eSport

L'abbiamo vista in anteprima a Colonia e vi raccontiamo di cosa si tratta

Nonostante la Gamescom di Colonia sia finita ormai da alcune settimane, ci sono ancora alcune novità di cui non vi abbiamo ancora parlato. Fra queste c’è anche la nuova Razer Huntsman Tournament Edition, che arriva proprio oggi sugli scaffali. Come potete intuire dal titolo, si tratta di una tastiera dedicata al mondo del gaming competitivo come tanti altri prodotti dell’azienda. Questa nuova edizione di uno degli strumenti più apprezzati nel settore presenta diversi vantaggi eccezionali. Scopriamoli insieme.

Razer Huntsman Tournament Edition e la potenza dello switch ottico lineare

Partiamo subito dallo switch ottico, una delle ultime novità proposte da Razer nei suoi prodotti. Non entreremo nei dettagli strettamente tecnici di come funziona per semplicità, ma è sufficiente dire che, mentre una tastiera meccanica richiede il contatto tra due parti metalliche per inviare il segnale alla pressione del tasto, questa tecnologia agisce attraverso l’interruzione di un fascio di luce.

Cosa comporta questo? Beh, innanzitutto l’eliminazione del cosiddetto debounce delay. Questo è un breve intervallo di inattività successivo all’invio del segnale, necessario per evitare che le microvibrazioni del metallo portino a un nuovo comando. Sfruttando uno switch ottico, si può eliminare completamente questo aspetto. Si tratta di 10-20 millisecondi (a seconda della tastiera) che però in una competizione, possono essere fondamentali.

Un secondo aspetto riguarda l’actuation point, fissato a 1 mm. Questa è la distanza che il tasto deve percorrere prima che il segnale parta. Rispetto a una tradizionale tastiera meccanica, che ha un punto fissato a 1,2 mm, la Razer Huntsman Tournament Edition è quindi più rapida nell’attivarsi di circa il 16,67%. Una velocità di reazione che potrebbe salvarvi la vita (virtuale) sul campo da gioco.

Infine parliamo della actuation force, cioè quanto sia necessario premere sul pulsante per avviarne il movimento. Qui è stato fondamentale il contributo degli atleti di eSport che hanno supportato il team di Razer. Il valore, fissato infine a 40G, deve infatti essere un giusto bilanciamento per impedire pressioni errate, ma non ostacolare il giocatore quando serve.

Altre feature d’impatto

Nella Razer Huntsman Tournament Edition avremo anche ulteriori strumenti che ci aiuteranno a fare bella figura quando andremo ad affrontare i nostri avversari. Fra questi c’è ovviamente la memoria interna, grazie alla quale sarà possibile salvare le nostre impostazioni personalizzate. A seconda dei vari titoli si potranno registrare le opzioni che preferiamo, potendo poi selezionare i vari profili al momento giusto.

Così facendo, potremo preparare la nostra attrezzatura a casa, per poi portarlo con noi al torneo, già impostato al meglio. E il trasporto è facilitato, grazie al cavo removibile. Potremo quindi staccarlo rapidamente e portarci dietro la nostra tastiera da gaming senza doverlo staccare direttamente dal nostro fisso. Le diverse porte sulla periferica inoltre permettono di posizionarla in tanti diversi setup sulla scrivania, a seconda di quello più comodo per le nostre sfide. Infine, la comodità dell’accesso type-C e del sistema anti-sgancio rende l’esperienza di gioco ancora più facile e sicura.

Un’ultima introduzione riguarda i Doubleshot PBT Keycaps. Questi permettono di avere un feeling eccezionale con i vari tasti della tastiera, perfettamente protetti dall’usura. Niente più lettere scomparse dalla propria tastiera!

Razer Huntsman Tournament Edition è disponibile a partire dal 12 settembre. Per maggiori informazioni vi invitiamo a visitarne il sito ufficiale.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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