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Recensione A Plague Tale: Innocence, la peste a videogioco

Abbiamo giocato a "A Plague Tale: Innocence", la nuova avventura dinamica di Asobo Studio, ecco cosa ne pensiamo

Se qualcuno dovesse chiedermi perché amo tanto i videogiochi, gli risponderei, come sempre, “Perché amo le grandi storie“. Sin dal suo annuncio, A Plague Tale: Innocence ci è subito sembrato uno di QUEI videogiochi in grado di regalarci una storie simile. Avevamo ragione.

Il gioco è stato creato dalla software house francese Asobo Studio, conosciuta principalmente per la realizzazione di alcuni titoli su licenza (Disney, Pixar) e per pochi giochi sviluppati in autonomia (Fuel, The Crew) che non sono però riusciti ad affermarsi sul panorama videoludico. Oggi Asobo Studio ci presenta una nuova IP con un’avventura dinamica sorprendente.

A Plague Tale: Innocence

Lo scenario in cui è ambientato il gioco è la Francia medievale durante la Guerra dei cent’anni, il conflitto che ha visto protagoniste Francia e Inghilterra in una guerra durata dal 1337 al 1453. I protagonisti di questa storia sono i due fratelli Amicia e Hugo, figli della nobile famiglia De Rune che vivono in una magione fuori dalle mura cittadine. La loro serena quotidianità viene stravolta durante una battuta di caccia quando Amicia, in compagnia del padre, assiste ,nel cuore della foresta, ad un’inquietante evento. La giovane quindicenne ritorna quindi in casa per allertare la madre Béatrice e il fratellino Hugo, affetto da una ignota malattia. A causa del suo male, il piccolo ha raramente lasciato il fianco della madre, una brillante alchimista impegnata costantemente a cercare una cura per il figlio.

Sin da subito si intuisce che a causa di ciò, Amicia è cresciuta emotivamente distante dalla figura materna, legandosi fortemente al padre e provando una non tanto velata gelosia nei confronti del fratello. La situazione a casa De Rune precipita velocemente a causa dell’arrivo dell’inquisizione, fortemente interessata al piccolo Hugo. Dopo un’adrenalinica sequenza, Amicia e Hugo sono costretti a scappare dalla loro stessa casa e si ritrovano ben presto soli e in cerca di aiuto. La comunità è però afflitta dalla carestia, dalla guerra e dalla peste e non sarà facile per i due giovani affrontare il mondo esterno.

Età oscura

Per quanto, da videogiocatori, ci piaccia immaginare il Medioevo come un’epoca ricca di eroi, avventure e qualche drago qua e là, sappiamo che la realtà è ben diversa. A Plague Tale: Innocence prende questa cruda realtà e ce la sbatte in faccia. Il gioco si apre sì con la piacevole sequenza di Amicia nel bosco in compagnia del padre, immersi in un paesaggio spettacolare, ma l’atmosfera cambierà velocemente. Ambienti cupi e villaggi sofferenti prenderanno il sopravvento regalandoci un ritratto fedele, per quanto romanzato, di come doveva doveva essere il medioevo.

Asobo Studio è riuscita a caratterizzare discretamente ogni scenario in ogni capitolo del gioco. L’infestazione di ratti e gli orrori della peste traspaiono in ogni sequenza soprattutto nella seconda fase del gioco. Amicia e Hugo dovranno infatti destreggiarsi tra campi sterminati di cadaveri caduti in battaglia e ondate di topi divoratori di uomini armati solo del loro coraggio e della loro astuzia. L’unica arma a disposizione di Amicia, infatti, è una semplice fionda che la giovane utilizza per colpire i nemici a distanza o per distrarli. La sensazione di essere indifesi e inermi a quello che vi sta intorno sarà una costante, durante il gioco. Questo, unito a delle ambientazioni magistrali, offrono un grado di coinvolgimento e immedesimazione raro.

Facile sopravvivere alla peste

A Plague Tale: Innocence ci regala una trama fresca, avvincente e interessante ma non riesce a fare lo stesso a livello di gameplay. Il gioco si presenta infatti come una classica avventura dinamica in cui i personaggi si muovono da un punto A ad un punto B. Nonostante le ambientazioni siano ricche e ben dettagliate, la possibilità di esplorarle è molto bassa; vi sembrerà spesso di camminare dentro un tunnel anche all’aperto. In genere, tutto il gioco è molto guidato, sia a livello esplorativo che di avanzamento della trama.

I personaggi ripetono a voce alta il da farsi e daranno suggerimenti al giocatore nel caso non riuscisse a risolvere particolari situazioni. Il che è abbastanza improbabile essendo il gioco molto semplice. Gli “enigmi” proposti e le situazioni in cui bisogna riflettere sono poche e facilmente intuibili. Oggetti luccicanti e strumenti che si trovano esattamente dove ce ne è bisogno vi indicheranno costantemente le azioni da seguire. Ciò rende il livello di sfida praticamente inesistente.

Le sequenze di gioco stealth sono moltissime e poco innovative soprattutto nelle prime fasi del gioco. Si tratta di attirare i nemici dalla parte opposta, nascondersi nell’erba alta o sgattaiolare furtivamente sotto i tavoli. Un’interessante variante è data però dalle munizioni della fionda di Amicia che, grazie all’uso dell’alchimia, saranno in grado di accendere o spegnere fuochi, corrodere il metallo dell’armatura dei nemici e così via. A movimentare (poco) il gioco saranno anche gli alleati dei protagonisti con le loro abilità particolari che vi permetteranno di aprire porte e scrigni chiusi o abbattere i nemici con un colpo alle spalle.

Un discorso a parte va fatto per le situazioni in cui sarete costretti ad affrontare più volte un oceano di ratti portatori di peste che non possono essere sconfitti. Attraverso un ingegnoso sistema si potrà solo allontanarli da noi con l’uso del fuoco in una versione inquietante del classico “The Floor is Lava“.

“Le grandi storie”

A Plague Tale: Innocence punta tutto sulla trama e con ragione. Tutto è studiato per creare una forte empatia nei confronti dei personaggi. Per far ciò, sia i protagonisti, sia i personaggi secondari sono caratterizzati splendidamente, ognuno con una propria personalità ben distinta e definita. Proverete una esagerata simpatia per Amicia e i suoi alleati e un forte odio per i Villain di turno. A valorizzare il carattere dei personaggi vi è anche il doppiaggio, in inglese (con un delizioso accento francese), degno di un film di Hollywood.

Il grado di coinvolgimento del giocatore è dato anche dal comparto grafico che riesce a cogliere appieno le atmosfere, le ambientazioni e i personaggi del gioco. Ogni scenario appare estremamente vivido e ben curato. I giochi di luce e ombra, fondamentali nelle ambientazioni di questo gioco, sono riuscitissime, così come anche le proiezioni di luce. A Plague Tale: Innocence utilizza un engine grafico di proprietà di Asobo Studio che riesce a regalarci scorci stupendi senza alcun calo di frame rate, anche nelle situazioni caotiche dove i ratti sono presenti in grande quantità.

A chiudere la nostra recensione c’è la colonna sonora, la ciliegina sulla torta di questo gioco. Le soundtrack sono infatti curate da Olivier Deriviere, il compositore dietro alle musiche di Alone in the Dark, Remember Me e Vampyr. La colonna sonora originale è caratterizzata dall’uso esclusivo di strumenti a corda. Viole, violoncelli e violini caratterizzano praticamente ogni fase del gioco adattandosi alle azioni del giocatori. Il risultato è una colonna sonora cupa e inquietante, ma bellissima.

In conclusione

A Plague Tale: Innocence si è rivelato essere un grande gioco con una trama avvincente e ben scritta che ci fa dimenticare ben presto un gameplay poco innovativo. Asobo Studio è riuscito a creare un’avventura grafica interessante e speriamo che questo possa essere solo l’inizio di altre avventurose “Tales”.

A Plague Tale Innocence

Pro Pros Icon
  • Trama avvincente e ben caratterizzata
  • Grafica e Sonoro perfetti
  • Ottime ambientazioni e personaggi
Contro Cons Icon
  • Gameplay poco innovativo
  • Scarsa longevità

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Daniele Cicarelli

Indigente giramondo con la grande passione per i videogiochi, l'Arte e tutte le storie Fantasy e Sci-Fi che parlano di mondi alternativi senza zanzare. Fermo sostenitore dell'innovazione, del progresso tecnologico e della superiorità del Tipo Erba. Dalla parte dei Villains dal 1991.

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