Kevin Systrom e Mike Krieger, i fondatori di Instagram, si sono ritrovati a lavorare su un progetto insieme per la prima volta dal 2018, quando hanno lasciato la dirigenza del social network. E sono stati riuniti dalla lotta a COVID-19, lanciando il progetto Rt.live, che traccia la diffusione del virus con un algoritmo.
Rt.live: come funziona il tracciamento ideato dai creatori di Instagram
Il sito per il tracciamento del coronavirus, che per il momento traccia esclusivamente la situazione nei 50 Stati Uniti d’America, si basa su una statistica chiamata Rt. Si tratta di un algoritmo che calcola il pontenziale riproduttivo (R) di COVID-19 nel tempo (t). In sostanza, questa metrica serve a dare una misura della probabilità di infezioni secondarie, quindi di contagi, per ogni persona già infetta in un’area, in funzione del tempo.
Quindi questo dato statistico ci può indicare con un numero il grado di pericolosità del virus in aree specifiche. Se il dato è sotto il valore di 1, si aspetta un calo dei casi di contagio, mentre se il numero è superiore a 1, si aspetta un aumento. Monitorando la situazione in questo modo, è possibile avere dati comparati fra le varie aree e i vari Stati. E giudicare quindi quali misure stiano funzionando meglio, quali fattori influiscano sul risultato. E, si spera presto, valutare quando ed in che modo tornare ad aprire aziende e servizi.
Il confronto fra gli Stati americani potete trovarlo su rt.live, e mostra come solo 15 dei 50 Stati americani abbiano un valore sotto l’1, e quindi positivo.
Quali sono i limiti di questo tracciamento
Il tracciamento messo in pratica dai fondatori di Instagram con rt.live ha gli stessi problemi che tutte le statistiche su COVID-19 hanno. In particolare, la scarsità (o addirittura la mancanza) di test in alcune aree. Ma anche il tasso di falsi positivi. Infine, il numero di persone asintomatiche, che sono contagiose pur senza presentare alcun sintomo.
Oltre a questi problemi, tuttavia, Bloomberg fa notare nella sua intervista con Systrom e Krieger che nessuno dei due fondatori di Instagram ha una preparazione in medicina o epidemiologia. I due ribattono però dicendo che i modelli statistici da loro usati, che sono sviluppati a partire da modelli di crescita economica, possono essere utili nel tracciare il virus. Ed i dati vengono da The Covid Tracking Project, un organizzazione volontaria che raccoglie i dati sul numero di infezioni negli Stati Uniti.
L’obiettivo ultimo dei fondatori di Instagram, non è quello di dare dritte ai governanti su come guidare la ripresa economica: si spera che tutti i governi al mondo abbiano metodi ufficiali per raccogliere questi dati. Serve invece per dare al pubblico una metrica semplice da seguire, per poter valutare al meglio la situazione e restare al sicuro. Fermo restando il rispetto delle prescrizioni governative.
Tornare alla normalità sarà un processo delicato. In cui sembra sempre più chiaro che il mondo della tecnologia, dal MIT a Google e Apple con i loro sistemi di tracciamento tramite lo smartphone, sarà protagonista. Vi terremo informati.
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