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Davvero la Russia legalizzerà la pirateria informatica?

La proposta sembrerebbe al vaglio del ministero dello Sviluppo economico

La guerra tra Russia e Ucraina è già globale, nel senso che moltissimi sono i Paesi già schierati. Da una parte offrendo aiuto e assistenza alla popolazione ucraina e dall’altra isolando Mosca attraverso una serie di sanzioni, veti e blocchi. I più importanti ed efficaci dei quali stanno arrivando dal settore della tecnologia.

Stanno boicottando la Russia i produttori di chip, i social, gli sviluppatori di videogiochi, il mondo della musica e persino l’industria cinematografica, solo per prendere qualche esempio.

E Putin sta accusando il colpo. Il più altisonante dei rumors che negli ultimi giorni ci è arrivato da Mosca (anche se non sappiamo quanto sia attendibile) prevedrebbe addirittura un’imminente uscita della Russia dall’Internet globale. Di certo, l’ostracismo verso le piattaforme social ha praticamente obbligato la popolazione russa a usare i social di Stato.

Un’altra mossa, di cui vi abbiamo già dato notizia ieri, sarebbe al vaglio del ministero dello Sviluppo economico. In Russia, la pirateria informatica potrebbe presto essere legalizzata. Perché? E cosa sappiamo di questa clamorosa eventualità?

In Russia pirateria legale?

La notizia sembra in qualche modo andare nella stessa direzione di quella di una fuga da Internet. Mosca, provata dalle sanzioni e dall’isolamento, starebbe pensando a misure drastiche per mantenere solida la propria economia e la circolazione della cultura e delle informazioni.

Stavolta la news ci arriva dal quotidiano economico Kommersant. Secondo il quale la Russia starebbe per legalizzare la pirateria informatica. Ed è spuntato anche un documento.

 Russia pirateria

Il documento pubblicato da TorrentFreak

Il blog TorrentFreak, che ha rilanciato la notizia di Kommersant, ha anche pubblicato un documento datato 2 marzo.

Il testo è attribuito al ministero dello Sviluppo economico russo. E il titolo delle 15 pagine di documento parla chiaro: Piano d’azione prioritario per garantire lo sviluppo dell’economia russa nelle condizioni di pressione delle sanzioni esterne.

La proposta al vaglio copre sia la responsabilità civile che quella penale. E prevedrebbe la possibilità di ottenere software pirata se non esistono alternative russe, senza correre alcun rischio legale.

Questa sarebbe chiaramente una sfida rivolta alle Big Tech che in Russia  hanno interrotto (con diversi gradi di rigidità) i servizi e/o la vendita di prodotti. L’elenco delle aziende che hanno voltato le spalle a Mosca è sempre più vasto e comprende, tra gli altri, colossi del calibro di Apple, Microsoft, Sony e Samsung.

Verso un’autonomia tecnologica?

TorrentFreak paventa un futuro in cui in Russia “la pirateria del software diventi la norma negli anni a venire.”

E più realisticamente indica come obiettivo della mossa quello di “facilitare la transizione della Russia dalla dipendenza dai prodotti di società straniere alle soluzioni sviluppate all’interno del paese.”

In questo senso, il blog riporta anche una notizia diffusa venerdì 4 marzo da Gazeta.ru. Che ha riferito come il politico russo Dmitry Ionin – visto il rifiuto delle compagnie occidentali di distribuire nuovi film in Russia – abbia invitato i cittadini a rivolgersi al sito torrent RuTracker.

Cosa dice la legge russa

In effetti la legge russa prevede già che il governo possa autorizzare l’uso di qualsiasi proprietà intellettuale (compresi dunque software e altri contenuti digitali) “senza il consenso del titolare del brevetto in caso di emergenza, per garantire la difesa e la sicurezza dello stato”.

In questo caso, la Russia legalizzerebbe la pirateria informatica solo nei confronti delle società con sede nei Paesi che hanno sanzionato o isolato economicamente la Russia.

Si andrà davvero verso la pirateria legale?

Sempre TorrentFreak nel 2019 ha pubblicato un report condotto da una società di sicurezza slovacca, Eset.

Secondo quella ricerca, più del 90% del campione intervistato ha ammesso di utilizzare con regolarità software o contenuti illegali. E il 75% lo faceva per via dei prezzi eccessivi.

Ma questo è solo un dato. Piuttosto, quanto c’è di vero nella proposta che pare essere al vaglio del ministero dello Sviluppo economico russo?

Diciamo due cose distinte e opposte. Da un lato, sarebbe anche plausibile che Putin, sempre più isolato, facesse ricorso a mosse anche clamorose per dare respiro alla sua economia.

Dall’altro, a guardare il documento pubblicato da TorrentFreak, ci troviamo di fronte a un file scritto in inglese, che qualunque utente privato avrebbe potuto produrre in autonomia.

Inoltre, proprio come per il presunto distacco della Russia da Internet, manca ogni conferma dal governo di Mosca. E siccome, lo stiamo imparando ogni giorno di più, questa è una guerra basata anche sulla manipolazione delle notizie, è forse bene attendere qualche ulteriore e più concreto sviluppo.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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