Terminata pochi istanti fa la serata finale di Sanremo 2022: ecco i vincitori, la classifica definitiva e le nostre pagelle dell’ultima serata.
La classifica finale di Sanremo 2022: vincono Mahmood e Blanco
Cala definitivamente il sipario sulla 72a edizione del Festival della Canzone Italiana. Ad aggiudicarsi il primo posto Mahmood e Blanco con il brano Brividi. Secondo posto per Elisa (con O forse sei tu) e chiude il podio Gianni Morandi (con Apri tutte le porte). Ecco la classifica finale di Sanremo 2022:
- Mahmood e Blanco – Brividi
- Elisa – O forse sei tu
- Gianni Morandi – Apri tutte le porte
- Irama – Ovunque sarai
- Sangiovanni – Farfalle
- Emma – Ogni volta è così
- La Rappresentante di Lista – Ciao ciao
- Massimo Ranieri – Lettera al di là dal mare
- Dargen D’Amico – Dove si balla
- Michele Bravi – Inverno dei fiori
- Matteo Romano – Virale
- Fabrizio Moro – Sei tu
- Aka7even – Perfetta così
- Achille Lauro feat. Harlem Gospel Choir – Domenica
- Noemi – Ti amo non lo so dire
- Ditonellapiaga e Rettore – Chimica
- Rkomi – Insuperabile
- Iva Zanicchi – Voglio amarti
- Giovanni Truppi – Tuo padre, mia madre, Lucia
- Highsnob e Hu – Abbi cura di te
- Yuman – Ora e qui
- Le Vibrazioni – Tantissimo
- Giusy Ferreri – Miele
- Ana Mena – Duecentomila ore
- Tananai – Sesso occasionale
Altri premi assegnati sono:
- Premio della critica Mia Martini: Massimo Ranieri con Lettera al di là dal mare
- Premio della Sala Stampa Lucio Dalla: Gianni Morandi con Apri tutte le porte
- Premio Sergio Bardotti (miglior testo): Fabrizio Moro con Sei tu
- Premio Bigazzi (miglior composizione musicale): Elisa con O forse sei tu
Le nostre pagelle della serata finale
Matteo Romano – Virale: 6,5
Tocca a lui inaugurare la serata finale, ed è leggermente meno preciso delle precedenti serate, ma c’è tantissima personalità e maturità per il 19enne che viene da Sanremo Giovani. Gli auguriamo un futuro radioso, magari sui palchi invece che su TikTok.
Giusy Ferreri – Miele: 4
L’effetto megafono ora è passato dall’essere straniante all’essere ridicolo, al punto che diventa ufficialmente il meme di questa edizione. Un brano che non ha assolutamente niente da dire, e il nulla non andrebbe urlato al megafono.
Rkomi – Insuperabile: 6
Deve aver preso un calmante, perchè rispetto alle energiche performance delle sere precedenti è apparso praticamente immobile fino al chorus finale. Che abbia avuto dei problemi tecnici? Ad ogni modo se ad un brano del genere togli la performance resta poco. Peccato, perchè nelle prime due esibizioni aveva dato tutto e ci era piaciuto tanto.
Iva Zanicchi – Voglio amarti: 6,5
Uno vorrebbe anche darglielo un voto alto a zia Iva, anche perchè canta benissimo e il rispetto le è più che dovuto. Ma ogni volta che entra quel solo di chitarra viene voglia di salire al quarto piano e gettare il televisore di sotto. Non fatelo a casa.
Aka7even – Perfetta così: 4
Diventa difficile dare un voto ad un brano il cui unico senso è: mi piaci, sei bella. Altra canzone che non ha contenuto. E allora resta solo la voce, una bella voce, utilizzata discretamente, ma che non ha assolutamente nulla da dire.
Massimo Ranieri – Lettera al di là dal mare: 6,5
Interpretazione bellissima, sia dal punto di vista vocale che espressivo. Ogni singola parola sembra passare dalla sua anima prima di essere veicolata attraverso la voce. Una canzone che si lascia apprezzare sempre di più dopo ogni ascolto. A fine esibizione, prendendo tutti alla sprovvista, urla “papalina!” lasciando Amadeus spiazzato, poi spiega: “dovevo far felice i miei nipoti che da giorni mi chiedono di dire questa cosa”. Saranno felici chi lo ha preso al Fantasanremo.
Noemi – Ti amo non lo so dire: 6
I ritornelli si aprono molto bene, confermando la percezione del primo ascolto: un brano di Noemi, alla Noemi, che starebbe molto bene in radio. La performance è ok, del resto Noemi canta bene e il palco lo tiene con disinvoltura.
Fabrizio Moro – Sei tu: 5
L’autoplagio è ormai una caratteristica di Moro, almeno dal punto di vista armonico. Gli bastano 4 accordi per realizzare l’intera discografia, e va bene, ma almeno cambia l’ordine. Anche la consolidata struttura del registro basso nella prima strofa e del graffiato nella seconda comincia a risultare ripetitivo.
Dargen D’Amico – Dove si balla: 7
Ma come si fa a non volergli bene a Dargen? Prima di esibirsi ricorda, senza andare troppo sul tedioso, che esiste un’intera scena musicale ferma dal 2020. Poi un simpatico siparietto con Amadeus e infine l’esibizione: voce molto poca, capacità di tenere il palco e di raccontare tanta. Poi il brano è una mezza hit, facciamo 7 e non se ne parla più.
Elisa – O forse sei tu: 9,5
Forse la migliore delle tre esecuzioni dell’inedito a questo Sanremo, e non dimentichiamo che le altre due sono state pressoché perfette. Elisa è elegantissima come sempre, e non parliamo solo del suo outfit. Si muove sinuosamente su ottave inaccessibili all’essere umano medio e a fine esibizione la domanda resta solo una: basterà per recuperare terreno sui favoritissimi Blanco e Mahmood in vista della classifica finale di Sanremo 2022?
Irama – Ovunque sarai: 7,5
Ritornano in mente le parole di Gianluca Grignani nella serata cover quando, indicando Irama, ha dichiarato “questo qui va lontano”. Un talento puro che quest’anno non ha troppe speranze di arrivare sul podio, ma poco conta, il futuro sembra molto radioso per questo ragazzo.
Michele Bravi – Inverno dei fiori: 4
Melodrammatico, troppo, al punto che sconfina con la finzione. Una serie di forzature espressive che lo mettono nella peggiore condizione possibile per un performer: quella di non essere credibile.
La Rappresentante di Lista – Ciao ciao: 8
Arrivati alla serata finale possiamo affermare con certezza che il premio tormentone di quest’edizione va a LRDL con Ciao Ciao. Interpretazione fortissima, piena di energia, al punto da infiammare l’Ariston a fine esibizione con un reprise. Un ritornello spudoratamente commerciale, e non c’è assolutamente niente di male.
Emma – Ogni volta è così: 6
La coppia Emma/Michelin è molto affiatata, al punto che la prima dice all’altra “sei tu la mia papalina”. La performance è ok, e il brano permette ad Emma di mettere in risalto tutta la sua potenza vocale.
Mahmood e Blanco – Brividi: 10
Persino con un Mahmood in leggera difficoltà sugli acuti risultano incredibilmente emotivi, con tanto di bici di diamante sul palco. Semplicemente un’altra lega, un altro campionato, un altro sport.
Highsnob e Hu – Abbi cura di te: 6,5
Hanno preso confidenza col palco e tra loro c’è sintonia. Forse è la serata in cui Hu canta peggio, però il momento è intenso, e la performance è godibile. Niente però fermerà il meme de “I Coma Cose comprati su Wish.”
Sangiovanni – Farfalle: 6
Siamo chiaramente di fronte ad un hit-maker. Sangiovanni ha talento, ma il livello quest’anno è troppo alto, e persino un brano radiofonico come Farfalle rischia di passare in secondo piano. Avrà tempo per rifarsi, del resto ha solo 18 anni.
Gianni Morandi – Apri tutte le porte: 7
Reduce dalla vittoria della serata cover, Gianni Morandi – il vero underdog di questo festival – si presenta energico come un ventenne, con una performance travolgente che fa passare in secondo piano le imprecisioni vocali. Poi a dirigere l’orchestra, anche questa sera, c’è Mousse T, che gli fa guadagnare mezzo punto nelle nostre pagelle.
Ditonellapiaga e Rettore – Chimica: 7,5
Una coppia irresistibile. Vi prego fate un disco insieme, e poi una tournée e poi il prossimo anno ripresentatevi al Festivàl.
Yuman – Ora e qui: 7
La posizione in classifica dopo le prime 3 serate di Yuman resta un mistero: canta divinamente, ha personalità da vendere ed è ha un timbro interessantissimo. Tra le scoperte più piacevoli di questo Sanremo.
Achille Lauro feat. Harlem Gospel Choir – Domenica: 7,5
Si presenta sul palco con un Margarita e balla con Mara Venier. Lauro è nato per stare sul palco, e il suo cantato menefreghista stona meravigliosamente con la sua eleganza, il risultato è qualcosa che dovremmo preservare perchè in barba alle critiche Lauro è un artista vero. Chapeau.
Ana Mena – Duecentomila ore: 2
Ana Mena sarebbe un valido casus belli per muovere guerra alla Spagna.
Tananai – Sesso occasionale – 2
Ma perchè? Dopo Ana Mena poi. Ma gli autori del Festival non hanno un minimo di pietà?
Giovanni Truppi – Tuo padre, mia madre, Lucia: 8
Fortuna che arriva Giovanni Truppi a risollevare il livello. Truppi spiega anche il perchè della canotta, preferita ad abiti sfarzosi: “Indosso sempre le canotte, fin dalle mie prime esibizioni”. Una frase che la dice lunga sulla purezza di questo artista, che poi esegue magistralmente il suo brano. Ci vorrebbero più Giovanni Truppi e meno Tananai.
Le Vibrazioni – Tantissimo: 6
Parafrasando Bill Hicks: se ascolti un disco dei Led Zeppelin al contrario appare Satana. Se ascolti il pezzo de Le Vibrazioni al contrario suona meglio.
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