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I filmini in Super 8. La macchina del tempo

Minuti e minuti con persone che guardavano in macchina e salutavano

Avete presente quei video di un nitore e una definizione sconvolgenti, che si possono ottenere utilizzando con un po’ di perizia gli smartphone di ultimissima generazione?

Video sui quali, ad avere qualche ulteriore abilità, si può operare in postproduzione, fino a renderli quasi dei prodotti degni di un professionista?

Benissimo: scordateveli. Oggi per la nostra rubrica La macchina del tempo parleremo dei mitici filmini familiari in Super 8. E lo faremo allo scopo di fiaccare la resistenza emotiva di quei pochi lettori che sono stati in grado di non farsi assalire dalla malinconia la scorsa settimana, quando è stata la volta della Polaroid.

E non ci interessa, qui, l’uso professionale che molti registi hanno fatto del Super 8, per dare un effetto particolarmente suggestivo ad alcuni momenti dei loro film. A noi importa l’uso simpaticamente sconsiderato dei filmini domestici, dove di solito uno dei due genitori filmava e gli altri passavano ore a fare ciao con la mano.

super 8

Nascita del Super 8

In questa rubrica, lo abbiamo già specificato, i parametri storici ci interessano pochissimo.

Qui ci si diverte a rispolverare oggetti che oggi magari ci imbarazzano, ma che qualche decennio fa adoperavamo con la profonda convinzione di essere i protagonisti di svolte tecnologiche insuperabili.

Tuttavia vale la pena di datare i Super 8, introdotti sul mercato da Kodak nel 1965. Si cavalcava così una moda che già aveva attecchito, quella di girare video amatoriali per improvvisarsi registi e, nel contempo, serbare il ricordo di eventi pubblici o privati.

Tristemente celebre, ad esempio, diventerà il filmato girato a Dallas da Abraham Zapruder con una cinepresa 8 mm, che il 22 novembre 1963 ha ripreso l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy.

Senza addentrarci in dettagli tecnici, il Super 8 migliora e semplifica l’8 mm, e apre quindi all’ampia diffusione di quella che resterà una moda (o mania?) per più di un ventennio: i filmini di famiglia.

Fenomenologia dei filmini di famiglia

Durante l’infanzia dei meno giovani tra noi, non c’è stata cerimonia civile o religiosa che non sia stata filmata.

Era la norma vedere tizi, cinepresa alla mano, muoversi goffamente e camminare pericolosamente all’indietro. Il regista improvvisato, spesso colto da megalomania, dava indicazioni a centinaia di persone, obbligava gli sposi già sull’altare a rimandare il momento del fatidico sì, fermava il traffico di metropoli nell’ora di punta.

Di solito, la reazione delle persone chiamate in causa era – chissà perché – duplice. Lo pseudoregista poteva essere sbeffeggiato o mandato a quel paese. Ma, se il suo ruolo all’interno del nucleo familiare era quello di chi deteneva una certa autorità, ecco che il Filmino Familiare (le maiuscole sono d’obbligo) riusciva alla perfezione, grazie alla totale complicità degli “attori”.

E così, si avevano minuti e minuti di filmati spesso sgranatissimi o fuori fuoco, dove una famiglia era ripresa a mangiare pane e mortadella sulle rive di un fiumiciattolo di provincia. E il bello è che ogni quindici secondi, in un modo talmente innaturale da risultare epico, uno o più componenti della famiglia suddetta (evidentemente obbligati dal regista) si giravano a sbracciarsi in direzione della cinepresa, come se stessero testimoniando un appuntamento fondamentale per l’umanità.

La visione dei filmini Super 8

Una volta immortalata la giornata di festa, durante il ritorno in automobile aleggiava una certa soddisfazione.

Che però non coinvolgeva tutti allo stesso modo. Il regista, che di norma era la stessa persona poi deputata a montare il filmino nel proiettore, il più delle volte era taciturno. Per due motivi: il primo era un irrisolvibile dubbio sulla qualità del filmato. Il secondo era il dover affrontare l’estenuante rituale della visione di famiglia.

Spesso, l’operazione solo apparentemente banale di inserire la pellicola nel proiettore causava la distruzione dell’una o dell’altro. Quando tutto miracolosamente sembrava funzionare, in casa c’era sempre troppa luce o troppo poca, troppo silenzio o troppo rumore.

Pochi minuti di immagini scarsamente intellegibili tenevano tutti col fiato sospeso. E alla fine della proiezione scattava un applauso liberatorio: si poteva tornare alla vita normale.

Rotolo di pellicola da 8 mm e bobine di pellicola Super8...
  • Digitalizzazione fotogramma per fotogramma per conversione HD: converte i filmati 8mm e Super 8 in file di filmati...
  • Nessun PC o driver richiesto: scansiona e salva direttamente i filmati digitali su schede SD / SDHC (massimo 32 GB). La...
  • Pellicola Regular 8 e Super 8 opzionale - Con l'interruttore Super 8 / Regular 8, è possibile convertire senza sforzo i...

Come eravamo (e come saremo)

Abbiamo giocato sull’ingenuità dell’approccio dei nostri progenitori al Super 8.

Ma i filmini domestici, nel loro ritrarre le famiglie tra le proprie mura o nei momenti di svago, se letti da una prospettiva cronologica possono davvero somigliare a un trattato di sociologia. Mostrano cioè con una certa precisione come sono cambiate le abitudini familiari, ma anche l’abbigliamento, l’arredamento, il modo di fruire del tempo libero eccetera.

Lo sanno bene le diverse associazioni che si occupano di raccogliere filmati in Super 8 ma anche in 8 e 16 mm.

La tecnologia evolve: non è difficile prevedere che, tra qualche decennio, ci sarà un museo virtuale dei filmati fatti da quelli che oggi ci sembrano smartphone di inarrivabile potenza. E chi ci guarderà sorriderà benevolo delle nostre acconciature, della musica che ascoltavamo, dell’approssimazione estetica dei nostri mezzi di trasporto.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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