I materiali capaci di auto-ripararsi sembrano ancora un sogno al di fuori del laboratorio, eppure potrebbero presto diventare realtà: gli scienziati sono infatti al lavoro per creare nuovi composti per smartphone, auto e tessuti perfetti per aggiustarsi!
Materiali auto-riparanti per smartphone
Gli scienziati sono attualmente al lavoro per realizzare dei materiali capaci di auto-ripararsi. Una volta creati, questi ultimi saranno probabilmente impiegati come rivestimenti per auto, smartphone e, perché no, perfino tessuti.
Composti dalle capacità di questo tipo potranno infatti, nel caso in cui dovessero graffiarsi o incrinarsi, porre rimedio ai danni, semplicemente sfruttando l’esposizione all’aria e alla luce solare, senza richiedere ulteriori interventi.
Un altro aspetto positivo potrebbe anche essere l’eventuale trasporto: materiali di questo tipo possono infatti essere spediti a produttori e costruttori in dimensioni ridotte, per poi essere esposti al sole e all’aria, in modo tale da crescere di dimensioni!
Come funzionano i materiali
A spingere gli scienziati a concentrarsi sulla produzione di materiali capaci di auto-ripararsi per smartphone, tessuti e automobili deriva dal desiderio di evitare il più possibile l’uso di combustibili fossili.
Composti simili riescono infatti, grazie alla loro natura basata sullo sfruttamento dell’anidride carbonica atmosferica, ad offrire enormi benefici al clima e all’ambiente. A spiegarlo è Michael Strano, professore di ingegneria chimica al MIT: “Questi materiali incorporano la massa del carbonio nell’aria e si autoriprendono in modo continuo e automatico senza stimoli esterni”.
A che punto è lo sviluppo
Attualmente i tentativi degli scienziati di creare materiali capaci di ripararsi in autonomia non hanno ancora portato alla vera e propria produzione di composti per il mercato ma, recentemente, proprio il laboratorio di Michael Strano ha compiuto enormi passi in avanti.
Il team del professore sarebbe infatti riuscito a creare un polimero sintetico simile ad un gel che, utilizzando gli stessi componenti biologici delle piante – ovvero i cloroplasti – riesce a convertire l’anidride carbonica in una sostanza capace di rafforzarsi.
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Una caratteristica simile rappresenta una vera e propria complicazione, che il team di Strano sta cercando di risolvere sviluppando metodi per aumentare in modo significativo la durata catalitica dei cloroplasti estratti, o per sostituire questi ultimi con catalizzatori non biologici.
Quando sarà disponibile sul mercato
Attualmente, il materiale progettato dal team di Strano non è ancora abbastanza forte da diventare un vero e proprio materiale da costruzione per tessuti, auto o smartphone. Prima che questi composti riescano ad approdare sul mercato saranno necessari, infatti, ulteriori progressi in chimica e scienza.
A portare un po’ di speranza sono stati gli scienziati stessi, che hanno affermato di essere già in grado di produrre questo primo materiale a tonnellate, e che le prime applicazioni commerciali potrebbero essere realizzate nel “breve termine”.
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