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Anche le “stablecoin” crollano insieme al mercato cripto

L'UST di Terra era legato al dollaro, ora vale solo 40 centesimi

Il crollo del valore del mercato cripto sta coinvolgendo tutte le monete, comprese quelle che dovrebbero essere stabili per loro natura: le “stablecoin“. I meccanismi della blockchain per mantenere fermo il valore di valute come l’UST Terra non stanno funzionando. Tanto che la valuta, che dovrebbe essere legata al valore del dollaro, arriva a valere solo 40 centesimi. E i gestori della piattaforma sono arrivati a bloccarne la produzione, qualcosa di clamoroso per una valuta decentralizzata.

Crollo cripto, anche le “stablecoin” stanno perdendo valore

La valuta TerraUSD (UST) si pone l’obiettivo di mantenere stabile il proprio valore, in modo che ogni moneta valga esattamente un dollaro. Ma il 10 marzo sprofonda fino a 30 centesimi, costringendo i ‘validatori’ della monete a bloccarne la produzione in blockchain per due ore. Qualcosa di inaudito, specie vista l’enfasi sulla decentralizzazione.

I problemi per Terra iniziano il 9 maggio, quando il valore di UST crolla seguendo l’andamento dell’intero mercato delle criptovalute. In automatico, l’algoritmo della stablecoin ha iniziato ad aumentare la produzione di Luna, il token che serve a stabilizzare la moneta.

Finora, immettere dei token Luna per acquistare UST bastava per mantenere fermo il valore attorno al dollaro. Ma questa volta il calo è stato troppo pronunciato: la blockchain ha triplicato la quantità di Luna prodotte in pochi giorni, deflazionandone il valore senza stabilizzare Terra. Questo ha portato UST a valere 40 centesimi invece che un dollaro. Mentre Luna, che di solito vale 100 dollari, arriva a valere solamente un centesimo. Un tracollo mostruoso.

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Criptovalute in picco, anche quelle stabili

Questo crollo verticale anche di una moneta forgiata per essere stabile arriva in un momento nerissimo per il mercato cripto in generale. Infatti in un solo giorno l’intero mercato delle criptovalute ha perso 200 milioni di dollari in un solo giorno.

Ethereum ha perso il 20% del suo valore in sole 24 ore. Il Bitcoin scende sotto i 25 mila dollari il 12 maggio, valore che non toccava dal dicembre 2020. E meno della metà del suo picco di novembre 2021. Con conseguenze pessime per gli investitori. Ma ancora di più per realtà come El Salvador, che rischia la bancarotta.

Ma se le criptovalute in generale hanno dimostrato grande dinamismo in Borsa, sia in positivo che in negativo, le stablecoin non dovrebbero subire un crollo del genere. E Terra non è l’unico esempio. L’USDT di Tether ha retto decisamente meglio, per via anche della grande quantità di token in circolazione. Ma giovedì mattina ha toccato punte sotto i 95 centesimi, sebbene il prezzo sia poi tornato a salire. Da fuori potrebbe sembrare un’inezia, ma questo calo ha preoccupato abbastanza che il Segretario del Tesoro americano Janet Yellen ha voluto rassicurare pubblicamente che non c’era rischio per il mercato azionario nella sua interezza.

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Stablecoin: futuro incerto dopo il crollo?

Questo calo ha soprattutto sottolineato che le stablecoin sono ancora in fase embrionale. Il valore di Terra potrebbe infatti deprezzarsi ancora, con gli investitori che puntano a vendere per limitare i danni. E il blocco della blockchain potrebbe avere danni negativi, dimostrando che la valuta non è poi decentralizzata come si pensava.

Molti analisti sono però fiduciosi che, sebbene nel breve periodo ci siano ancora evidenti problemi, il concetto dietro le stablecoin sia valido. Ma forse serve un maggior consolidamento. USDT di Tether ha retto il colpo decisamente meglio, pur facendo preoccupare gli analisti. La sua stessa massa ha impedito di cadere rumorosamente quanto Terra.

Ma questo crollo verticale potrebbe avere l’effetto di allontanare possibili investitori dalle stablecoin. Se nascono per essere stabili ma non lo sono, se possono essere controllate fermando la blockchain, cosa le rende valide? I sostenitori di queste criptovalute pensano che questa sia solo una prima fase sperimentale e che nel futuro saranno più solide. Ma come sempre, sarà il mercato a decidere.

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Source
The Verge

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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