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Stellantis è nato: tutto quello che dovete sapere sulla fusione FCA-PSA

Con la fusione tra FCA e PSA, Stellantis diventa il quarto gruppo automobilistico mondiale con ben 15 marchi

Stellantis è finalmente tra noi. Ad un anno dall’annuncio dell’inizio delle pratiche per la fusione tra il gruppo FCA (Fiat-Chrysler Automobiles) e il Gruppo PSA Peugeot-Citroën, i due Consigli di Amministrazione hanno dato il via libera per l’inizio del matrimonio.
Il neo-gruppo italo-franco-americano diventa il quarto gruppo automobilistico mondiale, e le cose di cui parlare sono tante.
Vediamo allora insieme tutto quello che dovete sapere di Stellantis tra Case coinvolte, questioni societarie e futuro delle diverse Case.

Stellantis: cifre e storia della nascita dello storico affare

Con la nascita di Stellantis si avvera la “profezia” del compianto Sergio Marchionne, celebre Amministratore Delegato di FIAT prima e di FCA poi, a riguardo del futuro dell’automobile.
In tempi non sospetti infatti il dirigente italo-canadese aveva profetizzato che “per garantirsi la sopravvivenza, presto le Case che conosciamo oggi dovranno unire le forze, andando a formare 3 o 4 colossi dell’auto.
Ed è in poche parole quello che è diventato oggi Stellantis. Un colosso dell’auto, capace di riunire dentro di sè un numero davvero imponente di marchi, tutti con estrazione e target di vendita diversi

Parliamo però un attimo di cifre, fondamentali per definire l’importanza dell’accordo.
Essendo due Gruppi molto solidi, non c’è un vero compratore (al netto delle immancabili teorie strampalate che vergono da una o dall’altra parte). La fusione è infatti paritaria: il 50% di Stellantis è posseduto da FCA, mentre il 50% da PSA. L’affare è valutato intorno ai 41 miliardi di euro, e ciò che si va a formare è un super-Gruppo da oltre 8,1 milioni di auto vendute, 400 mila dipendenti in tutto il mondo e oltre 180 miliardi di euro di fatturato.
Il Presidente del Gruppo sarà il Presidente di Exor John Elkann, mentre il ruolo di CEO è presieduto dall’apprezzato ormai ex-Presidente e Direttore Generale del Gruppo PSA Carlos Tavares. Presenti nel CDA sia Robert Peugeot, membro della famiglia Peugeot e neo-vicepresidente di Stellantis, e Andrea Agnelli, presidente della Juventus.

Stellantis logo

Entrambi i CDA dei due Gruppi hanno dato il via libera all’operazione nella giornata di lunedì 4 gennaio.
La fusione dovrebbe completarsi salvo imprevisti il 13 gennaio, con la quotazione in borsa prevista per il 18 e 19 gennaio: Stellantis sarà quotata infatti a Milano, Parigi e New York, dove arriverà con un giorno di ritardo rispetto alle controparti europee. La sede sarà, come da abitudine FCA, in Olanda, ma oltre a tutto questo è interessantissimo vedere le quote societarie del Gruppo.
Exor (la controllata della famiglia Agnelli, di cui ricordiamo fa parte anche John Elkann) è il socio di maggioranza relativa con il 14,4%. Seguono poi la famiglia Peugeot con il 7,2%, lo Stato Francese con il 6,2% e i cinesi di Dongfeng con il 5,6%.

La nascita di Stellantis è stata messa in piedi a fine ottobre 2019, con l’approvazione del piano da parte dei due CDA di FCA e PSA. La Casa italo-americana in quel periodo aveva cercato con forza un partner per una fusione. Si era parlato del Gruppo Geely (al cui interno si trova Volvo), General Motors, persino di Great Wall.
Durante l’estate 2019 poi sembrava certa la fusione con Renault, fermata però dalle vicende giudiziarie dell’allora CEO del gruppo Renault Carlos Ghosn e dei dubbi sulla partecipazione dello Stato Francese.
Anche Stellantis però ha passato periodi bui. Nessun problema riguardante la Francia stavolta, il problema era l’Europa.

Durante l’anno appena passato infatti l’Unione Europea aveva messo in dubbio la fusione tra FCA e PSA a causa della monopolizzazione del mercato. Ma non del mercato auto, bensì di quello dei veicoli commerciali, dove sia FIAT che Peugeot e Citroën sono leader del mercato. Nonostante questo piccolo intoppo e la pandemia che ci ha colpiti, i fisiologici rallentamenti hanno comunque portato al risultato finale positivo.

Elkann e Tavares: “Un accordo storico”

La nascita di Stellantis non è importante solo dal punto di vista del prodotto e dell’occhio degli appassionati, ma è un esempio di quanto sia importante unire le forze, come detto da Marchionne anni fa.

Abbiamo visto nel passato unioni tra Case in difficoltà e Case solide e floride, tra cui alcune messe in atto dai due Gruppi in questione.
Peugeot infatti acquistò una morente Citroën nel 1976, e molto più recentemente nel 2017 ha acquisito Opel, da anni in difficoltà sotto la direzione GM. FIAT invece acquisì Lancia nel 1966 e Alfa Romeo nel 1986, mentre è del 2009 la storica fusione con il Gruppo Chrysler, ormai in amministrazione controllata e prossimo alla chiusura.

Qui invece la fusione è tra due società floride, anzi, floridissime. FCA è diventato il settimo produttore mondiale di veicoli, mentre PSA ha alzato l’asticella dei propri prodotti e sta ottenendo successo su tutti i mercati su cui è presente. Ed è proprio questo il punto. La fusione è un’unione di competenze, capacità e presenza sui diversi territori mondiali. FIAT è molto forte in Europa ed America Latina, mentre i marchi americani Jeep e RAM sono leader in Nord America. Dall’altra parte, PSA ha una posizione molto forte in Cina e in Europa, con una bella fetta di affezionati anche in Africa ed in Asia. PSA poi ha in campo una grande disponibilità di piattaforme e tecnologie ibride ed elettriche, soluzioni che fanno estremamente comodo al Gruppo FCA, rimasto a dir poco indietro in quanto a piattaforme ed elettrificazione nonostante il lancio di 500 Elettrica.

Stellantis elkann

L’unione quindi è davvero importante e storica, come dichiarato dai due principali “deus ex-machina” dell’operazione, John Elkann e Carlos Tavares. Un’operazione che darà nuova luce alle due società, così come suggerisce il nome che deriva dal latino stello, “essere illuminato di stelle”.
«Stellantis rappresenta l’unione di due partner che condividono la stessa mentalità. Due realtà che si alleano per costruire qualcosa di unico.” dichiara John Elkann durante il CDA di Exor. “Vogliamo avere un ruolo di primo piano nel prossimo decennio, che ridefinirà la mobilità, proprio come hanno fatto i nostri padri fondatori. La fusione proposta con Groupe Psa è un ulteriore coraggioso passo avanti nel nostro viaggio”.

“PSA e FCA sono due aziende in buona salute, ma siamo coscienti che insieme saremo più forticosì ha definito l’accordo Carlos Tavares, amministratore delegato di PSA, durante il CDA del Gruppo francese. “Oggi vi parlo con emozione e grande eccitazione in quello che è un momento storico. Il progetto punta a proteggere i lavoratori e garantire il futuro della società e ha dimostrato la grande maturità degli azionisti dei due Gruppi che hanno una visione chiara dell’avvenire e hanno dimostrato di sapersi adattare alle diverse condizioni. La nostra prima priorità sarà raggiungere le sinergie di 5 miliardi di euro l’anno”.

Quali sono i marchi del Gruppo Stellantis?

Questa quindi la nascita di Stellantis, ma quanti e quali sono i marchi che entrano a far parte del roster del neonato Gruppo?
Il numero è davvero imponente: sono 15 Case, di cui ben 11 “portate” da FCA e 4 provenienti dal gruppo PSA:

  • Abarth
  • Alfa Romeo
  • Chrysler
  • Citroën
  • DS
  • Dodge
  • FIAT
  • FIAT Professional
  • Lancia
  • Maserati
  • Opel
  • Peugeot

Vediamo un po’ nel dettaglio quali sono e cos’ha in serbo il futuro di Stellantis per queste Case, in attesa del piano industriale previsto per giugno di quest’anno.
Partiamo dalle Case di Stellantis partendo dal Gruppo FCA, e poi analizziamo il quelli del Gruppo PSA.

Le Case che FCA porta in Stellantis

Partiamo dalle Case del gruppo FCA all’interno di Stellantis, e in ordine alfabetico la prima è ovviamente Abarth.
La Casa dello Scorpione è una delle grandi incognite di questa fusione. Sebbene ci sia posto per le automobili sportive all’interno del Gruppo Stellantis, la Casa torinese è ad un bivio. Dopo il flop-124 e la cancellazione della Punto ormai 5 anni fa, Abarth si sostenta con le (ottime, a dire la verità) vendite di 500 in versione 595 e 695.
L’appeal delle versioni “velenose” della piccola utilitaria fanno ancora breccia nel cuore di tanti, ma i 13 anni di progetto di 500 si fanno sentire. Inoltre ci si chiede dove Abarth potrà inserirsi nel prossimo processo di elettrificazione del Gruppo. Vedremo delle 500 Abarth elettriche? Il suo futuro è ancora tutto da scrivere.

Stellantis alfa giulia

Una Casa che invece disperatamente aspetta risposte è Alfa Romeo. Il rilancio messo in piedi nel 2015 è stato un mezzo flop, con modelli validissimi come Giulia e Stelvio ma condizionati da vendite lente e da una gamma pressochè inesistente. L’attesissima Tonale, il SUV compatto che dovrebbe arrivare alla fine di quest’anno, non può essere l’unico traino per la Casa milanese. Il futuro di Alfa è quindi molto nebuloso. Più sportive? Oppure auto costruite su base Peugeot, tra cui diversi SUV? Anche qui la curiosità è tanta, con però più di un velo di preoccupazione.

Passiamo a Chrysler. La Casa americana è quella messa peggio dell’intero Gruppo Stellantis. La gamma, venduta solo in America e Canada, conta solo due modelli: la berlina 300 e il minivan Pacifica. Soprattutto quest’ultimo si è rivelato un ottimo prodotto, nonchè la prima auto del gruppo FCA ibrida, ma sono modelli ormai non più di moda e che cominciano a risultare vecchi. Difficile vedere un revival del marchio…

Stessa sorte per Dodge. La Casa si “salva” con le versioni sportivissime (e folli) in gamma della berlina Charger, della Muscle Car Challenger e del SUV Durango, dotati di motori V8 da oltre 700 CV e venduti con il marchio SRT.
Anche qui però a parte Durango i modelli non sono più di moda, e in un mondo sempre più elettrificato modelli così potenti ed inquinanti sembrano non avere più grande spazio.

Stellantis Fiat 500 e

Passiamo a FIAT. La Casa torinese ha passato anni di attesa, attesa di una fusione finalmente arrivata. I prodotti infatti sono quasi tutti indietro per tecnologia, elettrificazione e contenuti rispetto alla concorrenza.
Nonostante questo mantiene ottimi livelli di vendita in Europa con le sue utilitarie e in Sud America, dove da decenni è uno dei marchi più forti. Inoltre la nuova versione di Tipo e 500 Elettrica hanno dimostrato che i contenuti in FIAT ci sono. Difficile però vedere progetti 100% italiani: le piattaforme CMP di PSA sono ottime per i modelli piccoli e medi, e pensiamo che queste piattaforme insieme a molte tecnologie saranno “migrate” in FIAT molto facilmente, come successo con Opel.

Discorso diverso per FIAT Professional, il braccio “commerciale” di FIAT. Qui Ducato, Doblò e Fiorino sono modelli di grandissimo successo in tutta Europa ed oltre. Qui vediamo una prevalenza di FIAT nel Gruppo, con il fantastico stabilimento di Termoli come fiore all’occhiello.

Stellantis Renegade

Passiamo a Jeep, vera locomotiva del Gruppo. La Casa americana è stata una sorpresa, la vera stella dei due gruppi.
Il successo del marchio è mondiale, con oltre 1,5 milioni di auto prodotte in Cina, Italia, America e Sud America.
L’unione tra un brand con un appeal incredibile e famoso in tutto il mondo, la produzione di SUV e Crossover di successo e la grande trasversalità del marchio ha portato questo ad essere il diamante del Gruppo. Il suo futuro non può che puntare ancora più in alto. Arriverà presto il nuovo Wagoneer, SUV lussuoso per USA e Cina, mentre per l’Europa arriverà un SUV più piccolo del Renegade.

Arriviamo così a Lancia. Ormai il meraviglioso marchio torinese è in coma da anni: la sola Ypsilon a listino, e solo in Italia. Ci sono state delle voci che vorrebbero vicina una nuova Ypsilon su base 208 e un SUV su base 2008, così come l’ipotesi sulla trasformazione di Lancia in polo elettrico-chic. Ahinoi però il futuro di Lancia appare segnato, nonostante gli aggiornamenti continui ad Ypsilon.

Arriviamo a Maserati. Nonostante i risultati tutt’altro che rosei negli ultimi anni, Maserati rappresenta un’occasione da non perdere per il gruppo Stellantis. Nonostante le disavventure degli ultimi anni infatti il marchio Maserati ha un appeal in tutto il mondo secondo solo a Ferrari, Porsche ed altre Case d’èlite. Per il Gruppo infatti Maserati sarà la porta d’ingresso al mercato del lusso, terreno dove da sempre Peugeot sogna di lanciarsi senza successo. Il lancio di MC20, la Supercar del Tridente, e l’arrivo di GranTurismo e GranCabrio fanno ben sperare anche per i dipendenti di Torino e Modena, che sperano in un rilancio per il proprio futuro.

Passiamo così a RAM, uno dei marchi più di successo del gruppo. Nonostante non sia importato fuori dal Nord America, i pick-up come 1500, 2500 e 3500 uniti ai furgoni Promaster e Promaster City (gemelli di Ducato e Doblò), RAM è un grande traino per FCA, e una miniera d’oro per il Gruppo che spera di sfondare in America.

Le Case che PSA porta in Stellantis

Arriviamo così ai marchi di PSA dentro Stellantis e partiamo da Citroën. La Casa francese ha passato anni difficili con modelli poco interessanti e di poco successo, ma il futuro sembra decisamente più florido. C3 sta ottenendo ottimi risultati in Europa, così come i SUV C3 e C5 Aircross. Il 2021 sarà poi segnato dal ritorno di C4, un modello molto interessante e prima Citroën 100% elettrica. Sembra che finalmente sia tornata la Casa strana e particolare tanto amata. Sarà la volta buona?

Stellantis DS9

Passiamo a DS. Il neo-marchio lussuoso di PSA soffrirà la concorrenza interna di Maserati ed Alfa Romeo, ma per ora tiene botta. DS3 e DS7 Crossback sono in ascesa, e la berlina DS9 in arrivo quest’anno punta direttamente al mercato cinese, dove la Casa chic francese sta avendo ottimi consensi. Troverà il suo spazio?

Passiamo ad Opel, l’ultima arrivata nel Gruppo. Dopo la “restaurazione” di PSA fatta da nuovi modelli interessanti come Corsa e Grandland X, arrivando quest’anno all’eliminazione di tutti i prodotti di derivazione GM e l’arrivo dell’interessante SUV Mokka, sembra che stia trovando il suo spazio. Auto concrete ma tecnologiche e di qualità, che stanno convincendo sempre più persone.

Stellantis Peugeot 208

Chiudiamo con Peugeot, uno dei marchi più floridi ed interessanti degli ultimi anni. I prodotti hanno alzato tantissimo l’asticella, con le ottime 508, 3008 e 208, quest’ultima Auto dell’Anno 2020, e le vendite in Europa sono andate davvero bene. A Peugeot non manca tecnologia, know-how, qualità, design e anche ottimi stabilimenti produttivi. Quello che è mancato è stato quel guizzo in più per il salto di qualità, motivo che l’ha spinta ad effettuare la fusione. Saprà issarsi a sorpresa mondiale dei prossimi anni?

E Stellantis cosa cambia per i consumatori e i lavoratori italiani?

Abbiamo visto quindi gli scenari attuali con cui le Case sono entrate nell’accordo, e tra poco analizzeremo anche le future strategie di Stellantis. Prima però vediamo un aspetto davvero importante e fondamentale: cosa cambia il passaggio a Stellantis per i consumatori e per i lavoratori di FCA in Italia?

Dal punto di vista commerciale, per il momento gli scenari non cambieranno. Non ci saranno showroom unificati nè officine autorizzate plurimarca: per ora tutto rimarrà com’è ora. Non abbiamo però in mano ancora i progetti di Stellantis per il futuro della sua rete di vendita e di assistenza. Per quanto riguarda invece il prodotto in sè e per sè, non vedremo grandi rivoluzioni entro un paio d’anni.

Stellantis Opel Corsa

Abbiamo infatti l’esempio recente di Opel. Dopo l’acquisizione della Casa tedesca da parte di PSA nel 2017, il primo modello interamente nuovo e progettato da PSA (escludendo Crossland X, in pratica una 2008 rimarchiata) è stata Corsa, giunta sul mercato nel 2019. Per il 2021 quindi non ci saranno novità sostanziali. Quelle arriveranno dal 2022, con tante novità attese di cui parleremo tra poco.

Per quanto riguarda i siti produttivi italiani di FCA invece i lavoratori potranno dormire sonni tranquilli. Anche al momento del primo annuncio della fusione datato 2019, infatti, FCA e PSA hanno voluto ribadire l’importanza degli stabilimenti in Italia, Francia e Spagna. Soprattutto i siti produttivi italiani di Melfi, Cassino, Mirafiori e Termoli hanno subito lavori di ammodernamento per oltre 4 miliardi di euro nel 2019, e giocheranno un ruolo fondamentale nel futuro di Stellantis.

Di certo l’importanza sarà anche data agli stabilimenti americani di derivazione Chrysler in Messico e negli Stati Uniti, quelli di PSA-Dongfeng in Cina e quelli di FIAT in Brasile. Queste facilities saranno fondamentali per le sinergie sui nuovi grandi mercati di Stellantis, Cina e Stati Uniti in particolare.

Quali sono gli scenari futuri di prodotto di Stellantis?

Chiudiamo analizzando un po’ il futuro di Stellantis e dei modelli che potrebbero nascere dalla nuova sinergia.
Partiamo dalla condivisione di tecnologie. Peugeot ha puntato molto sulla mobilità elettrica ed elettrificata, così come sulla piattaforma modulare CMP, una delle più apprezzate dell’industria.
Dalla sua invece FCA porta le sue capacità di marketing, il posizionamento invidiabile dei propri marchi in Europa e nelle Americhe, l’esperienza cinquantennale nella produzione di piccole auto e per ultima anche la nuova “suite” tecnologica come infotaiment, app e altre tecnologie all’avanguardia.

Per quanto riguarda il prodotto invece le novità dal 2022 saranno molteplici. Partiamo dai Segmenti A e B: FIAT ha disperato bisogno di una boccata di aria fresca, e la piattaforma CMP sarà proprio il fulcro sopra il quale si svilupperà l’offerta FIAT dei prossimi anni. Si parla infatti di una nuova generazione di Punto su base 208, nonchè di un nuovo crossover su base 2008. Per quanto riguarda Lancia invece, come detto, non ci saranno grandi novità.
Tutto il Gruppo Stellantis dovrebbe abbandonare il segmento delle Citycar, con Panda che diventerà più grande e possibilmente elettrica, magari sulla nuova base di 500.

Stellantis Piattaforma CMP

Dal Segmento C in su si ha ancora la mano di Peugeot con la piattaforma CMP di nuovo protagonista. Nel 2021 è attesa la nuova Peugeot 308, e sulla sua base dovrebbero nascere nuove auto del gruppo, tra cui probabilmente una piccola Alfa Romeo.
Salendo di gamma invece l’impronta FCA si fa più importante. Non è ancora chiaro se Peugeot vorrà debuttare nuovamente in America o se vorrà lasciare “campo libero” agli amati marchi Jeep e RAM, ma è possibile che la Casa francese torni sul mercato a stelle e strisce nei prossimi anni.

E per quanto riguarda la possibile sovrapposizione dei marchi?
FIAT dovrebbe essere la Casa più pragmatica, seguita a ruota dalla tedesca Opel. Citroën come sempre rivestirà il luogo di produttore eccentrico e comodo, mentre Peugeot punterà a dinamismo e sportività. Alfa Romeo dovrebbe essere il ramo più sportivo del Gruppo con un tocco di esclusività e prodotti di gamma medio-alta, con DS a puntare tutto su qualità e comodità, oltre che un po’ pacchiana. Maserati sarà la stella “lussuosa” del Gruppo, il biglietto per il lusso di Stellantis. RAM punterà sui pick-up, e infine Jeep sarà la locomotiva di Stellantis, puntando su nuovi prodotti economici e lussuosi, tutti SUV e di sicuro successo.
Per i marchi lasciati fuori manca un futuro sicuro, ma entro giugno sapremo tutto.

Come invecchieranno le nostre parole? Ma soprattutto: quale sarà il futuro di Stellantis? 
Il neo quarto gruppo automobilistico mondiale sarà sicuramente uno dei protagonisti del futuro dell’auto, pronto a sfidare i colossi Volkswagen e Toyota. Prodotti moderni, elettrificati, curati, tutti con una loro personalità.
Non vediamo l’ora di vedere il nuovo corso di Stellantis, e di provare il primo modello italo-franco-americano. Ready? Allez!

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Giulio Verdiraimo

Ho 22 anni, studio Ingegneria e sono malato di auto. Di ogni tipo, forma, dimensione. Basta che abbia quattro ruote e riesce ad emozionarmi, meglio se analogiche! Al contempo, amo molto la tecnologia, la musica rock e i viaggi, soprattutto culinari!

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