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Giornata mondiale della posta: storia, presente e futuro della posta elettronica e dell’intelligenza artificiale

La ricorrenza è stata istituita nel 1969

Oggi, come ogni 9 ottobre dal 1969, si celebra la Giornata mondiale della posta.

E qui bisognerebbe fare subito un test, chiedendo ai lettori che hanno appena letto queste primissime righe che cosa si sono immaginati: una cassetta postale fuori dal proprio appartamento, o una casella di posta virtuale?

Già, perché uno dei segnali più vistosi del cambio di paradigma portato dalle nuove tecnologie è il passaggio – in toto o quasi – dalla corrispondenza cartacea a quella digitale.

Con le non piccole conseguenze che ne derivano. Pensiamo alle missive amorose (chi non è troppo giovane sa bene di cosa stiamo parlando), e al crogiolarsi nell’attesa che il postino ci recapitasse la lettera della persona amata. Il mutamento, linguistico e psicologico, dato dalla possibilità di allacciare comunicazioni lampo con persone ubicate in ogni angolo del pianeta è davvero enorme.

Ma torniamo alla Giornata mondiale della posta.

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La Giornata mondiale della posta

Oggi, come ogni 9 ottobre, si celebra dunque la Giornata mondiale della posta, istituita per “creare consapevolezza sul ruolo del settore postale nella vita quotidiana delle persone e delle imprese e sul suo contributo allo sviluppo sociale ed economico dei Paesi.”

Il giorno prescelto non è casuale: il 9 ottobre 1974, a Berna, è stata fondata l’Unione postale universale (UPU).

La Giornata è stata istituita durante il Congresso UPU che si è svolto a Tokyo nel 1969. Da allora, più di 150 Paesi di tutto il mondo partecipano ogni anno alle celebrazioni. E le Poste di molti stati approfittano dell’evento per presentare o promuovere nuovi prodotti e servizi postali.

L’edizione 2023

Come ci ricorda la pagina ufficiale della Giornata mondiale della posta, ospitata sul sito delle Nazioni Unite, ogni anno l’evento ruota intorno a un tema. Quello del 2023 è: “Insieme per la fiducia: collaborare per un futuro sicuro e connesso.”

Leggiamo sul sito: “Gli uffici postali svolgono un ruolo cruciale nel promuovere comunità coese, inclusive e connesse. Attualmente, a oltre cinque milioni di dipendenti postali viene affidata una varietà di oggetti essenziali e personali, da messaggi, regali e merci, a denaro e medicinali.

Il tema di quest’anno esorta i governi e i loro servizi postali a sostenere lo sviluppo di un unico territorio postale digitale che integri l’ampia rete fisica sviluppata nel corso dei secoli. Estende inoltre un invito a tutti noi a collaborare con l’UPU per garantire che le persone di tutto il mondo non debbano guardare oltre il proprio ufficio postale locale per trovare accesso all’economia digitale.”

In Italia

Una pagina del sito di Poste Italiane segnala gli eventi nel nostro Paese in occasione della Giornata mondiale della posta.

Tra le altre cose, Poste Italiane ha realizzato degli annulli speciali con il logo dell’UPU e della Giornata Mondiale della Posta, disponibili negli uffici postali di dieci città.

Sono poi visitabili il Museo Storico della Comunicazione, istituito nel 1891, e l’Archivio Storico di Poste Italiane.

Dalla lettera alla mail

Già l’argomento cardine dell’edizione 2023 della ricorrenza esplicita un inevitabile ponte tra passato e futuro.

È inoltre suggestivo il fatto che dall’anno di nascita della Giornata, il 1969, a quello dell’invio della prima mail, 1971, ci siano appena due anni.

Ormai l’invio di mail, attraverso servizi e strumenti sempre più sofisticati, è una normale attività quotidiana. Al punto che, come accade per ogni automatismo, si può incorrere in grossolane gaffe.

È intuitivo: una lettera richiede ben altro tempo di stesura, preceduta da una profonda riflessione sul contenuto da redigere, e di solito seguita da un’attenta rilettura.

La posta elettronica e l’intelligenza artificiale

Ancor più automatica è destinata a diventare la scrittura di una mail, oggi che abbiamo la possibilità di affidarci all’intelligenza artificiale.

Sono ormai svariati i software che, una volta installati, permettono di creare mail capaci di rispondere a tono, “indovinando” quindi non solo l’argomento della conversazione ma anche il taglio, il grado di formalità eccetera.

Il punto è proprio questo, e vale nelle mail come per qualunque comunicazione mediata dall’IA. Che dovrebbe sempre avere il ruolo di mediatrice, insomma di aiutante, e non di redattrice a cui affidarsi supinamente.

Ogni buon dialogo virtuale o meno che sia ha, o almeno dovrebbe avere, una serie di sfumature, cose non dette ma suggerite, accenni e ironie, che difficilmente un software è in grado di riprodurre fedelmente.

Per cui: adoperiamo pure l’intelligenza artificiale, ma consapevoli che meno una mail è compilativa più è richiesta la nostra supervisione.

E mandiamola, ogni tanto, una lettera: è bellissimo sia scriverla che spedirla. Ma soprattutto riceverla.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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