Lo scorso agosto la rete Azure di Microsoft è riuscita a contrastare un attacco DDoS con una portata di 2,4 terabit al secondo. Un’offensiva di portata colossale, che rappresenta l’attacco informatico più grande di sempre. Stando a quanto ne sappiamo l’attacco era diretto ad un singolo cliente Azure in Europa, anche se non conosciamo l’identità della vittima.
Azure ha contrastato il più grande attacco DDoS di tutti i tempi
Prima di tutto facciamo chiarezza: cos’è un attacco DDoS? Si tratta, in poche parole, di un attacco informatico che mira a saturare le richieste che una struttura, come un sito web, può sostenere, cosa che di conseguenza porta tale struttura a smettere di funzionare correttamente. Lo scopo dell’attacco può essere sia quello di bloccare un servizio, o di “tenerlo in ostaggio” fino al pagamento di un riscatto.
Questi attacchi sono particolarmente difficili da gestire, perché arrivano da molteplici fonti distanti geograficamente e quindi più difficili da individuare e combattere.
Entrando nel merito della nostra casistica, l’attacco DDoS combattuto da Azure a fine agosto è stato perpetrato utilizzando una botnet di oltre 70.000 bot situati principalmente nella regione dell’Asia Pacifica, e in Paesi quali Malesia, Vietnam, Taiwan, Giappone e Cina, con attori presenti anche negli Stati Uniti. Come abbiamo precisato in apertura, l’attacco è stato indirizzato contro un unico cliente di Azure in Europa che Microsoft non ha voluto citare.
La rete di botnet ha messo in piedi un attacco DDoS di tipo reflection UDP, ovvero un attacco che sfrutta la particolarità “stateless” del protocollo UDP. L’offensiva è arrivata in tre brevi ondate nell’arco di dieci minuti e Azure è riuscita a mitigarlo grandemente assorbendo le finte richieste grazie a una piattaforma appositamente pensata per questo tipo di evenienza.
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