fbpx
CulturaNetflixSpettacoliStasera in tv

The Gray Man: com’è il film con Ryan Gosling, Ana de Armas e Chris Evans

Dopo il passaggio in sala, The Gray Man arriverà il 22 luglio su Netflix.

È soprannominato Six (perché 007 era già preso, come sottolinea lui stesso), è taciturno e solitario come il protagonista di Drive e lo vediamo anche in azione in mezzo a colori accesi e avvolgenti, come Julian in Solo Dio perdona. Ryan Gosling in The Gray Man non è solo il tentativo di fondere in un unico personaggio buona parte della carriera dell’attore canadese, ma è anche il pilastro di un ambizioso progetto che, forte di un budget di 200 milioni di dollari e della guida dei registi di Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame Anthony e Joe Russo, ha l’ambizione di imporsi come l’inizio di un vero e proprio franchise targato Netflix, ispirato all’omonima serie di romanzi di Mark Greaney.

Al centro della vicenda c’è l’agente CIA Court Gentry, fatto uscire di prigione nonostante una condanna per omicidio dal suo mentore Donald Fitzroy (Billy Bob Thornton), per via delle attenuanti al suo gesto e soprattutto per le sue straordinarie abilità. Sierra Six, questo il suo alias, finisce però al centro di un intrigo internazionale, che coinvolge anche Denny Carmichael (la star di Bridgerton Regé-Jean Page) e il suo principale avversario Lloyd Hansen, interpretato da un fumettistico Chris Evans. Le persone su cui Six può contare sono poche, ma fra queste c’è l’agente Dani Miranda di Ana de Armas, nuovamente alle prese con un ruolo puramente action dopo No Time to Die e lo spin-off di John Wick Ballerina, che vedremo prossimamente.

Six non deve mettere in salvo solamente se stesso, ma anche la piccola nipote di Fitzroy Claire (Julia Butters di C’era una volta a… Hollywood). L’azione si sparge a macchia d’olio e arriva fino in Europa, e più precisamente a Praga, messa a ferro e fuoco da una serie di tradimenti, vendette e capovolgimenti di fronte.

The Gray Man: dal 13 luglio al cinema e dal 22 luglio su Netflix

The Gray Man

In sala dal 13 luglio in (pochi) cinema selezionati e su Netflix dal 22 luglio, The Gray Man è un classico action movie, privo di gravi pecche e in grado di garantire 2 ore di puro intrattenimento, soprattutto se visto sul grande schermo. Grigia è la personalità dei protagonisti, sempre in bilico fra il bianco e il nero, fra il bene e il male, fra legge e crimine, ma grigio è anche il colore più facilmente associabile a quest’opera formalmente interessante ma priva del cuore necessario a fare emergere i personaggi e a farci appassionare ai loro percorsi esistenziali.

Come nei già citati pilastri del Marvel Cinematic Universe, i Russo gestiscono con sicurezza un cast corale e ricco di stelle, garantendo a tutte l’adeguato spazio e la giusta importanza. Tuttavia, nessuno dei personaggi riesce a emergere veramente, compreso Six, che nonostante le doti espressive di Gosling rimane un personaggio inafferrabile e dalle motivazioni criptiche. Lo stesso Chris Evans, collaboratore dei Russo già dai tempi di Captain America: The Winter Soldier, è un villain suggestivo e sopra le righe ma abbastanza macchiettistico, protagonista di un lungo duello con Gosling, basato quasi esclusivamente sulla fisicità e sul magnetismo degli interpreti, contraddistinto da dialoghi superficiali e poco ispirati.

In un panorama action che spesso riesce a intercettare i mutamenti politici e sociali, come nel caso di No Time to Die e dei Mission: Impossible, The Gray Man appare inevitabilmente datato e interamente ripiegato su dinamiche ormai logore e su personaggi stereotipati. Non basta affidare ad Ana de Armas la significativa battuta “non invadere il mio spazio personale” per fare dell’opera di Russo un film ai passo coi tempi o per eliminare la sensazione di essere di fronte a un’ottima occasione sprecata.

The Gray Man: una parata di stelle per un deludente action movie

The Gray Man

Pur essendo uno dei punti di forza di The Gray Man, proprio Ana de Armas è l’involontario emblema di un’operazione che risulta costantemente un collage di idee già viste. Dopo la sua Paloma di No Time to Die, sexy e allo stesso tempo goffa, credibile sia come eroina action che come sponda emotiva di James Bond, Dani Miranda si rivela inevitabilmente più bidimensionale, nonché sacrificata da una trama che la relega troppo spesso sullo sfondo. Per restare in tema di agente 007, la performance in ambito spionistico di Regé-Jean Page, uno degli interpreti più accreditati per ereditare il ruolo da Daniel Craig, non è esattamente il miglior biglietto da visita per Barbara Broccoli e la EON Productions: al di là dell’innata eleganza, l’attore britannico si dimostra ancora acerbo, e non all’altezza dei suoi più maturi colleghi.

Paradossalmente, nonostante la cura nella realizzazione delle scene d’azione e il pirotecnico utilizzo della città di Praga, The Gray Man funziona meglio nei momenti più intimi, come il rapporto in continua crescita fra Six e il personaggio di Julia Butters, che dopo aver condiviso la scena con Leonardo DiCaprio nell’ultimo lavoro di Quentin Tarantino si conferma una delle migliori promesse hollywoodiane, facendo un’ottima impressione anche accanto a Ryan Gosling e Chris Evans. Non è certamente un caso il fatto che un altro maestro di cinema come Steven Spielberg l’abbia scelta per il cast del suo prossimo lavoro semi-autobiografico The Fabelmans.

La falsa partenza di un franchise

Al netto di qualche momento più convincente e del crescendo di emozioni finale, The Gray Man delude le aspettative, perdendo anche il confronto a distanza con l’altro blockbuster Netflix Red Notice, più divertito e divertente ma soprattutto meglio centrato a livello narrativo ed editoriale. Un’opera dal notevolissimo budget ma dal risultato decisamente modesto e dimenticabile, che sul piccolo schermo rischia di essere ancora più penalizzata per la minore efficacia dei suoi buoni effetti speciali.

Se l’intenzione di Netflix è effettivamente quella di creare un franchise sulle opere di Mark Greaney a partire da questo primo zoppicante capitolo, servirà indubbiamente una decisa sterzata e un maggiore impegno, a livello di scrittura e non solo. La concorrenza sul grande e sul piccolo schermo è sempre più agguerrita, e Netflix non può più permettersi passi falsi.

Da non perdere questa settimana su Techprincess

✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
 
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
 
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
 
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
 
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
 
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button