Quello di Robert Eggers è il cinema dell’ossessione. L’ossessione per la religione e per la superstizione messa in scena nel suo folgorante esordio The Witch o quella che permea Thomas Howard e Thomas Wake, isolati a sorvegliare un faro in The Lighthouse. Non stupisce quindi che il passo successivo della carriera di Robert Eggers, The Northman, prenda spunto da un pilastro dell’ossessione (e della narrativa tutta) come la leggenda di Amleto, raccontata prima dal danese Saxo Grammaticus e poi da William Shakespeare nella sua omonima tragedia. Il risultato è un’avventura vichinga epica e sanguinaria, in cui Alexander Skarsgård, Anya Taylor-Joy, Nicole Kidman, Ethan Hawke e Claes Bang fanno rivivere una storia senza tempo fatta di tradimento, passione e vendetta.
«Ti vendicherò, padre, ti salverò, madre. Ti ucciderò, Fjölnir». È questo il mantra di Hamlet (un imponente Alexander Skarsgård), figlio del re Aurvandill War-Rave (Ethan Hawke) in fuga dall’Islanda dopo l’assassinio di quest’ultimo per mano del fratello Fjölnir (Claes Bang). Un viaggio che lo porta a incontrare una banda di vichinghi e a forgiarsi con loro nella violenza e nella brutalità, per poi scoprire che anche lo stesso Fjölnir è stato rovesciato e vive da esule in Islanda. Assetato di vendetta e cullato dal ricordo della madre Gudrún (Nicole Kidman), Hamlet intraprende la via del ritorno, durante la quale fa la conoscenza della schiava slava Olga (Anya Taylor-Joy). Costretto a un trattamento da schiavo e di fronte a una situazione ben diversa da come immaginava, Hamlet comincia a tessere il suo piano di rivalsa all’interno della comunità guidata dall’odiato zio Fjölnir.
The Northman: l’epico e sanguinario Amleto di Robert Eggers
Alla sua prima prova con un budget importante (circa 90 milioni di dollari), Robert Eggers realizza con The Northman un’opera sorprendente e potenzialmente respingente, in cui una natura fredda e severa fa da sfondo a un racconto furioso e raggelante, a metà fra Valhalla Rising – Regno di sangue di Nicolas Winding Refn e Conan il barbaro di John Milius. I corpi massicci e maciullati e le immagini ricercate e sempre al servizio della storia sono la base per una narrazione che incrocia istinti primordiali del genere umano come la rabbia, l’odio, la sete di potere e l’attrazione sessuale con temi cari a Robert Eggers, come i miti ancestrali e il folklore più cieco e pericoloso.
Robert Eggers conferma con The Northman il suo immenso talento visivo, a cui si affida totalmente dando vita a una messa in scena maestosa e magnetica ma mostrando anche il fianco all’eccesso, come qualche didascalismo di troppo, la ridondanza di alcuni passaggi e un epilogo decisamente precipitoso di un’opera che precedentemente si è presa tutto il tempo necessario (la durata è di ben 137 minuti). Scelte figlie probabilmente dell’esuberanza giovanile del regista (Robert Eggers non ha ancora compiuto 39 anni) e dei numerosi reshoot, che hanno portato inevitabilmente a qualche compromesso per rendere The Northman più digeribile dal pubblico e per strizzare l’occhio agli spettatori in cerca della più pura e pulsante azione.
Queste piccole pecche non cancellano però la sensazione di essere di fronte a un vero autore, che sa accarezzare il fantasy senza mai sacrificare il realismo e immergerci nei più crudi scontri fisici mantenendo costantemente uno sguardo distaccato e intransigente nei confronti dei personaggi e dei temi affrontati.
La forza dei personaggi
In mezzo a urla, cuori strappati dal petto, sacrifici umani e suggestivi inserti onirici, esaltati da un notevole comparto sonoro, emergono dei notevoli personaggi, a cominciare dallo stesso Hamlet, a cui Alexander Skarsgård dona un’impressionate fisicità, conservando però il tormento e le motivazioni che animano un personaggio centrale per la storia della letteratura e dell’intrattenimento. Decisamente efficace anche Nicole Kidman, che dopo aver interpretato la moglie di Skarsgård in Big Little Lies interpreta qui sua madre, senza perdere in credibilità e distinguendosi anzi in un’inquietante schermaglia verbale, che flirta con l’incesto e con il complesso di Edipo, donando ulteriori sfumature di complessità a The Northman.
Doveroso poi citare le prove di Claes Bang, che non delude nei panni del padre di tutti i villain, e della sempre più brava Anya Taylor-Joy, che dopo la sua ambigua e accattivante prova in Ultima notte a Soho si cimenta con un personaggio che sembra la continuazione della sua Thomasin in The Witch, per il suo desiderio di rivalsa contro il dominio maschile e per il suo continuo flirt con la magia, ma allo stesso tempo rappresenta anche la femminilità nella sua accezione più pura e positiva, unico spiraglio di luce nelle minacciose lande del Nord e in un campionario umano da cui emergono soprattutto collera, sadismo e fascinazione per l’inganno.
The Northman: Robert Eggers e la fascinazione del male
Quando ci si trova di fronte a opere capaci di mettere in scena la più viscerale violenza con la qualità di The Northman, a margine della soddisfazione per la certezza di poter ancora contare su talenti del calibro di Robert Eggers si insinua il timore che anche queste immagini possano essere usate, sui social e non solo, per cavalcare il disagio sociale, gli istinti più reazionari e i sovranismi di ogni genere, come già accaduto a 300 di Zack Snyder, solo per fare l’esempio più evidente.
Sarebbe un vero peccato non soltanto per la qualità dell’opera stessa, ma anche perché col suo sguardo complesso e stratificato ma sempre lucido, Robert Eggers indugia sulla più bieca ferocia, sulla virilità più tossica e sul vanaglorioso onore in battaglia per mettere alla berlina tutte queste tentazioni e per tratteggiare ancora una volta un doloroso e desolante ritratto dei vizi e delle contraddizioni dell’animo umano.
The Northman è disponibile nelle sale italiane dal 21 aprile, distribuito da Universal Pictures.
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