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A proposito dei Ricardo: com’è il film con Nicole Kidman e Javier Bardem

A proposito dei Ricardo è disponibile su Amazon Prime Video

A un anno di distanza da Il processo ai Chicago 7, Aaron Sorkin torna a ricoprire la doppia veste di regista e sceneggiatore per A proposito dei Ricardo, disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video e candidato a 3 premi Oscar per gli interpreti Nicole Kidman, Javier Bardem e J. K. Simmons. Una nuova personale rilettura del biopic dello stesso Sorkin, che come in The Social Network e Steve Jobs (diretti rispettivamente da David Fincher e Danny Boyle) analizza e segmenta la vita dei propri protagonisti a partire da specifici eventi e brevi lassi temporali.

Il racconto è in questo caso basato su Lucille Ball e Desi Arnaz, protagonisti della celebre sitcom statunitense Lucy ed io, nonché marito e moglie nella vita reale. A proposito dei Ricardo, cioè i personaggi da loro interpretati nella serie, si concentra su una manciata di giorni di lavorazione della sitcom, scanditi da 3 eventi che scuotono la vita della coppia: l’uscita su un giornale scandalistico di foto di Desi insieme ad altre donne, la seconda gravidanza in arrivo per Lucille e lo scoop secondo il quale la stessa protagonista di Lucy ed io avrebbe simpatie per il comunismo.

Tutti eventi incompatibili con il bigotto e retrogrado ambiente della televisione americana degli anni ’50, che Sorkin mette alla berlina con una narrazione limpida e incisiva, sostenuta immancabilmente da una solidissima scrittura e inframezzata da alcuni inserti in stile mockumentary, durante i quali persone vicine alla coppia e allo show (impersonate da attori) vengono intervistate sugli eventi raccontati.

A proposito dei Ricardo: il viaggio di Aaron Sorkin nell’America degli anni ’50

A proposito dei Ricardo

Come biopic convenzionale, per la sua stessa struttura A proposito dei Ricardo è piuttosto parco di dettagli e approfondimenti sulla vita di Lucille Ball e Desi Arnaz, che vediamo quasi esclusivamente sul set. Una scelta precisa e funzionale all’intento di Sorkin che, sulla scia di quanto fatto dallo stesso Fincher con Mank, sfrutta il percorso dei protagonisti (fra i quali è doveroso segnalare il William Frawley di J. K. Simmons) per una riflessione sul mondo dell’intrattenimento dal dietro le quinte della fabbrica dei sogni. Emergono così i rapporti di forza fra sponsor e produzione, le continue battaglie per portare avanti le proprie idee creative e soprattutto l’ipocrisia che governava la Hollywood degli anni ’50, per cui era problematico non solo dare spazio a un’attrice con presunte simpatie comuniste, ma addirittura mettere in scena una donna incinta e utilizzare la parola “gravidanza”.

Le sequenze più taglienti in questo senso sono quelle che vedono protagonista la categoria professionale di cui Sorkin fa parte, cioè gli sceneggiatori. Il loro potere di trasformare le idee in racconto, la loro capacità di sfumare le tematiche più sgradite e i loro schemi che danno vita all’arco narrativo di un’intera stagione sono uno degli aspetti più suggestivi di A proposito dei Ricardo, insieme all’ottima prova di una ritrovata Nicole Kidman. L’attrice di origine australiana, fresca di Golden Globe e favorita per l’Oscar, domina la scena, tratteggiando l’ambizione, l’incrollabile forza d’animo e lo spirito disilluso ma non rassegnato con cui una donna cerca faticosamente di farsi strada nella Hollywood degli anni ’50. Una performance che non si limita al mimetismo, ma scandaglia i dolori e le contraddizioni di una diva da sempre sottovalutata come Lucille Ball, qui alle prese con problemi che colpiscono anche la sua vita privata.

Un Sorkin spiazzante ma sempre fedele a se stesso

A proposito dei Ricardo

A lasciare perplessi in A proposito dei Ricardo sono invece proprio gli inserti mockumentary che Sorkin utilizza per dare ulteriori informazioni sugli avvenimenti narrati, ma che invece risultano decisamente marginali nell’economia complessiva del racconto. A ciò si aggiunge la mancanza veri e propri picchi emotivi e di conflitti aspri che facciano risaltare i temi e le emozioni in campo. Anche sotto questo punto di vista, Sorkin resta originale ma allo stesso tempo fedele a se stesso, spiazzando le nostre aspettative e portandoci dove non pensavamo, cioè fra le pieghe di una Hollywood all’apice del proprio splendore ma già attraversata da vizi e storture che ancora oggi dominano le riflessioni di pubblico e addetti ai lavori.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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