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Thor: Love and Thunder, com’è il film con Chris Hemsworth e Natalie Portman

Il nuovo capitolo del Marvel Cinematic Universe arriva il 6 luglio nelle sale italiane.

Si può essere meritevoli in tanti modi. L’eroismo in battaglia è uno di questi, insieme all’altruismo e al coraggio che portano a rischiare la propria stessa vita in nome di un bene superiore. Ma si può essere meritevoli anche scegliendo un’altra strada, solo apparentemente più frivola e superficiale, che consiste nel mettere da parte chi siamo stati e chi le altre persone vorrebbero che fossimo per seguire le nostre inclinazioni, fermandoci a godere della bellezza di un tramonto o riallacciando un rapporto che sembrava irrimediabilmente finito, almeno finché il destino non ci richiama all’azione. Parte da questa riflessione il ventinovesimo film del Marvel Cinematic Universe Thor: Love and Thunder, che ci mostra il percorso intrapreso dal Dio del Tuono (interpretato ancora da Chris Hemsworth) dopo gli eventi di Avengers: Endgame.

Avevamo lasciato Thor in evidente sovrappeso, letteralmente svuotato dallo schiocco di Thanos e in cerca di nuove motivazioni al termine dell’epica battaglia contro il temibile villain. Lo ritroviamo nuovamente alle dipendenze dell’anarchica follia di Taika Waititi, già dietro alla macchina da presa per il discusso Thor: Ragnarok. In bilico fra la shakespeariana seriosità del primo film dedicato al Dio del Tuono diretto da Kenneth Branagh e la svolta comica intrapresa successivamente, da lui stesso cavalcata, il regista neozelandese preme il piede sull’acceleratore, imprimendo a Thor: Love and Thunder una divertita virata sul demenziale, trasformando la quarta avventura da solista del personaggio in un trionfo della fantasia e del macchiettistico, accompagnato da un’estetica anni ’80 e da una potente colonna sonora, in cui spiccano storici brani dei Guns N’ Roses. Un’opera godibile pur con qualche battuta a vuoto, votata al puro intrattenimento ma capace di regalare diversi momenti commoventi.

Thor: Love and Thunder, follia e sentimenti in una demenziale rom-com heavy metal

Thor: Love and Thunder
Photo by Jasin Boland

Come Avengers: Endgame aveva fatto intuire, ritroviamo Thor in compagnia dei Guardiani della Galassia, impegnati nelle avventure folli ed esilaranti che contraddistinguono il gruppo portato al successo da James Gunn. L’assenza di quest’ultimo è evidente, in quanto fuori dal suo sicuro controllo i suoi personaggi sembrano degli involucri vuoti, ridotti a mere spalle comiche dello stesso Thor. In questo breve segmento, ritroviamo il Dio del Tuono in buone condizioni fisiche, in bilico fra il ruolo di santone e quello di imbranato eroe. Il suo instabile equilibrio viene bruscamente interrotto dalle azioni del macellatore di dei Gorr (il solito intenso ed efficace Christian Bale), intenzionato per motivi squisitamente personali a dare la caccia a tutte le divinità della galassia.

Thor fa ritorno a New Asgard, che in una satira della Disney interna alla Disney stessa, seconda solo a quella portata avanti da Tim Burton col suo Dumbo, è ridotta a una sorta di parco di divertimenti a tema, in cui appaiono nuovamente Matt Damon, Sam Neill e Luke Hemsworth, nei ruoli di attori che interpretano gli stessi Thor, Loki e Odino. Una volta giunto sul posto, il Dio del Tuono fa un incontro decisamente sorprendente. Dopo anni di distanza dalla conclusione della loro relazione (raccontata da Waikiki in uno spassoso flashback, parodia di una commedia romantica), Thor ritrova Jane Foster, interpretata ancora da Natalie Portman. Con grande sorpresa di Thor, la sua ex fiamma si è trasformata nella Potente Thor, meritevole di utilizzare in battaglia il leggendario Mjöllnir.

Fra imbarazzo e nostalgia, i due fanno squadra insieme alla fidata Valchiria (Tessa Thompson) e a Korg (doppiato in originale dallo stesso Waititi) e si mettono sulle tracce di Gorr.

Thor: Love and Thunder, Take Waititi a ruota libera

L’umorismo canzonatorio e senza freni di Taika Waititi si adatta perfettamente ai piani del nuovo corso del Marvel Cinematic Universe per Thor, sempre meno divinità e sempre più voluta caricatura di se stesso. I detrattori di Thor: Ragnarok troveranno terreno ancora più fertile per le critiche già mosse alla svolta comica del Dio del Tuono. Con Thor: Love and Thunder, il regista neozelandese (coinvolto in questo caso anche come sceneggiatore insieme a Jennifer Kaytin Robinson) spinge infatti il più possibile sulla farsa, riuscendo nel non facile intento di mantenere un equilibrio interno e centrando qualche momento davvero riuscito, come l’incontro con lo Zeus di uno spavaldo e autoironico Russell Crowe, in cui Chris Hemsworth, come già anticipato dalla campagna promozionale, diventa addirittura oggetto di una gag sexy, per una volta con un uomo come bersaglio.

A pochi giorni di distanza dalla conclusione della quarta stagione di Stranger Things, Thor: Love and Thunder compie un’altra operazione di chiaro stampo heavy metal, poggiandosi su questo glorioso genere musicale per imprimere al racconto un tono esagerato, ribelle e fieramente delirante, dove ogni argomento può diventare base per un dissacrante umorismo, e dove convivono capre urlanti, amori fra pietre e un diluvio di colori e pittoresche creature. A fare da contraltare a queste sfumature pop, chiaramente figlie del già citato James Gunn, sono soprattutto i personaggi di Gorr e della Potente Thor, che conferiscono a Thor: Love and Thunder atmosfere più cupe e sentimentali. In particolare, al villain di Christian Bale sono affidati i momenti più riusciti in ambito visivo, con il riuscito trucco dell’attore affiancato da un notevole lavoro sul colore, capace di tratteggiare l’animo complesso e tormentato del suo personaggio.

Thor: Love and Thunder e il futuro del Marvel Cinematic Universe

Thor: Love and Thunder
Photo by Jasin Boland

Inevitabilmente, i fari sono però puntati sulla ritrovata Jane Foster di Natalie Portman che, anche grazie a un riuscito sforzo in termini di effetti speciali, si disimpegna con naturalezza e incisività nelle numerose sequenze di azione e battaglia, trovando poi terreno fertile per le sue abilità espressive nei frequenti momenti di confronto con Thor. È soprattutto grazie all’attrice premio Oscar, perfetta anche nei tempi comici, che Thor: Love and Thunder rispecchia pienamente la definizione data dallo stesso Taika Waititi alla sua creazione in sede di campagna promozionale, ovvero una “stravagante e pazza commedia romantica ambientata nello spazio”.

Al netto di qualche lungaggine di troppo e della scrittura non particolarmente curata di alcuni personaggi, come Gorr e Valchiria, Thor: Love and Thunder adempie al proprio compito, dando seguito al bizzarro percorso esistenziale del suo protagonista, che giunge a un vero e proprio nuovo inizio solo nel riuscito finale, capace anche di esplicitare il significato dello stesso titolo del film. Ci troviamo così di fronte a un nuova scheggia impazzita della Fase 4 del Marvel Cinematic Universe, che continua a procedere in maniera diametralmente opposta rispetto a quanto mostrato in precedenza nel franchise.

Mentre fino ad Avengers: Endgame avevamo costantemente la sensazione di assistere a tante trame destinate a confluire in un’unica maestosa storyline principale, Kevin Feige e soci sembrano invece adesso prendersi tutto il tempo possibile per allargare il loro raggio d’azione ad altri generi e a nuove tematiche. Dopo il dramma familiare Black Widow, le arti marziali di Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli, la dimensione esistenziale di Eternals, il trionfo del multiverso di Spider-Man: No Way Home e l’horror messo in scena da Doctor Strange nel Multiverso della Follia, la rom-com Thor: Love and Thunder ci lascia così appagati e allo stesso tempo spiazzati.

L’amore vince sempre

Thor: Love and Thunder
Photo by Jasin Boland

Legittimo infatti chiedersi se l’opera di Taika Waititi sia effettivamente una pietra angolare del nuovo corso del franchise o un puro divertissement, destinato a rimanere una piacevole parentesi goliardica all’interno di un racconto corale che si muoverà in ben altre direzioni.

Nell’attesa di scoprire di più, ci facciamo bastare questo riuscito Thor: Love and Thunder, che fra una risata e l’altra continua il percorso di inclusione di Disney e Marvel (anche in questo caso sono diversi gli omaggi al mondo LGBTQ+) e mostra un cuore pulsante sotto una superficie di eccesso e comicità demenziale.

Il percorso di Thor, sempre più umano e fallibile e progressivamente più lontano dalla perfetta aristocrazia divina in cui è cresciuto, ci ricorda inoltre di non prenderci mai troppo sul serio, e di conservare sempre il coraggio e la forza di dedicare del tempo a noi stessi, anche quando siamo consapevoli che questa scelta potrebbe portarci verso la sofferenza e la delusione. Anche dietro la più rovinosa caduta e il più plateale fallimento, c’è sempre la possibilità di imparare qualcosa e di trovare nuove e inaspettate opportunità per dare e ricevere amore. In questa e in tutte le altre galassie.

Thor: Love and Thunder è nelle sale italiane dal 6 luglio, distribuito da Disney.

Thor Ragnarok
  • The disk has Italian audio and subtitles.
  • Taika Waititi (Direttore)
  • Audience Rating: PG-13 (Presenza dei genitori consigliata)

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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