Grande sorpresa a Tokyo 2020. La nazionale di basket degli USA, favorita dai pronostici grazie alla presenza in squadra di fuoriclasse come Kevin Durant e Damian Lillard, ha perso la partita d’esordio contro la Francia, col risultato di 83-76. Per il team USA si tratta della prima sconfitta dopo 25 partite di imbattibilità. La precedente sconfitta risaliva addirittura alle Olimpiadi del 2004, quando gli USA furono sconfitti nella semifinale del torneo olimpico dall’Argentina. La squadra allenata da Gregg Popovich era partita col piede giusto, conquistando un vantaggio di 10 punti già nel primo tempo.
La precoce uscita dal campo della stella Durant, tornato in panchina per troppi falli, ha però dato alla Francia la fiducia necessaria per tentare una clamorosa rimonta, concretizzata già nel terzo quarto. Gli USA, guidati dal campione in carica coi Milwaukee Bucks Jrue Holiday, hanno accennato una reazione, annullata dalla Francia grazie anche alla monumentale prestazione del giocatore dei Boston Celtics Evan Fournier, che ha portato a referto ben 28 punti totali.
Tokyo 2020: la caduta degli dei del basket
La sconfitta della nazionale statunitense a Tokyo 2020 ha una valenza che va ben oltre il torneo di basket olimpico. Se da una parte la sconfitta contro la Francia è ampiamente rimediabile dal team USA con due vittorie sulle più che abbordabili Repubblica Ceca e Iran, che garantirebbero la prosecuzione nella competizione, questo risultato impone una riflessione sulla squadra che una volta era nota come il Dream Team.
Ne è passata di acqua sotto i ponti dai giochi di Barcellona 1992, quando la nazionale statunitense poteva schierare nella stessa squadra alcuni dei migliori giocatori della storia del basket, come Michael Jordan, Larry Bird, Magic Johnson, Scottie Pippen e John Stockton. La già citata sconfitta contro l’Argentina del 2004 era arrivata contro un team imbottito di star NBA, mentre quella di stasera è il chiaro segnale di una squadra che ha perso l’egemonia mondiale chi e l’ha sempre contraddistinta. Una vera e propria caduta degli dei della pallacanestro, mai così fragili e abbordabili, dimostrazione del divario sempre più ristretto fra i cestisti americani e quelli del resto del mondo, soprattutto con le regole FIBA con cui si gioca alle Olimpiadi.
Anche se ci aspettiamo una pronta resurrezione da parte degli USA, non possiamo che sognare a occhi aperti un incrocio a Tokyo 2020 con la nazionale italiana (che invece ha vinto la sua prima partita del torneo contro la Germania) per prolungare ancora il momento magico dello sport italiano nell’estate 2021.
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