Non esiste nessun buono da 1000€ da spendere da Mediaworld, anche se è pubblicizzato su Facebook. La nuova truffa si sta diffondendo fin troppo velocemente proprio perché il post è stato sponsorizzato sul social network.
Facebook non censura la truffa del buono Mediaworld
Non è certo la prima volta che delle fantomatiche pagine Facebook, di aziende inesistenti, vengano tirate su in fretta e furia al solo scopo di creare post per spingere truffe. Infatti, in questo modo è possibile creare dei post, contenenti link malevoli, da poter sponsorizzare sul social stesso.
Questo è esattamente quello che è accaduto negli ultimi giorni con l'ennesima truffa che ruba ed utilizza il nome di aziende note (in questo caso Mediaworld) solo per aumentare la credibilità nei confronti delle potenziali vittime.
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Probabilmente, vi sarà capitato in questo giorni di veder comparire un post sponsorizzato della pagina "Zendit Market". Il contenuto riguarda l'incredibile opportunità riservata ai papà nati nel mese di marzo. Infatti, i fortunati marzolini – secondo quando scritto nel post – avrebbero diritto a ricevere un buono da ben 1000€ offerto dalla catena di negozi tech Mediaworld. Ovviamente, è tutto falso. Lo scopo è unicamente quello di portare l'utente a cliccare sul link malevolo.
Quello che sconcerta di più di quanto sta accedendo è la mancanza di controllo da parte di Facebook. Infatti, ogni post sponsorizzato – teoricamente – è sottoposto a controlli preliminari prima di essere approvato.
Eppure, post di questo genere – contenenti truffe – vengono molto spesso lasciati liberi di circolare sul social network. In questo modo, è facile mettere a rischio gli utilizzatori della piattaforma.
Chi organizza questo genere di truffe conosce i trucchi giusti per far sembrare tutto più affidabile:
- la targhettizzazione: quando si sponsorizza, è possibile scegliere con precisione il proprio pubblico. Di conseguenza, è facile leggere il post ed identificarsi con i soggetti ricercati perché fortunati vincitori. Nel nostro caso, bisogna essere dei papà nati a marzo;
- l'utilizzo di nomi di aziende conosciute ed affidabili come Mediaworld, appunto;
- utilizzo di commenti e recensione finti, costruite ad hoc per aumentare l'attendibilità della pubblicità. Leggere dei feedback, tutti positivi, non può che migliorare la percezione dell'utente, che tenderà a fidarsi più facilmente.
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Se a tutti questi accorgimenti viene affiancata la mancanza di controllo da parte di Facebook, la ricetta della truffa online perfetta è servita. Decisamente, sarebbe ora che il social iniziasse a reagire diversamente nei confronti di soggetti che sfruttano il social per mettere in atto tentativi di phishing o infettare il PC con malware di qualsiasi genere.
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